28/05/2024
Chiara Braga
SCHLEIN, BONAFÈ, CIANI, GHIO, TONI RICCIARDI, CASU, FORNARO, DE LUCA, FERRARI, MORASSUT, ROGGIANI, DE MARIA, AMENDOLA, ASCANI, BAKKALI, BARBAGALLO, BERRUTO, BOLDRINI, CARÈ, CUPERLO, CURTI, D'ALFONSO, DE MICHELI, DI BIASE, DI SANZO, EVI, FASSINO, FORATTINI, FOSSI, FURFARO, GIANASSI, GIRELLI, GNASSI, GRAZIANO, GRIBAUDO, GUERINI, GUERRA, IACONO, LACARRA, LAI, LAUS, MADIA, MALAVASI, MANCINI, MANZI, MARINO, MAURI, MEROLA, ORFINI, ORLANDO, UBALDO PAGANO, PELUFFO, PORTA, PROVENZANO, QUARTAPELLE PROCOPIO, ANDREA ROSSI, SARRACINO, SCARPA, SCOTTO, SERRACCHIANI, SIMIANI, SPERANZA, STEFANAZZI, STUMPO, TABACCI, VACCARI, ZAN e ZINGARETTI
3-01230

Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   la legge di bilancio per il 2024, al comma 533, ha disciplinato il concorso alla finanza pubblica degli enti locali per gli anni 2024-2028, prevedendo tagli al comparto per 250 milioni di euro per ciascun anno;

   la disposizione richiamata, riferendosi ai criteri di riparto da stabilire con decreto del Ministro dell'interno, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, precisa che l'entità del contributo per ciascun ente debba essere determinato anche tenendo conto delle risorse Piano nazionale di ripresa e resilienza assegnate al 31 dicembre 2023;

   con il sopra indicato decreto ministeriale si stabilisce così il principio che l'essere destinatario di finanziamenti aggiuntivi in conto capitale del Next generation EU debba avere come contropartita una riduzione della spesa corrente, con l'effetto paradossale che le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che dovrebbero considerarsi come un ulteriore sostegno per riforme e investimenti, diventino addirittura penalizzanti rispetto all'ordinario finanziamento degli enti locali;

   da fonti di stampa si apprende che nella bozza del suddetto decreto, che si applicherebbe a 6.838 comuni, 78 province, 13 città metropolitane (essendo esclusi gli enti in dissesto, quelli in procedura di riequilibrio e quelli che hanno firmato un accordo per il ripiano del disavanzo e il rilancio degli investimenti), il taglio sarebbe calcolato per il 50 per cento in proporzione agli impegni di spesa corrente, al netto di quella relativa alla missione 12 (diritti sociali, politiche sociali e famiglia), e per il restante 50 per cento in proporzione ai contributi assegnati a ciascun ente dal Piano nazionale di ripresa e resilienza;

   questa scelta penalizzerà maggiormente gli enti locali più impegnati, in termini di risorse, nella realizzazione degli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, mettendo irragionevolmente comuni, province e città metropolitane nell'impossibilità di gestire le opere pubbliche, come asili nido e case di comunità, che hanno realizzato;

   una decisione così irragionevole, che disincentiva e mette a rischio la piena riuscita del piano di competenza territoriale, ha costretto il Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR Raffaele Fitto a precisare, in polemica con i Ministri dell'interno e dell'economia e delle finanze, che «il Governo valuterà le considerazioni e le esigenze del sistema degli enti locali e darà delle risposte» –:

   se il Ministro interrogato non ritenga condivisibili gli allarmi provenienti dagli enti locali e se non ritenga di modificare immediatamente questo criterio che gli interroganti giudicano insensato, per il quale sono operati maggiori tagli di spesa corrente ai comuni che stanno investendo più risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Seduta del 29 maggio 2024

Illustrazione di Chiara Braga, risposta del Ministro dell'Interno, replica di Chiara Braga

CHIARA BRAGA, Grazie, Presidente. Signor Ministro, tra i molti primati negativi del suo Governo, dicevo, c'è quello di aver riportato con l'ultima legge di bilancio a tagliare risorse agli enti locali. 250 milioni all'anno, per cinque anni, con un impatto durissimo sui comuni che, in questi anni, sono stati un argine alle crisi che hanno colpito le loro comunità. Una decisione assurda e incomprensibile perché il Governo ha deciso di attuare quella misura, tagliando la spesa corrente e di farlo in proporzione alle risorse ottenute dai comuni con il PNRR. Tagliare la spesa corrente dei comuni significa far saltare servizi essenziali e questo non vogliamo e non possiamo accettarlo. Sono le parole del sindaco leghista di Treviso, Presidente dell'ANCI Veneto, concetti ribaditi oggi dal sindaco di Ancona, dall'ANCI, dai Sindaci di tutti i colori politici. Ecco, di fronte alla preoccupazione di migliaia di amministratori, chiediamo a Lei, Ministro, di dirci parole chiare: non se intendete rinviare questa decisione a dopo le elezioni dell'8-9 giugno, ma che cancellerebbe definitivamente questo criterio insensato che taglia le spese correnti dei comuni, punendo quelle che più hanno creduto nel PNRR.

