28/10/2020
Graziano Delrio
Rotta, Gribaudo, Bordo, Enrico Borghi, Di Giorgi, Fiano, Lepri, Pezzopane, Pollastrini, Viscomi, De Maria.
3-01839

Al Presidente del Consiglio dei ministri. – Per sapere – premesso che:

   il decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri del 24 ottobre 2020 prevede misure di contenimento del contagio da COVID-19 per far fronte alla recente impennata di casi; la seconda ondata, da Nord a Sud, sta mettendo sotto stress le strutture sanitarie, vengono riaperti o allargati i «reparti-COVID», si saturano le terapie intensive, sono bloccati gli interventi medici di routine e in difficoltà le strutture di pronto soccorso;

   in particolare, il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri prevede la chiusura anticipata alle ore 18 degli esercizi di somministrazione, quali bar, pasticcerie e ristoranti, salvo consentire il servizio di vendita da asporto e a domicilio fino alle ore 24; prevede lo stop alle attività di palestre, piscine, centri benessere, centri termali, centri ricreativi e culturali; blocca gran parte delle attività e delle competizioni sportive; determina la chiusura di cinema, teatri e di altre strutture adibite allo spettacolo dal vivo;

   tali attività sono fra quelle già più danneggiate dalla pandemia, colpite immediatamente dalle restrizioni della prima ondata e solo parzialmente risollevate dalle riaperture del periodo estivo;

   alcuni di questi lavoratori denunciano ancora la mancata erogazione della cassa integrazione di maggio 2020; discrasie normative o contributive hanno impedito spesso l'erogazione del sostegno ai lavoratori a chiamata ed alle figure precarie ed atipiche che caratterizzano questi settori;

   contestualmente all'emanazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, il Governo ha annunciato nuove misure economiche di emergenza, per un importo fra i 4 e i 5 miliardi di euro, quali: il ristoro a fondo perduto degli operatori economici attraverso bonifico diretto tramite l'Agenzia delle entrate; sei settimane di cassa integrazione per i dipendenti delle aziende costrette a fermare o ridurre le loro attività; replica delle misure una tantum per alcune categorie di lavoratori (spettacolo, stagionali del turismo, sport); prolungamento del reddito di emergenza;

   lunedì 26 ottobre 2020 si sono tenute in varie città italiane manifestazioni di protesta contro gli orari di attività previsti dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, in particolare da parte delle categorie dei ristoratori e dei vari esercizi aperti al pubblico; a seguire sono avvenuti gravi episodi di violenza da parte di altri manifestanti che spesso hanno danneggiato gli stessi esercenti;

   la celerità nel predisporre ed erogare tali misure di sostegno è indispensabile per la tenuta sociale del Paese –:

   in che tempi e con quali modalità sia prevista l'erogazione dei contributi a fondo perduto, della cassa integrazione e delle indennità specifiche per le aziende e i lavoratori la cui attività è stata ridotta o fermata dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 24 ottobre 2020.

Seduta del 28 ottobre 2020

Illustrazione e replica di Antonio Viscomi, risposta del Presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte

ANTONIO VISCOMI: Signor Presidente, il Partito Democratico la interroga per sapere quali siano i tempi e quali le modalità per l'erogazione dei contributi a fondo perduto della cassa integrazione e delle indennità specifiche per le aziende dei lavoratori, la cui attività è stata ridotta o bloccata dall'ultimo DPCM del 24 ottobre.

Non è una domanda retorica Presidente e neppure funzionale ad una narrazione, per così dire, panglossiana per cui tutto va bene. È, invece, una domanda che trova origine nell'essere fortemente consapevoli che “tempestività” è termine in grado di tenere insieme, da un lato, l'urgenza necessaria delle misure di contrasto all'emergenza e, dall'altro lato, la diversa esigenza di assicurare la necessaria coesione sociale del Paese e di assicurarla, facendosi carico della fragilità economica e del disagio esistenziale, ma anche per impedire che quel fragile disagio possa essere oggi attratto da attori irresponsabili.

Tempestività degli interventi, signor Presidente, ma anche semplicità delle misure. Ecco, signor Presidente, il Partito Democratico, ponendole queste domande, intende ancora una volta sottolineare che il criterio guida dell'azione di Governo deve essere in questo momento proprio l'effettività delle norme, che rinvia alla capacità delle norme di tradursi in fatti, perché è di fatti che abbiamo bisogno, signor Presidente.

