13/01/2021
Flavia Piccoli Nardelli
Di Giorgi, Lattanzio, Nitti, Orfini, Prestipino, Rossi, Gribaudo, Enrico Borghi, Fiano.
3-02008

Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   a causa dell'emergenza sanitaria dallo scorso anno scolastico si assiste ad una forzata sospensione, anche per periodi prolungati, delle attività didattiche in presenza;

   per tutelare comunque il diritto allo studio degli studenti sono state messe a disposizione delle scuole e degli studenti iniziative e strumenti per favorire l'apprendimento a distanza, attraverso la modalità della didattica a distanza/didattica digitale integrata che ha permesso, al mondo della scuola, di non interrompere l'attività didattica;

   per garantire la fornitura di dispositivi e di connessioni internet per la didattica a distanza e per la didattica digitale integrata, sono stati assegnati alle scuole oltre 170 milioni di euro, 115 milioni di fondi del Programma operativo nazionale per smart classes e devices e inoltre assegnati 1.000 assistenti tecnici per le scuole del primo ciclo;

   considerata l'attuale situazione emerge la necessità di conoscere l'effettivo impatto della «perdita di apprendimento» prodotta dalla pandemia;

   un recente report di Ipsos-Save the children, basato sulle dichiarazioni di un campione di studenti, rileva che circa il 35 per cento si sente più impreparato di quando frequentava in presenza e circa il 37 per cento lamenta un peggioramento nelle capacità di concentrazione e studio;

   altri Paesi già da settembre 2020 hanno condotto studi di approfondimento sulla preparazione degli studenti e sugli effetti della didattica a distanza; in Olanda e in Francia, ad esempio, il sistema dei test ha permesso di accertare un ritardo negli apprendimenti dei bambini della primaria pari al 20 per cento e meno del 33 per cento degli apprendimenti risultato, invece, negli studenti americani;

   lo scorso anno scolastico, a causa dell'emergenza sanitaria, le prove standardizzate Invalsi relative all'anno scolastico 2019/20 non sono state svolte;

   oggi, più che mai, si ha quindi bisogno di una descrizione analitica degli esiti di apprendimento per realizzare iniziative di recupero e/o integrazione efficaci –:

   come il Ministro interrogato intenda rilevare e misurare eventuali perdite di apprendimento e, in tal caso, se non intenda considerare un recupero formativo e didattico o un eventuale prolungamento dell'anno scolastico in corso.

 

Seduta del 13 gennaio 2021

Illustrazione di Rosa Maria di Giorgi, risposta della Ministra per l'Istruzione Lucia Azzolina, replica di Flavia Piccoli Nardelli

ROSA MARIA DI GIORGI: Grazie, Presidente. Signora Ministra, a causa dell'emergenza sanitaria dello scorso anno scolastico si assiste a una forzata sospensione, anche per periodi prolungati, delle attività didattiche in presenza, come sappiamo. Per tutelare, comunque, il diritto allo studio degli studenti, delle scuole superiori in particolare, sono stati messi a disposizione delle scuole iniziative e strumenti per favorire l'apprendimento a distanza, attraverso la modalità della DAD, mettendo a disposizione anche 170 milioni di euro e mille assistenti tecnici per le scuole del primo ciclo. Considerata l'attuale situazione, emerge la necessità di conoscere l'effettivo impatto sugli studenti italiani di questo nuovo modello di apprendimento, a fronte dei primi studi che dichiarano un peggioramento delle capacità di concentrazione e di studio. Lo scorso anno scolastico, a causa dell'emergenza sanitaria, le prove standardizzate Invalsi relative all'anno scolastico 2019-2020 non sono state svolte. Chiedo quindi alla Ministra, che ringrazio per il suo enorme impegno in questo momento così complesso, quali iniziative intenda mettere in atto per favorire un recupero, prevedendo anche eventualmente un prolungamento dell'anno scolastico.