MATTEO PIANTEDOSI, Ministro dell'Interno. Signor Ministro, grazie Presidente. Preciso subito che nessun provvedimento è stato già adottato dal Governo in attuazione della norma della legge di bilancio a cui fanno riferimento gli onorevoli interroganti. Vi è al momento soltanto un mero schema di decreto che è stato sottoposto alle valutazioni tecniche del sistema delle autonomie locali e, in vista della Conferenza Stato-città, saranno pertanto approfondite attentamente le esigenze degli enti locali, in uno spirito di piena e leale collaborazione nell'interesse generale.

Sottolineo che, secondo quanto espressamente previsto dalla stessa legge di bilancio, per il concorso agli obiettivi di finanza pubblica da parte degli enti locali, sono esclusi gli interventi per l'infanzia, i minori e gli asili nido, per la disabilità, per gli anziani e per i soggetti a rischio di esclusione sociale. Sono esclusi, ripeto. Allo stesso modo, sono esclusi per legge gli interventi a favore delle famiglie, per il diritto alla casa, alla programmazione del governo della rete dei servizi sociosanitari e sociali. Nessun taglio alla spesa sociale è quindi previsto, a partire dagli investimenti per gli asili nido, come, peraltro, è dimostrato dall'azione del Governo che ha salvaguardato il finanziamento di tutti i 2600 investimenti PNRR in questo settore, a rischio di mancato raggiungimento degli obiettivi previsti dal Piano, aggiungendo un nuovo bando per 735 milioni di euro per territori che registrano un maggiore fabbisogno rispetto alla media europea. Quindi, non corrispondono pertanto al vero le affermazioni, pure circolate nel dibattito pubblico di questi giorni, riguardanti interventi di riduzione della spesa per diritti sociali e politiche familiari.

Preciso, altresì, che dal contributo richiesto dalla legge di bilancio a comuni, province e città metropolitane sono esclusi gli enti locali in dissesto finanziario o in procedura di riequilibrio finanziario, nonché gli enti che abbiano sottoscritto con il Governo gli accordi per il ripiano del disavanzo o per l'avvio dei percorsi di riequilibrio strutturale attualmente previsti.

Il Governo rivolge massima attenzione alle esigenze dei comuni e delle province e a tutti i loro progetti. Il 14 maggio scorso il Consiglio dell'Unione europea, approvando la revisione tecnica del nuovo PNRR italiano, ha di fatto riconosciuto il grande lavoro del Governo per attuare il piano e per mettere in sicurezza le risorse finanziarie e gli investimenti, permettendo all'Italia di essere al primo posto in Europa per obiettivi raggiunti e avanzamento finanziario del piano. C'è una forte attenzione ed un costante impegno, testimoniati anche dalla partecipazione della Presidente del Consiglio dei Ministri insieme a me e al Ministro Fitto, al recente avvio dei lavori delle cabine di coordinamento per l'attuazione del PNRR presso le Prefetture, a supporto proprio degli enti locali, al fine di rilevare tempestivamente eventuali segnali di criticità e di individuare in collaborazione con tutti i soggetti istituzionali coinvolti le opportune soluzioni.

CHIARA BRAGA, Grazie, Presidente. Ministro, noi prendiamo atto delle sue dichiarazioni, ma, come potrà immaginare, non ci rassicurano affatto perché, come è evidente e come temevamo, non solo non ha fatto chiarezza, ma ha solo annunciato il rinvio di una decisione del Governo su quel mero schema, come Lei l'ha chiamato, che qualche manina del suo Ministero avrà pur scritto, in attesa che passi l'appuntamento delle elezioni europee e amministrative.

Ma quei tagli, come Lei ha riconosciuto, sono scritti nella manovra di bilancio che avete approvato e sono l'unico modo che conoscete per coprire gli affanni di una manovra ingiusta, sempre alla ricerca del consenso. Tagliare a chi ha più bisogno: è così che finanziate condoni, flat tax, regali a chi fa extraprofitti, nessuna lotta seria all'evasione fiscale, diciannove condoni in diciannove mesi. Una scure che adesso abbattete sui comuni, quelli che garantiscono servizi fondamentali ai cittadini, asili nido, mense, trasporto scolastico, servizi sociali a chi fa più fatica. Lei dice che la spesa sociale non verrà toccata, ma lo sa che è falso perché quelle spese che Lei esclude sono riferite solo al criterio di computo. E invece penalizzate i comuni che stanno investendo proprio in investimenti, in servizi sociali che non potranno più funzionare, a causa dei vostri tagli con un'operazione vigliacca che scarica sui sindaci la responsabilità di questi tagli.

Adesso provate a fare marcia indietro, come avete fatto sul redditometro. Ma non perché non siete in grado di dare soluzione, ma perché avete paura del giudizio degli elettori e dei vostri sindaci. Cercate di comprare tempo, ma noi non vi consentiremo di fare dei comuni e del PNRR il bancomat delle vostre incapacità e delle vostre bugie