01/07/2025
Irene Manzi
ORFINI, IACONO, BERRUTO, GHIO, FERRARI, CASU e FORNARO
3-02057

Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   dalla pubblicazione, del 27 giugno 2025, del decreto del direttore generale spettacolo rep. n. 741, relativo all'ammissione al triennio 2025-2027 e all'annualità 2025 degli organismi dell'ambito Multidisciplinare – Festival multidisciplinari e Prime istanze triennali e Festival multidisciplinari, il settore registra una riduzione dei finanziamenti che metterà a rischio l'esistenza di numerose realtà culturali di rilevanza nazionale e internazionale;

   complessivamente risulterebbero 29 i festival storici esclusi, attivi da anni e sostenuti, nei passati trienni, dai contributi ministeriali;

   da quanto si apprende dagli organi di stampa le commissioni consultive, incaricate del giudizio della qualità artistica dei progetti, non avrebbero fondato la valutazione su criteri esclusivamente qualitativi, secondo gli indicatori della tabella relativa alla qualità artistica, ma da alcuni verbali emergerebbe, invece, come diversi membri delle commissioni avrebbero lamentato l'influenza di informazioni e parametri extra qualitativi, tratti quindi da altri indicatori riferiti, in primis, alla gestione economica delle attività;

   a fronte delle domande presentate, i festival già finanziati ed esclusi dal contributo statale nel 2025 sarebbero, in totale, 14 festival multidisciplinari, 8 festival di danza e 7 festival di teatro;

   i dati rilevano che ad essere maggiormente colpito è in particolare una parte del teatro italiano, quello che lavora fuori dai canoni commerciali e si dedica alla ricerca, alla sperimentazione e all'innovazione artistica;

   non è da sottovalutare il dato che un tale taglio metterà a rischio migliaia di lavoratori e lavoratrici dello spettacolo dal vivo: si stima una perdita tra le 30.000 e le 50.000 giornate lavorative nel comparto spettacolo dal vivo, colpendo in modo diretto artisti, tecnici e operatori under 35, poiché tra gli indicatori oggetto di valutazione vi è l'impiego di personale artistico e tecnico under 35, nonché la programmazione di autori e coreografi under 40;

   si stima, inoltre, una perdita di indotto generato dai festival relativo alla spesa per alloggi, ristoranti, fornitori a vario titolo non strettamente collegati al mondo dello spettacolo;

   questi provvedimenti sono certamente tra i più eclatanti ma non i soli e mettono in luce quella che agli interroganti appare una preoccupante situazione di continua prevaricazione istituzionale da parte del Ministero della cultura –:

   se il Ministro interrogato non intenda fornire chiarimenti circa i nuovi criteri di assegnazione dei contributi e i conseguenti tagli riportati in seguito alla pubblicazione del decreto del direttore generale spettacolo rep. n. 741, relativo all'ammissione al triennio 2025-2027 e all'annualità 2025 degli organismi dell'ambito Multidisciplinare.

Seduta dle 2 luglio 2025

Illustrazione di Giovanna Iacono, rispsota del Ministro della Cultura, replica di Matteo Orfini

GIOVANNA IACONO, Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, il 27 giugno è stato pubblicato il decreto relativo all'accesso ai contributi pubblici nell'ambito dei festival multidisciplinari. Quel provvedimento ha generato forti preoccupazioni nel mondo della cultura: la riduzione di quei finanziamenti metterà a rischio l'esistenza di numerose realtà di rilevanza nazionale ed internazionale. Sono 29 i festival esclusi dalla ripartizione, e tra di essi anche il Festival di Sant'Arcangelo. Pare che, contrariamente alle indicazioni delle tabelle ministeriali, le commissioni, nella valutazione, non si siano basate soltanto sulla qualità artistica dei progetti.

Noi siamo molto preoccupati, signor Ministro, di questa deriva pericolosa per la cultura nel nostro Paese, che le sottrae autonomia e la sottopone al controllo politico, che penalizza diverse realtà con conseguenze molto gravi, non solo sul piano culturale, ma anche sul piano occupazionale. E allora le chiediamo, signor Ministro, di chiarire quali siano i nuovi criteri di assegnazione dei contributi e i conseguenti tagli.

ALESSANDRO GIULI, Ministro della Cultura. Grazie, Presidente. Grazie, onorevoli interroganti. Mi ripeto: l'accesso al sistema triennale di finanziamento avviene previa valutazione tecnica dei progetti artistici triennali e del programma annuale 2025 da parte delle commissioni consultive competenti per materia, sulla base dei criteri e delle modalità dettate a monte da un decreto ministeriale, il n. 463 del 2024, e dei parametri di cui al relativo Allegato B. Non è burocratese: le commissioni sono indipendenti e il Ministro non entra nelle decisioni delle commissioni. Non mi sentirete mai dire ad alcuno di voi che la vostra è una parola di menzogna. Mai, mai. Accetto ogni critica, ma non vi darò dei menzogneri.

