31/01/2023
Piero De Luca
PROVENZANO, UBALDO PAGANO, D'ALFONSO, AMENDOLA, LACARRA, STEFANAZZI, LAI, GRAZIANO, IACONO, TONI RICCIARDI, BARBAGALLO, MARINO, STUMPO, SARRACINO, SCOTTO, FERRARI, GHIO, CASU e FORNARO
3-00141

Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il Fondo per lo sviluppo e la coesione è, congiuntamente ai fondi strutturali europei, lo strumento finanziario principale attraverso cui vengono attuate le politiche per lo sviluppo della coesione economica, sociale e territoriale e la rimozione degli squilibri economici e sociali in attuazione dell'articolo 119, comma 5, della Costituzione italiana e dell'articolo 174 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea;

   per il ciclo di programmazione 2021-2017, il Fondo è stato rifinanziato per 73,5 miliardi di euro;

   è opportuno ricordare che la chiave di riparto prevede che la dotazione complessiva deve essere impiegata per un importo dell'80 per cento per interventi da realizzare nei territori delle regioni del Mezzogiorno e del 20 per cento nelle aree del Centro-Nord;

   ad oggi, fatta eccezione per alcune misure coperte nel biennio 2021-2022 a valere sulle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione 2021-2027, la maggior parte delle risorse (circa 58 miliardi di euro) è ancora nella disponibilità del fondo;

   preoccupano, infatti, i gravissimi ritardi sulla ripartizione del Fondo per lo sviluppo e la coesione, considerato che il loro riparto sarebbe dovuto avvenire già entro il 2021;

   la mancata ripartizione ha gravemente compromesso l'utilizzo di queste risorse, fondamentali per l'avvio di progetti e la realizzazione di opere tese al raggiungimento dell'obiettivo del riequilibrio economico e sociale tra le diverse aree del Paese –:

   se il Ministro interrogato intenda fornire garanzie sulle tempistiche per la ripartizione delle risorse ancora disponibili a valere sul Fondo per lo sviluppo e la coesione 2021-2027.

Seduta del 1 febbraio 2023

Illustrazione di Claudio Michele Stefanazzi, risposta del Ministro dell'Economia e delle Finanze, replica di Piero De Luca

CLAUDIO MICHELE STEFANAZZI, Grazie, Presidente. Da tre mesi sentiamo parlare incessantemente di autonomia differenziata. Addirittura, qualche giorno fa, il Ministro Salvini ci ha ricordato che, senza autonomia, ci saranno cittadini di “serie A” e cittadini di “serie B”. Ora, uno degli strumenti più importanti per assicurare al Paese di essere ricucito, riconnesso, è il Fondo per lo sviluppo e la coesione: più di 70 miliardi di euro per finanziare opere e progetti che vanno destinati, come è noto, per l'80 per cento, al Mezzogiorno. Ad oggi non ci è dato sapere nulla rispetto all'uso di questo Fondo e continuiamo a constatare una clamorosa lentezza nella ripartizione delle risorse, che, come è noto, sono state oggetto di un ampio negoziato fra Governo, Stato e regioni, nella scorsa legislatura; Governo di cui il Ministro Giorgetti era un autorevole esponente. Per questo il Partito Democratico chiede al signor Ministro se e quando il Governo intenderà ripartire questi fondi fra le regioni del Mezzogiorno e - concludo, Presidente - soprattutto chiediamo al signor Ministro se possiamo fidarci di un progetto di autonomia differenziata, se le premesse sono queste, e se persino con risorse già disponibili per il Sud dobbiamo scontrarci con la colpevole lentezza del Governo.

