23/09/2020
Elena Carnevali
CAMPANA, PINI, RIZZO NERVO, SCHIRÒ, SIANI, GRIBAUDO, ENRICO BORGHI e FIANO
3-01766

Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   con la riapertura delle scuole la lotta per arginare SARS-CoV-2 e le sue conseguenze, in attesa di una terapia e di un vaccino efficaci e sicuri, passa anche necessariamente per la diagnosi veloce che distingua i casi di positività rispetto ai casi influenzali;

   è quindi necessario individuare soluzioni concrete che riducano il fattore tempo nella verifica dei contagi, con il conseguente vantaggio di non compromettere pesantemente le attività formative delle classi coinvolte e di contenere le inevitabili ripercussioni sullo stato psicologico, emotivo, relazionale degli studenti, specialmente quelli più piccoli, nonché quelle organizzative delle famiglie;

   al momento, secondo le «Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di SARS-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell'infanzia», nel caso in cui un alunno presenti un aumento della temperatura corporea al di sopra di 37,5 gradi o un sintomo compatibile con COVID-19 in ambito scolastico, una volta riportato il figlio/a a casa i genitori devono contattare il pediatra di libera scelta o il medico di medicina generale, che, dopo avere valutato la situazione, decide se è necessario contattare il dipartimento di prevenzione per l'esecuzione del tampone e, qualora il tampone naso-orofaringeo fosse negativo in paziente sospetto per infezione da SARS-CoV-2, a giudizio del pediatra o medico curante, ripete il test a distanza di 2-3 giorni. Il soggetto deve comunque restare a casa fino a guarigione clinica e a conferma negativa del secondo test;

   un'ipotesi di test veloce, oltre ad essere meno invasivo, risulta essere quello salivare che si attua prendendo un campione di saliva con un cotton-fioc, applicato sul tampone, e grazie all'utilizzo congiunto di tre reagenti è in grado di rivelare in soli 3 minuti se si è positivi o meno al SARS-CoV-2;

   la rapidità e la minore invasività rispetto al tampone orofaringeo di questo test consentirebbe, inoltre, la sua utilizzazione anche per eventuali test a campione o screening sugli studenti –:

   a che punto siano gli studi su questo tipo di test e quando ritenga possano essere distribuiti, specialmente in ambito scolastico, anche al fine di poter eseguire uno screening completo sugli studenti delle scuole di ogni ordine e grado.

Seduta del 23 settembre 2020

Illustrazione di Giuditta Pina, risposta del governo di Roberto Speranza, Ministro della Salute, replica di Elena Carnevali

Illustrazione

Grazie, Presidente. Signor Ministro, il 20 settembre e il 24, ieri l'altro, in tutte le regioni italiane è iniziato l'anno scolastico. È stato apportato un protocollo, molto importante, che consentirà e sta consentendo – insomma, stiamo facendo di tutto per far sì - che l'anno si possa svolgere in estrema sicurezza. Uno dei fattori, che sarà dirimente con l'arrivo della stagione influenzale, sarà saper distinguere rapidamente i sintomi dell'influenza stagionale da quelli del COVID-19. Siamo tutti, tutto il mondo e l'Italia per prima, davanti a un virus nuovo e con degli strumenti ancora in evoluzione. In questi giorni si è parlato molto del nuovo test rapido sierologico, che dovrebbe dare risultati in tre minuti e, soprattutto, che non necessita di un tampone orofaringeo, che è molto invasivo, ma che può essere fatto in un modo più semplice attraverso la saliva. Ovviamente, però, anche se nei giornali sembra quasi che sia già una cosa data e fatta e alcune regioni hanno già annunciato piani, non si è ancora in possesso della validazione. Quindi, chiediamo a che punto sono gli studi su questo tipo di test, quando potranno essere distribuiti questi test, anche ai fini di uno screening più ampio possibile nella popolazione scolastica.

Risposta del governo

Grazie, Presidente. Voglio ringraziare anche in questa occasione gli interroganti, per l'opportunità di ragionare su un tema che è assolutamente strategico per affrontare i prossimi mesi. Infatti, come è noto, noi siamo al lavoro, come comunità mondiale, verso il vaccino e verso le cure, ma è evidente che ancora per alcuni mesi dovremo assolutamente resistere con comportamenti corretti e, nella battaglia per contenere questo virus, l'utilizzo appropriato dei test è chiaramente una delle leve essenziali.