 

LUCIA AZZOLINA, Ministra dell'Istruzione. Grazie, Presidente. Onorevole Di Giorgi, è condivisibile la sua preoccupazione per la quale la sospensione della didattica in presenza, nonostante gli investimenti del Governo e l'encomiabile impegno quotidiano di tutto il personale scolastico, possa determinare un impoverimento degli apprendimenti. Questo si configura come un problema di particolare serietà, con ricadute non solo sulla vita del singolo studente, ma, più in generale, sul futuro del nostro Paese. Il Ministero che mi onoro di rappresentare ha posto e pone tutta la necessaria attenzione per conoscere l'effettivo impatto della perdita degli apprendimenti prodotta dalle conseguenze della pandemia e per intervenire in modo mirato. Concordo con lei sulla necessità di disporre di dati e analisi sugli apprendimenti degli studenti; solo così è possibile intraprendere un processo di analisi e la pianificazione di azioni di contenimento dei probabili effetti negativi determinati dalla pandemia. È per tale ragione che stiamo lavorando con le istituzioni scolastiche, rilevando compiutamente anche gli effetti del fenomeno della dispersione scolastica che rischia concretamente di acuirsi durante l'emergenza che il Paese sta attraversando. Ricordo, altresì, che l'ordinanza ministeriale n. 11 del maggio scorso ha individuato uno specifico strumento da utilizzare in presenza di una o più insufficienze, il piano di apprendimento individualizzato, PAI. Proprio attraverso il PAI, il consiglio di classe individua, per ciascuna disciplina in cui sono state manifestate delle carenze, gli obiettivi di apprendimento da conseguire, nonché specifiche strategie per il miglioramento dei livelli di apprendimento. Il decreto-legge n. 22 dello scorso anno ha disposto che le attività concernenti il PAI si potessero svolgere non solo nel periodo intercorrente tra il 1° settembre 2020 e l'inizio delle lezioni, ma nel corso di tutto l'anno scolastico 2020-2021, secondo tempi, forme e modalità stabiliti dalle singole autonomie scolastiche. Onorevole Di Giorgi, come ho già dichiarato, bisogna agire subito. Per questo, oltre alle risorse da ultimo stanziate nel “decreto Ristori” e nella recente legge di bilancio per il miglioramento formativo e didattico, chiederò ulteriori ristori formativi per potenziare gli strumenti appena ricordati e per realizzare, anche con riferimento al primo ciclo di istruzione, iniziative di integrazione, recupero e sostegno degli apprendimenti finalizzati alla riduzione del gap formativo derivante dal prolungato ricorso all'attività della didattica a distanza.

 

FLAVIA PICCOLI NARDELLI: Grazie, Presidente, e grazie, Ministra, per la sua risposta. Accogliamo con favore il suo impegno a predisporre provvedimenti che consentano di verificare e recuperare gli apprendimenti. Siamo perfettamente consapevoli dell'importanza, per i circa 3 milioni di studenti della scuola secondaria ancora bloccati in DAD, della riapertura della scuola in presenza e delle gravi conseguenze che comporta il ritardarla ulteriormente. Seguiamo la protesta degli studenti, le loro richieste e percepiamo l'ansia delle famiglie, il loro sconcerto e la loro preoccupazione. Per questo riteniamo importante che si faccia un'indagine seria su difficoltà, opportunità colte e risultati raggiunti. Dobbiamo intervenire, garantendo sostegno e formazione degli insegnanti; se infatti i docenti, fino ad ora, hanno lavorato costruendo un modello educativo e didattico per gran parte di loro inedito, ora il loro deve essere un impegno condiviso, soprattutto se il modello della didattica integrata deve continuare. In una fase di espansione dell'epidemia in Italia e nel mondo, in ragione del senso di profonda responsabilità che deve animare tutti noi, dobbiamo dire chiaramente che il tema dell'apprendimento durante una pandemia non si risolve nella dicotomica apertura-chiusura della scuola in presenza. Il problema è molto più complesso. Per questo sono convinta sia necessario, Ministra, lavorare a un progetto di ampio respiro che faccia sentire studenti, famiglie, personale docente e non accompagnati in un percorso di prospettiva futura, fondamentale per il Paese. Dobbiamo correttezza agli italiani; per questo abbiamo bisogno, come lei stessa ha detto, di partire dai dati per offrire soluzioni oneste su quanto è possibile fare e su quanto non lo è. Di qui, Ministra, il nostro riferimento al lavoro di analisi dell'Invalsi, fondamentale per misurare la situazione e indicarci la direzione in cui andare. La centralità della scuola per il Paese e per il Partito Democratico è da sempre un tema fondamentale a cui non vogliamo rinunciare, ma proprio per questo pretendiamo che ci siano un sostegno e un accompagnamento più forti e più incisivi che consentano di affrontare questo momento di gravissima difficoltà con una visione ampia e articolata di rilancio delle politiche scolastiche.