GIANCARLO GIORGETTI, Ministro dell'Economia e delle finanze. Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, onorevole Stefanazzi, innanzitutto preliminarmente mi permetta di far rilevare che non è certamente imputabile né a questo Governo, né tanto meno all'autonomia differenziata, che non esisteva nel 2021, il fatto che nel 2021 questi fondi non siano stati assegnati. Le posso assicurare che, nel mese di novembre del 2022, dopo pochissimi giorni dal suo insediamento nel nuovo Governo, il Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, onorevole Fitto, ha inviato ai Ministeri assegnatari delle risorse e ai presidenti delle regioni e delle province autonome una nota finalizzata all'acquisizione delle informazioni necessarie a “ricostruire con precisione lo stato dell'arte dell'impiego delle risorse destinate alle politiche di coesione, in vista delle conseguenti iniziative governative”. Sulla base degli elementi forniti in risposta a questa nota, nonché dei dati registrati nella banca dati unitaria del Ministero dell'Economia e delle finanze, il Dipartimento per la coesione della Presidenza del Consiglio dei ministri ha avviato una specifica istruttoria, i cui risultati sono stati in primo luogo posti a fondamento della delibera adottata dal CIPESS in data 27 dicembre 2022.

Sono in corso ulteriori analisi, che si prevede di concludere entro il corrente mese di febbraio, i cui risultati costituiranno, da un lato, la base di una specifica relazione sullo stato di attuazione delle politiche di coesione, che verrà messa a disposizione del Parlamento, e, dall'altro, il punto di partenza per procedere, anche in ragione dei risultati della programmazione relativa al periodo 2014-2020, ad una più razionale ed efficiente ripartizione delle risorse, relativa al nuovo periodo di programmazione. Tale percorso sarà in grado di contribuire a realizzare gli obiettivi di cui all'articolo 119, comma quinto, della Costituzione.

PIERO DE LUCA, Grazie, signor Presidente. Ringrazio il Ministro. Ho grande stima, abbiamo grande stima per il Ministro, però le sue parole non hanno fatto nessuna chiarezza, anzi, hanno alimentato semplicemente la confusione e la preoccupazione che nutriamo e che ci ha indotto a proporre questo question time. Il Fondo per lo sviluppo e la coesione, come sapete bene, è uno strumento prioritario per sostenere la crescita del Sud e ridurre gli squilibri economico-sociali nel Paese. Nella programmazione 2021-2027, sul Fondo per lo sviluppo e la coesione sono stati stanziati 73,5 miliardi di euro: 27 miliardi sono a disposizione delle regioni del Sud, sono stati già ripartiti, Ministro, sono stati già ripartiti nello scorso mese di giugno. È necessaria, semplicemente, una delibera del CIPESS, che eroghi queste risorse alle regioni. Non c'è alcuna ricognizione ulteriore da fare. Vanno semplicemente erogate e messe a disposizione delle regioni. Se non è stato fatto nella precedente legislatura è perché il Governo Draghi ha interrotto il proprio corso, come lei sa bene. Noi eravamo su posizioni differenti. Da quando vi siete insediati, abbiamo chiesto con forza, dall'inizio, che voi procedeste ad assegnare queste risorse alle regioni del Mezzogiorno. Da parte vostra è arrivato, però, solo un silenzio assordante, finora, e i danni che si stanno provocando alle regioni del Sud sono drammatici, perché sono bloccati progetti di investimento decisivi nel settore dell'ambiente, della formazione, dell'inclusione, del trasporto, del sostegno alle imprese. Si tratta di progetti decisivi. Non capiamo le ragioni di questa ostilità del Governo nei confronti del Sud, aumentata, aggravata e, peraltro, confermata da una proposta di autonomia differenziata che avete ripresentato in Consiglio dei Ministri e che, a nostro modo di vedere, suscita le stesse identiche preoccupazioni che avevamo manifestato rispetto alla prima bozza. È una proposta irricevibile che aumenta le distanze nel Paese. Se avete intenzione di fare la stessa cosa con queste risorse, cioè rimettere in discussione l'attribuzione già operata nelle regioni del Mezzogiorno per distribuire altrove questi fondi, sappiate che ci troverete a fare un'opposizione forte nelle istituzioni, perché non vi consentiremo di dividere il Paese, di spaccare l'Italia.