30/03/2021
Flavia Piccoli Nardelli
Di Giorgi, Lattanzio, Nitti, Orfini, Prestipino, Rossi, Gribaudo, Enrico Borghi, Fiano.
3-02149

 Al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   i dati anticipati dal Ministero dell'università e della ricerca nel mese di ottobre 2020, all'inizio dell'anno accademico 2020/2021, evidenziano come l'emergenza COVID abbia generato nelle università un incremento delle immatricolazioni e una redistribuzione su tutto il territorio;

   sebbene il trend negli ultimi 15 anni abbia fatto registrare – complessivamente – una perdita di 37 mila nuovi iscritti, per l'anno accademico 2020/2021 gli atenei italiani sembrerebbero aver registrato un aumento del 7 per cento delle nuove iscrizioni rispetto all'anno precedente. Su un totale di 475.283 nuove matricole, sono ben 322.729 i giovani che hanno deciso di iscriversi a un ciclo di studi triennale, contro i circa 307 mila nuovi iscritti durante l'anno accademico precedente;

   scorrendo la classifica degli atenei con i maggiori incrementi percentuali d'immatricolazione, è possibile ipotizzare che molti studenti abbiano scelto di iscriversi negli atenei più vicini alla propria città di residenza. Un'ipotesi che potrebbe trovare sostegno nella messa in atto della didattica mista e la conseguente scelta di non spostarsi troppo dalla propria città. A ciò certamente si aggiunge la possibile crisi economica e la necessità, dunque, di voler risparmiare su affitti e spostamenti pur di non abbandonare gli studi;

   a livello regionale sembrerebbero aumentate le immatricolazioni nelle università con sede in Umbria, Sicilia e Veneto, che registrano rispettivamente il +32,9 per cento, +15 per cento e +11,8 per cento delle iscrizioni rispetto all'anno precedente;

   i dati registrano anche un lieve aumento delle immatricolazioni nei grandi atenei e nelle università private nelle grandi città: +6,4 per cento per la Luiss, +3,1 per cento per la Bocconi e +2,5 per cento per la Cattolica;

   tra gli interventi messi in atto per fronteggiare l'emergenza sanitaria a sostegno degli studenti si ricorda l'allargamento della no tax area e l'incremento di 165 milioni di euro per la riduzione delle tasse e di 70 milioni di euro per le borse di studio –:

   se risulti confermata l'analisi inizialmente anticipata di un incremento del 7 per cento delle immatricolazioni nell'anno accademico 2020/2021 e come risultino distribuite su tutto il territorio.

 

Seduta del 31 marzo 2021

Illustrazione e replica di Rosa Maria Di Giorgi, risposta della Ministra dell'Università e della ricerca Maria Cristina Messa

ROSA MARIA DI GIORGI: Grazie, Presidente. Signora Ministra, i dati anticipati dal Ministero all'inizio dell'anno accademico 2020/2021 evidenziano come l'emergenza COVID abbia generato nelle università un incremento delle immatricolazioni, con una redistribuzione in tutto il territorio nazionale. Sebbene il trend negli ultimi quindici anni abbia fatto registrare complessivamente una perdita di 37 mila nuovi iscritti, per l'anno accademico 2020/2021 gli atenei italiani sembrerebbero aver registrato un aumento del 7 per cento delle nuove iscrizioni rispetto all'anno precedente. Scorrendo la classifica degli atenei con i maggiori incrementi percentuali di immatricolazione è possibile ipotizzare che molti studenti abbiano scelto di iscriversi negli atenei più vicini alla propria città di residenza, e questo è un altro tema che le pongo. Un'ipotesi che potrebbe trovare sostegno nella messa in atto della didattica mista, con la conseguente scelta di non spostarsi troppo dalla propria città. Le voglio chiedere, a fronte di queste considerazioni, se questo le risulta e se questo incremento del 7 per cento, che sarebbe interessante, è reale.

