13/11/2024
Maria Cecilia Guerra
UBALDO PAGANO, MEROLA, LAI, MANCINI, ROGGIANI, D'ALFONSO, TONI RICCIARDI, STEFANAZZI, TABACCI, GHIO, FERRARI, CASU e FORNARO
3-01552

Al Ministro dell'economia e delle finanze. – Per sapere – premesso che:

   secondo le dichiarazioni del Viceministro Leo, le prime stime delle entrate imputabili al concordato preventivo biennale, elaborate sulla base delle adesioni al 31 ottobre 2024, che avrebbe interessato più di 500 mila contribuenti, sarebbero pari a circa 1,3 miliardi di euro nel biennio (oltre 425 milioni per il 2024 e 865 milioni per il 2025);

   il gettito che risulta dalle adesioni al concordato preventivo biennale non dovrebbe essere considerato integralmente recupero di evasione perché una parte del gettito incassato, già scontata nell'andamento tendenziale delle entrate pubbliche, lo sarebbe stato comunque;

   in particolare, l'adesione da parte di contribuenti forfetari, tenuti a impegnarsi al versamento concordato per il solo 2024, e che presumibilmente al 31 ottobre 2024 sono stati in grado di effettuare un calcolo di convenienza molto preciso, può essersi tradotta in una perdita, anziché in un guadagno, per l'erario; inoltre la parte di reddito dichiarata in più dai contribuenti che aderiscono al concordato preventivo biennale, che non deriva da emersione dell'evasione, genera una perdita per l'erario, perché viene tassata con aliquote più basse di quelle ordinarie considerate nei conti tendenziali;

   l'adesione al concordato è stata associata alla possibilità di aderire a un ravvedimento operoso, forfetario, che permette di sanare l'evasione fiscale degli anni pregressi; il costo di questa operazione, valutata, cumulativamente in quasi un miliardo dal 2025 al 2029, ha trovato copertura nella riduzione del fondo a favore della riforma fiscale;

   l'articolo 40, comma 3, del decreto legislativo n. 13 del 2024 prospetta un utilizzo delle eventuali maggiori entrate derivanti dall'attuazione del concordato preventivo biennale per interventi sull'Irpef, solo dopo adeguato monitoraggio;

   la legge n. 178 del 2020, all'articolo 1, commi 3 e 4, ha stabilito le modalità per valutare come permanenti e quindi destinabili alla riduzione della pressione fiscale le entrate derivanti dal miglioramento dell'adempimento spontaneo;

   ignorare questa normativa significherebbe seguire una scorciatoia per ottenere consensi, riducendo le imposte senza adeguata copertura e creando le premesse per possibili ripercussioni future su capitoli di spesa rilevanti, quali sanità e istruzione, come avvenuto nella manovra di bilancio da ultimo presentata –:

   se e come, in considerazione delle osservazioni espresse in premessa, la valutazione di 1,3 miliardi di euro di maggior gettito si riferisca a effettivo recupero di evasione fiscale e in che misura esso possa essere destinato a interventi permanenti di revisione dell'Irpef nel rispetto della normativa in essere circa l'utilizzo delle entrate dal miglioramento dell'adempimento spontaneo.

Seduta del 13 novembre 20024

Illustrazione di Ubaldo Pagano, risposta del Ministro dell'Economia e delle finanze, replica di Maria Cecilia Guerra

UBALDO PAGANO, Signor Ministro, dal concordato preventivo vi aspettavate 2,5 miliardi e avete raccolto la metà, qualche giorno fa avete approvato un decreto apposito per riaprire i termini di adesione per trovare le risorse finalizzate a mantenere le promesse sul taglio dell'IRPEF - almeno stando al chiacchiericcio - e continuate a dire che il concordato porterà al recupero dell'evasione fiscale e a maggior gettito. Ma siamo davvero sicuri che sia così? Siamo sicuri che incasserete fino al 12 dicembre e potrete scontare una parte di entrate che verranno a mancare?

Una cosa è certa: l'impostazione iniziale della misura è stata stravolta completamente, semplicemente per renderla più seduttiva. Ma come si può credere che allungare i tempi non possa favorire calcoli di pura e semplice convenienza in chi aderirà di qui in avanti? E di conseguenza, come si può pensare che il frutto di questi atteggiamenti non sarà un minor gettito per lo Stato? Poste queste premesse, le domande sono, Ministro: come potete considerare che 1,3 miliardi di gettito finora raccolto possano essere considerati recupero all'evasione? Come e quante di quelle risorse verranno destinate a interventi permanenti di revisione dell'Irpef, se non si tengono in considerazione, ahinoi, anche gli effetti indesiderati sul gettito?