Ad oggi, a livello globale, tutte le istituzioni internazionali riconoscono come gold standard, quindi come modello fondamentale essenziale, il tampone molecolare classico. Noi abbiamo, settimana dopo settimana, rafforzato le capacità italiane di testare attraverso questi tamponi e siamo arrivati, ormai da qualche settimana, alla potenzialità di oltre 100 mila tamponi al giorno, che è un numero significativo.

Prevediamo ancora di aumentare questo numero nelle prossime settimane. Nel frattempo, evidentemente, le scoperte, l'evoluzione e la scienza - che, così come sui vaccini e sulle cure, si sta impegnando anche sulla capacità di testare - ci stanno offrendo nuovi strumenti. Alcuni di questi strumenti sono già utilizzati.

Con l'ordinanza del 13 agosto, per primi in Europa, abbiamo dato il via libera all'utilizzo di test antigenici, che presso gli aeroporti vengono utilizzati per quei cittadini che provengono da alcune aree che noi abbiamo considerato a rischio. Dopo circa un mese di utilizzo di questi test, i risultati sono incoraggianti e la valutazione del Ministero della salute è che si possano iniziare ad utilizzare anche fuori dall'aeroporto.

Evidentemente, il tema che lei poneva, relativo a una grande questione nazionale, come quella della riapertura delle scuole avvenuta il 14 settembre, va esattamente in questa direzione. Quindi, avere più test antigenici e più test molecolari a disposizione ci mette chiaramente nelle condizioni di poter affrontare meglio anche questa partita. Evidentemente, non ci accontentiamo neanche di ciò che è stato fatto finora e stiamo continuando a sperimentare tutto ciò che si muove sul piano della ricerca scientifica.

Tra le cose che si muovono, ci sono anche i test salivari. Rispetto a questi test salivari, riviste scientifiche importanti segnalano che c'è la potenzialità di riscontrare il virus semplicemente attraverso l'analisi della saliva, quindi in maniera anche meno invasiva, cosa che renderebbe chiaramente questo strumento più idoneo, in modo particolare per i più piccoli. Ma abbiamo bisogno, evidentemente, che il processo di validazione da parte delle autorità competenti possa completarsi. Il nostro auspicio è che questo possa avvenire in un tempo breve, ma l'esigenza chiaramente di correre e di avere nel più breve tempo possibile a disposizione questi strumenti va anche tenuta insieme all'esigenza che questi strumenti passino in maniera molto seria e rigorosa tutte le verifiche degli organismi, che naturalmente hanno questa formale competenza.

In conclusione, io penso che dobbiamo avere fiducia nella scienza e continuare a lavorare su questo, che effettivamente è un virus nuovo, ma che settimana dopo settimana è sempre più noto al mondo scientifico, che ci metterà a disposizione maggiori strumenti, per poterlo contenere e per poterlo alla fine, io credo, vincere.

Replica

Grazie, Presidente. Siamo ovviamente molto soddisfatti, non solo per la risposta e per l'attenzione che continua a prestare, me anche per i risultati che l'Italia riesce a conseguire e anche per l'attività che stiamo facendo, in particolare per quanto riguarda l'identificazione, il tracciamento, il monitoraggio e la capacità di isolamento.

Ovviamente ha ragione, quando dice che la validazione dei test veloci dipendono non solo dai meccanismi autorizzatori in termini di specificità e di sensibilità. Naturalmente, l'attenzione nostra è molto alta, anche perché stiamo gestendo - a nostro giudizio direi in maniera molto buona - la capacità di tenuta all'interno delle comunità scolastiche.

Rimane ed approfitto dell'occasione, per segnalarle due temi. Il primo è un po' il tema sollevato dai pediatri, che riguarda appunto la possibilità di poter autorizzare con la certificazione solo dopo l'avvenuto test, quindi che noi utilizziamo adesso bene gli antigenici, quelli in aeroporto, è soprattutto legato alla tempistica, tempistica che ovviamente incide sull'organizzazione delle famiglie.

Lo sforzo grande che abbiamo fatto è stato quello di tenere insieme due diritti, quello della salute e quello dello studio. Credo che questo vada riconosciuto, tra le tante cose positive che ha fatto questo Governo anche in termini relativi al lavoro.

E chiudo forse sulla necessità -non da parte sua - di parlare con una voce univoca anche rispetto ai tempi della quarantena. Credo che forse la capacità che abbiamo avuto di gestire la situazione fino adesso è dipesa anche dalla capacità di dare degli indirizzi, che diventano univoci e diventano anche informazioni precise per i cittadini, per le comunità scolastiche e per la comunità intera.