20/01/2021
Lia Quartapelle Procopio
FASSINO, BERLINGHIERI, BOLDRINI, LA MARCA, SCHIRÒ, GRIBAUDO, FIANO e ENRICO BORGHI
3-02027

Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   Navalny, il più noto oppositore di Putin, è stato arrestato appena atterrato in Russia, al rientro dal periodo di convalescenza in Germania, dove, nel settembre 2020, è stato ricoverato per un presunto avvelenamento;

   il suo volo, che sarebbe dovuto atterrare all'aeroporto di Vnukovo, è stato fatto atterrare all'ultimo momento a Mosca e i sostenitori che lo attendevano – oltre 300 persone – sono stati sgombrati e circa 50 arrestati;

   Navalny è stato condannato a 30 giorni di arresto per la conversione di una pena detentiva sospesa per «mancato rispetto degli obblighi imposti», nell'ambito del processo Yves Rocher per appropriazione indebita di 26 milioni di rubli da una filiale dell'azienda, anche se la stessa azienda aveva affermato di non aver subito «nessun danno» e, inoltre, nel 2017, la Corte europea dei diritti dell'uomo aveva stabilito che l'oppositore era stato privato del diritto a un giusto processo;

   l'udienza si è svolta all'interno della stazione di polizia, senza che il suo avvocato potesse vederlo;

   Navalny era consapevole del suo arresto appena fosse rientrato in patria, ma ha comunque deciso di farvi ritorno;

   la reazione internazionale al suo fermo è stata immediata: il suo rilascio è stato richiesto dalla Presidente della Commissione europea, dal Commissario Onu per i diritti umani e dal Segretario generale della Nato;

   altresì il Presidente degli Stati Uniti d'America Biden ha affermato, tramite il suo consigliere per la sicurezza, che «Navalny deve essere immediatamente liberato e i responsabili del vergognoso attacco alla sua vita devono essere perseguiti», definendo «gli attacchi del Cremlino a Navalny non solo una violazione dei diritti umani, ma anche un affronto al popolo russo che vuole che la propria voce sia ascoltata»;

   anche il Ministro interrogato ha affermato che l'arresto di Navalny è «un fatto molto grave che ci preoccupa», chiedendone «l'immediato rilascio» e il rispetto dei «suoi diritti»;

   il caso Navalny sarà un punto del prossimo Consiglio europeo e, dalle dichiarazioni dell'Alto rappresentante per la politica estera dell'Unione europea Borrell, l'Unione europea parrebbe essere intenzionata ad un inasprimento delle sanzioni contro Mosca –:

   quali iniziative intenda intraprendere il Governo nei consessi bilaterali con la Russia e in quelli europei per chiedere l'immediato rilascio di Navalny, sostenere la richiesta di indagini imparziali e approfondite relativamente al suo avvelenamento e affinché la Russia rispetti i suoi impegni internazionali sui diritti umani e lo Stato di diritto.

 

Seduta del 20 gennaio 2021

Illustrazione e replica di Lia Quartapelle Procopio, risposta del Ministro per gli Affari Esteri Luigi Di Maio

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO: Grazie, Presidente. Lo hanno seguito, gli agenti dell'FSB, per sette anni; lo hanno avvelenato il 20 agosto e si è salvato grazie all'intervento di medici tedeschi, che lo hanno curato in Germania; è tornato in Russia - sto parlando di Aleksej Navalny - ed è tornato in Russia perché non ha nulla da nascondere, perché quello è il suo Paese ed è lì che lui vuole combattere la corruzione di un regime che finora lo ha lasciato senza libertà a continuare a combattere le battaglie. È stato arrestato appena arrivato in aeroporto, hanno dovuto cambiare aeroporto, hanno dovuto arrestare i suoi sostenitori. È stato arrestato, forse, per la colpa di essere sopravvissuto. È stato processato rapidamente.

Abbiamo visto la sua dichiarazione a sostegno di Navalny per chiederne la liberazione, ma qui le chiediamo, proprio per il coraggio di questo oppositore, che cosa di più possiamo fare, che cosa di più può fare l'Europa per sostenere un uomo che, con coraggio, lotta per la libertà del proprio Paese.