 

MARIA CRISTINA MESSA, Ministra dell'Università e della ricerca. Intanto ringrazio gli onorevoli interroganti perché con il loro quesito mi consentono di evidenziare come comincino ad emergere segnali positivi che danno fiducia per il nostro futuro. Fin dall'inizio della pandemia il sistema universitario e dell'alta formazione ha saputo meritarsi la fiducia degli studenti, dimostrando di potersi convertire praticamente in tempo reale in forme avanzate di didattica a distanza e blended. Inoltre, non appena le misure di contenimento della pandemia lo hanno permesso, si sono subito riattivate anche in presenza le attività laboratoriali, di ricerca e di didattica a piccoli gruppi. A partire da settembre, poi, il sistema dell'alta formazione ha garantito una graduale ripresa in presenza delle attività didattiche, senza registrare né nell'università né nelle altre istituzioni di alta formazione episodi tale da mettere in discussione il sistema organizzativo adottato. La piena continuità, quindi, dell'attività didattica delle università risulta confermata dalla circostanza per la quale nel secondo semestre dello scorso anno accademico il numero di esami e di laureati è risultato addirittura superiore rispetto all'anno precedente.

Quindi, in questo clima di generale fiducia sulle potenzialità del sistema dell'alta formazione si sono innestate le importanti misure del Governo nel campo del diritto allo studio, sia attraverso un ampio allargamento della platea dei beneficiari della no tax area sia grazie a un deciso investimento sulle borse di studio per gli studenti meritevoli ancorché privi di mezzi. L'insieme di queste condizioni, quindi, ha determinato lo straordinario risultato di una vera e propria inversione di tendenza sul dato delle immatricolazioni nelle università. Mi fa allora davvero piacere confermare che i dati esposti dagli interroganti corrispondono al vero, visto che al trend indubbiamente negativo degli ultimi anni si è risposto, nell'anno della pandemia, con 312 mila nuove immatricolazioni, che vuol dire nuovi ingressi all'università con un aumento pari al 5 per cento, a cui si devono aggiungere oltre 140 mila iscrizioni in più al primo anno delle lauree magistrali biennali, numeri che consentono così di arrivare ad un incremento complessivo di circa il 7 per cento totale delle iscrizioni. Anche grazie alla forza di questi dati, si impone dunque la validità delle misure sul diritto allo studio che - voglio rassicurare gli onorevoli interroganti - faranno certamente parte delle nostre misure del Piano nazionale di ripresa e resilienza, a testimonianza della volontà di considerarle quali investimenti seri e duraturi per il futuro delle nostre generazioni e lo sviluppo sociale ed economico del nostro Paese.

 

ROSA MARIA DI GIORGI: Grazie, signora Ministro. Le sue informazioni ci descrivono un quadro positivo pur nella permanente difficoltà che il nostro Paese si trova a dover affrontare in merito al numero dei laureati, ancora insufficienti, purtroppo. Noi sappiamo che - come lei ben ha ricordato - lo sviluppo di una nazione è determinato dall'investimento in capitale umano, in formazione, nell'alta formazione e nella ricerca scientifica. Questa sfida che lei ha citato oggi, e che col suo collega, che vedo seduto accanto, stiamo affrontando e affrontate come Governo, fa sì che debbano essere raccolte tutte le energie del Governo e del Parlamento perché vengano impiegate per superare questo gap che ancora non ci consente una reale competizione a livello internazionale, nonostante l'altissimo livello dei nostri ricercatori e l'orgoglio che noi abbiamo rispetto a loro. Gli investimenti in legge di bilancio, voglio aggiungere anche quelli, e le risorse già previste nel Next Generation EU ci fanno ben sperare in una svolta. Ecco, questa svolta noi vogliamo che ci sia. Vi seguiremo, faremo in modo di supportarvi su questo perché credo che sia davvero l'unica nostra opportunità per uno sviluppo del nostro Paese. Quindi, l'università e la ricerca al centro, e i nostri ragazzi si devono iscrivere sempre di più, perché è la cosa che serve. La cultura è la cosa più importante, la cultura e la conoscenza. Attraverso questo penso proprio che l'Italia potrà andare avanti. Grazie, Ministro, per il suo impegno.