La valutazione, in particolare, si intende superata con un punteggio uguale o superiore a 10 punti su 35 ed è respinta con un punteggio inferiore a 10 punti, ferme, in tal caso, le alternative previste dal decreto medesimo in favore dei soggetti istanti: cioè, la possibilità di far presentare la domanda nell'ambito di altre attività e di presentare motivata istanza di riesame entro 15 giorni dal provvedimento di non ammissione. L'ho già detto relativamente al Teatro della Pergola.

Tanto premesso, si chiarisce, come risulta dai verbali e dalle schede pubblicati sul sito Internet della competente Direzione generale spettacolo, che la commissione per i progetti multidisciplinari ha espresso un'autonoma valutazione tecnico-discrezionale nei riguardi dei progetti presentati per il settore festival multidisciplinari. In particolare, la relativa tabella 39 specifica i seguenti criteri: qualità della direzione artistica; qualità professionale del personale artistico impiegato e/o degli artisti e delle formazioni ospitate; qualità artistica e innovatività del progetto nei contenuti e nelle modalità creative e realizzative; azioni di ricerca, educazione, fidelizzazione e sviluppo dei pubblici esistenti e potenziali mediante progetti specifici sul territorio nazionale, anche di accessibilità; azioni e strategie di comunicazione dinamiche, anche tramite i siti istituzionali, i social media e le nuove tecnologie digitali; valorizzazione della programmazione e della creatività emergente, anche attraverso l'ospitalità di compagnie e formazioni autonome; partenariati con operatori pubblici e privati del turismo e del patrimonio e con strutture e attività del sistema culturale; continuità e affidabilità gestionale.

Da quanto premesso, onorevoli interroganti, è evidente che il numero dei soggetti finanziati non dipende dalla discrezionalità del Ministro, ma esclusivamente da valutazioni tecnico-discrezionali espresse in totale autonomia dalla commissione consultiva competente. Se così non fosse, io non eserciterei la mia funzione entro il perimetro che mi è dato dal ruolo che ricopro.

MATTEO ORFINI, Grazie, Presidente. Vede, Ministro, a smentire questa ricostruzione non servo nemmeno io, bastano le decine di dichiarazioni dei parlamentari del suo partito che, in questi giorni, hanno rivendicato politicamente quei tagli e quelle bocciature e lo hanno fatto, a volte, anticipando le motivazioni delle Commissioni su verbali che erano ancora segreti, cioè sapevano le ragioni per cui La Pergola, ad esempio, era stata declassata prima che lo sapesse la sindaca della città in cui è La Pergola. Capisce bene che non sono particolarmente geniali i colleghi della sua maggioranza che si sono, sostanzialmente, autodenunciati nelle loro pressioni.

Vede, la verità, a proposito di verità, è che voi avete usato quelle Commissioni, che dovrebbero essere indipendenti, come un manganello per punire alcune delle espressioni artistiche più importanti e più autorevoli del nostro Paese, che spesso sono state finanziate per decenni da Governi di tutti i colori politici non perché fossero amiche di qualcuno, ma perché se lo meritavano, e che oggi si vedono completamente escluse dai finanziamenti. Lo avete fatto perché avete scelto di colpire un pezzo del mondo della cultura, un altro pezzo del mondo della cultura, cioè chi innova, chi sperimenta e chi, attraverso l'arte, legge e interpreta la realtà, cioè quella funzione sociale dell'arte, del teatro e della danza, e l'avete fatto senza alcuna motivazione oggettiva.

Come non c'è nulla di oggettivo in alcune promozioni e in alcuni ingressi, se ne è parlato poco fin qui, vedrà che arriveranno anche quelle: sono entrate realtà che prima non prendevano i finanziamenti, che di artistico non hanno nulla, per cui, forse, l'unica ragione che si riesce ad evincere per il loro ingresso è che sono amiche o amici di qualcuno. Quanto è successo, Ministro, è grave perché tradisce una visione. Non è suo mestiere - nemmeno mio, nemmeno nostro che facciamo politica - quello di indirizzare la cultura, di scegliere cosa si promuove e cosa non si promuove: questo lo devono fare i tecnici, questo lo devono fare le funzioni specifiche. La nostra funzione è di garantire la libertà della cultura, ed è esattamente quello che non è accaduto in questo caso, perché dove c'è una cultura libera, diffusa, vissuta è la democrazia ad essere più forte, ed è esattamente questo che vi spaventa.