 

LUIGI DI MAIO, Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Grazie, signor Presidente. Deputate e deputati, sopravvissuto all'avvelenamento di agosto, domenica scorsa, Aleksej Navalny è stato arrestato a Mosca con l'accusa di aver violato i termini di una condanna con sospensione della pena in un processo per truffa e riciclaggio risalente al 2014. Navalny, che dopo le cure in Germania tornava per la prima volta in Russia, è stato sottoposto a un fermo di polizia, con successiva convalida dell'arresto per trenta giorni, in attesa dell'udienza prevista il 29 gennaio. L'Italia, come già ribadito pubblicamente, lo ritiene inaccettabile e chiede l'immediato rilascio. La stessa posizione è condivisa da numerosi esponenti della comunità internazionale. L'Alto rappresentante Borrell ha emesso una dichiarazione a nome dei 27 per condannare la detenzione e ribadire la richiesta di rilascio, definendo inaccettabile la politicizzazione della giustizia e invocando il rispetto dei diritti dell'attivista e la liberazione dei giornalisti e cittadini contestualmente arrestati. Finora, le autorità russe hanno ignorato gli appelli internazionali, rivendicando il carattere interno del caso. A Bruxelles, i nostri ambasciatori stanno valutando gli strumenti migliori per una reazione europea, anche in vista della discussione che avremo al Consiglio affari esteri di lunedì prossimo. Come sapete, il 2 settembre 2020, le autorità tedesche avevano confermato l'avvelenamento di Navalny con un agente chimico di tipo Novichok, notizia ribadita dall'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche. Con il sostegno dell'Italia, il 15 ottobre, l'Unione europea ha pubblicato sette designazioni nell'ambito del regime sanzionatorio orizzontali sulle armi chimiche, includendo due Vice Ministri della difesa, il direttore dell'intelligence interna e dirigenti di vertice del Cremlino ritenuti responsabili a vario titolo. Sul tavolo c'è ora l'ipotesi di ulteriori misure restrittive: siamo pronti a valutarle. Per la credibilità dello strumento sanzionatorio, riteniamo opportuno che esse abbiano un fondamento giuridico solido, tale da superare il giudizio delle Corti europee in caso di ricorsi. Occorrerà, inoltre, riflettere sulla tempistica in funzione degli sviluppi del caso.

Continuiamo a seguire la questione anche all'interno dell'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, dove sono in corso, non senza difficoltà, i negoziati tra la Russia e il Segretario tecnico, per definire il quadro giuridico di una visita di assistenza tecnica dell'organizzazione. Concludendo, la detenzione di Navalny è inaccettabile e continueremo a sottolinearlo anche sul piano bilaterale. Per questo riteniamo che una reazione europea sia necessaria. Il caso suscita forte indignazione nelle nostre opinioni pubbliche, lo seguiremo con la massima attenzione in tutte le sedi, con franchezza e senza alcuna compiacenza. Siamo preoccupati dinanzi al progressivo restringersi degli spazi per i diritti civili e politici della Federazione russa e, allo stesso tempo, vediamo il rischio di un ulteriore approfondimento del solco tra Occidente e Mosca. L'Italia ha un'importante tradizione di dialogo e apertura, che anche questo Governo rivendica, ma che non può svilupparsi a scapito del rispetto dei diritti umani e dello Stato di diritto, che continueremo a promuovere in Russia e altrove.

 

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO: Grazie, Presidente. Grazie, signor Ministro, sono particolarmente importanti gli aggettivi che lei ha scelto di utilizzare per raccontare quale è la posizione italiana: noi riteniamo inaccettabile la situazione di Navalny e lavoreremo con la massima attenzione per la sua liberazione; sosterremo tutte le iniziative europee, e con gli alleati americani, affinché l'attivista venga liberato. L'Italia ci sarà ed è molto importante sentirlo da lei, ancora una volta; sarebbe bello, però, che ci fosse tutta l'Italia, non solo il Governo, non solo questa maggioranza. L'opinione pubblica è stata molto colpita dalla coerenza, dal coraggio, dalla determinazione di Navalny, di sua moglie, dei suoi sostenitori, che non hanno paura e, a testa alta, vanno avanti nelle loro denunce contro la corruzione di Putin. Non è stata la stessa cosa da parte di tutte le altre forze politiche: la Lega, a Bruxelles, ieri, ha speso delle parole importanti a sostegno dell'attivista, sarebbe bello sentirle anche qui, in Italia, pronunciate dal loro leader, che tante volte, invece, ha detto cose molto lusinghiere su Putin, ha detto che si sarebbe trovato più sicuro a Mosca che a Bruxelles. E piacerebbe anche sentire pronunciare da chi usa a proposito e a sproposito la parola “patriota”, perché Navalny è un patriota, una persona che non ha paura di lottare per il proprio Paese. Sarebbe bello sentirlo anche dai colleghi di Fratelli d'Italia, da cui non abbiamo sentito una parola su tutto questo.