GIANCARLO GIORGETTI, Ministro dell'Economia e delle finanze. Grazie. Colleghi, nell'interrogazione si fa riferimento alle prime stime delle entrate provenienti dall'adesione al concordato preventivo biennale. In proposito, sono richiamate opportunamente disposizioni dell'articolo 1, commi 3 e 4, della legge n. 178 del 2020, che hanno delineato i presupposti e le modalità per considerare le maggiori entrate derivanti dal miglioramento dell'adempimento spontaneo da parte dei contribuenti come permanenti e, conseguentemente, suscettibili di essere destinate alla riduzione della pressione fiscale. Questo è l'elemento di riferimento.

Tanto premesso, la richiesta di chiarimenti è relativa alla misura in cui tale gettito possa essere destinato a interventi permanenti di revisione dell'Irpef, nel rispetto della richiamata normativa. Al riguardo, richiamo che, nella seduta di ieri, il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto-legge, che ha riaperto il termine entro il quale i soggetti che applicano gli indici di affidabilità fiscale possono aderire al concordato preventivo biennale. Tale possibilità di aderire al concordato, presentando apposita dichiarazione dei redditi integrativa, sarà riconosciuta fino al 12 dicembre 2024 a quei contribuenti che hanno presentato la dichiarazione dei redditi entro il termine del 31 ottobre 2024 e che, pur avendone i requisiti, non hanno aderito. L'adesione sarà possibile a condizione che, nella dichiarazione integrativa, non siano indicati un minor imponibile, un minore debito d'imposta o un maggiore credito rispetto a quelli riportati nella dichiarazione presentata entro il 31 ottobre. All'esito del monitoraggio dei dati definitivi relativi all'adesione del concordato preventivo pluriennale, saranno delineate iniziative normative in coerenza con quanto disposto dall'articolo 40 del decreto legislativo n. 13 del 2024, che destina in via prioritaria il gettito derivante dalla predetta misura alla riduzione delle aliquote Irpef.

L'impiego delle maggiori risorse, che dovesse emergere nell'anno in corso o nei prossimi esercizi finanziari, potrà comunque essere valutato solo all'esito dei versamenti dell'acconto e delle altre scadenze previste, previa verifica da parte del MEF che sussista una effettiva maggiorazione rispetto alle risorse scontate nei tendenziali e sempre garantendo la neutralità su tutti i saldi di finanza pubblica.

MARIA CECILIA GUERRA, Grazie, Presidente. Non sono soddisfatta della risposta perché è stata una risposta parzialissima, non ha risposto al punto cruciale. Non sono stata io, è stato il Vice Ministro Leo a dire che abbiamo 1,3 miliardi di recupero dell'evasione per i dati correnti. E lei non ha spiegato se questi 1,3 miliardi rispondono ai requisiti che qui le proponevo, perché siamo di fronte, evidentemente, a un flop di questa operazione, che si è cercato di tenere in vita in tutti i modi, regalando di tutto: aliquote agevolate, la possibilità di aderire anche per gli evasori conclamati perché hanno un ISEE bassissimo, la possibilità di dichiarare il falso fino al 30 per cento in più del proprio reddito effettivo, e così via.

Quindi, il problema che abbiamo davanti - su cui le chiedevo di rispondere e che è legato a questo flop palese - è che siamo di fronte al fatto che hanno aderito principalmente quelli a cui conveniva perché pagano meno, quelli che avrebbero comunque adeguato con maggior onere la propria posizione in dichiarazione. Questo fa sì che il gettito sarà addirittura più basso di quello che ci sarebbe stato senza il concordato. Non hanno aderito, sicuramente, quelli che, giustamente, non si sentono di fare una scommessa sul proprio reddito. E invece non hanno diritto neppure gli evasori, perché non sono stati certo minacciati dai vostri stucchevoli spot a base di ostriche e Guardia di finanza che viene a prenderti a casa, quando nel contempo sono blanditi dai condoni che voi fate continuamente e dal fatto che adesso la nostra maggioranza sta proponendo una nuova rottamazione. Ma chi è quel folle? Chi è quel folle che paga qualcosa quando sa che, se non paga, nell'ipotesi remota, remotissima secondo il Vice Ministro Leo, in cui venisse per caso scoperto, avrà la possibilità o di un condono, o di una rottamazione, o di pagare in comode rate decennali? Perché questa è la vostra politica.

La domanda a cui, allora, lei non ha risposto, signor Ministro, è fino a quando si potrà accettare una discriminazione così grande tra chi paga mese per mese e chi, invece, paga se vuole, quando vuole e può scegliere, se gli conviene, di dichiarare un reddito più basso di quello effettivo. Con quale faccia chiamate questo recupero dell'evasione.