 

GIUSEPPE CONTE, Presidente del Consiglio dei Ministri. Proprio per venire incontro alle esigenze che lei diceva, abbiamo introdotto con il decreto-legge approvato durante il Consiglio dei ministri ieri, martedì, misure di sostegno immediato ai lavoratori e alle imprese interessate dalle ultime misure del DPCM del 24 ottobre. Contiene interventi, questo decreto-legge, per 5,4 miliardi di euro in termini di indebitamento netto, tra questi vi è un contributo a fondo perduto rivolto alle attività maggiormente colpite dalle nuove restrizioni e, poi, le imprese dei settori oggetto delle nuove restrizioni riceveranno un ristoro con la stessa procedura già utilizzata dall'Agenzia delle entrate in relazione ai contributi previsti dal “decreto Rilancio”.

L'entità degli importi corrisposti varierà dal 100 per cento al 400 per cento di quanto previsto in precedenza con il “decreto rilancio” in funzione del danno economico subito dalle categorie, quali, ad esempio, bar, ristoranti, gelaterie, pasticcerie, taxi, noleggio con conducente, attività ricettive, centri sportivi, cinema, teatri e altri centri ricreativi e discoteche. La platea dei beneficiari includerà anche le imprese con fatturato superiore a 5 milioni di euro, con un ristoro pari al 10 per cento del calo del fatturato, nel limite massimo di 150 mila euro.

Per coloro che avevano già presentato domanda per i contributi del “decreto rilancio” è prevista l'erogazione automatica sul conto corrente entro il 15 novembre. Potranno richiedere il nuovo ristoro, con erogazioni previste entro il 15 dicembre, anche le attività che non avevano richiesto i contributi del “decreto rilancio” e quelle con fatturato maggiore di 5 milioni di euro.

Inoltre, il decreto finanzia ulteriori sei settimane di cassa integrazione per i lavoratori delle attività interessate dalle restrizioni, nonché indennità specifiche per autonomi, per intermittenti del mondo dello spettacolo, del turismo e dello sport.

Sono previste anche misure di sostegno alle attività coinvolte, come l'ulteriore estensione del credito d'imposta sugli affitti per tre mesi, la cancellazione della seconda rata IMU per il 2020 fondi di sostegno diretto per i settori più colpiti, come turismo, editoria, fiere, agricoltura, pesca, sport dilettantistico.

ANTONIO VISCOMI: Grazie, signor Presidente. Mi rassicura e rassicura il Partito Democratico la mole degli interventi e il suo impegno per garantire tempestività e semplicità nel sostegno alle imprese e ai lavoratori coinvolti nelle misure emergenziali, impegno del Governo che, mi consenta, deve diventare obiettivo anche dei sistemi burocratici interessati. Questo perché fra norme e fatti, tra politica e politiche, il termine medio è organizzazione e, mai come in questo periodo di emergenza, abbiamo potuto verificare quanto sia importante adottare una logica di sistema, superando la frammentazione o la frantumazione delle competenze amministrative, in una prospettiva che tenga insieme le giuste ragioni dei tanti soggetti coinvolti. Mi consenta solo di portare un esempio: la recentissima disciplina del Fondo nuove competenze previsto dal decreto n. 34 pone come termine finale per la presentazione delle richieste il 31 dicembre, a fronte di una procedura complessa che prevede il coinvolgimento negoziale di una pluralità di soggetti pubblici e privati, tanto da revocare in dubbio nell'opinione dei diretti interessati la possibilità di rispettare il termine stesso di fine anno. Una buona idea che rischia di naufragare. E altre vicende analoghe potrei qui ricordare. Il fatto è, signor Presidente, che una logica di sistema richiede un elemento unificante e questo è dato dalla nostra stessa Costituzione, che la solidarietà pone come dovere inderogabile e come elemento vivificatore di una comunità. Lo ha ricordato più volte il Presidente Mattarella: la forza principale del Paese è il senso di comunità e il non sentirsi soli di fronte all'ignoto della vita e ancora più soli di fronte alle incertezze della pandemia. Per questo l'attenzione al tempo e al modo degli interventi di sostegno alle categorie deboli, agli imprenditori, ai piccoli imprenditori, ai lavoratori, ai lavoratori precari di settori e filiere fragili, resi ancora più fragili dai recenti provvedimenti, è l'unico modo per mantenere quel senso di comunità che costituisce la forza di questo Paese. Per questo, signor Presidente, ferirlo sarebbe la più grave delle colpe e noi non possiamo permettere che questo accada.