Al Ministro della salute. – Per sapere – premesso che:
secondo il report vaccini anti COVID-19 pubblicato sul sito del Governo, il 23 marzo 2021 alle ore 6.00, sono state somministrate 8.029.789 dosi su 9.577.500 dosi consegnate, pari ad una media nazionale del 83,8 per cento;
secondo l'ultimo piano vaccinale le linee operative da seguire per completare al più presto la campagna vaccinale ed arrivare a regime a somministrare almeno 500 mila dosi al giorno a cominciare dalla metà di aprile 2021, per giungere alla vaccinazione di massa (almeno l'80 per cento della popolazione vaccinata) entro la fine di settembre 2021, sono la capillarità e la spinta alla distribuzione e alla somministrazione delle dosi vaccinali;
per poter arrivare a questo obiettivo le regioni e le province autonome devono definire dei piani regionali, seguendo le indicazioni stabilite a livello centrale, e, attraverso le aziende sanitarie, organizzare sul campo le attività di somministrazione e registrazione, anche con la collaborazione delle strutture regionali di protezione civile se necessario;
da qui a Pasqua saranno messe a disposizione delle regioni ulteriori quattro milioni e mezzo di nuove dosi che vanno ad aggiungersi al milione e mezzo presenti tuttora nei depositi; si tratta del 40 per cento del totale distribuito finora, sufficiente a raddoppiare il numero giornaliero delle vaccinazioni, portandole a 400.000, avvicinandosi così al numero ottimale previsto per metà aprile 2021;
a fronte di questi arrivi, alcune regioni manifestano difficoltà nell'utilizzo degli approvvigionamenti utili per la somministrazione con celerità, né sono in grado, con il sistema digitale a loro disposizione, di gestire le prenotazioni in maniera efficiente e fissare gli appuntamenti nelle sedi disponibili, così come non si ha un sistema di raccolta e analisi dei dati sufficiente ed omogeneo a indicare il rapporto tra popolazione vaccinata e non, per categorie e fasce di età ed un monitoraggio dei diversi livelli di protezione immunitaria;
ad esempio, in Lombardia, a causa della scelta del modello di prenotazione vaccinale, le prenotazioni in alcune province sono letteralmente andate in tilt, mortificando la disponibilità del personale sanitario e non utilizzando appieno le dosi vaccinali previste; nel contempo in altre regioni la scelta del modello gestionale appare molto più efficace e tempestiva –:
quali iniziative di competenza il Governo intenda adottare per garantire un sufficiente livello di approvvigionamento dei vaccini ed un sistema certo, uniforme ed efficace, comprensivo anche dell'utilizzo delle dosi giornaliere non somministrate.
Seduta del 24 marzo 2021
Illustrazione di Luca Rizzo Nervo, risposta del Ministro della Salute Roberto Speranzaì, replica di Elena Carnevali
LUCA RIZZO NERVO: Grazie, Presidente. Ministro, la domanda che le poniamo oggi ha su di sé l'attesa e l'aspettativa di tutti i cittadini italiani. Il tema è l'accesso universale alle vaccinazioni, e cioè l'accesso a una prestazione potenzialmente salvavita e l'unica in grado di abbassare l'enorme pressione che ancora vi è oggi sul Servizio sanitario nazionale; attesa e diritto all'accesso, condizionato fin qui dai ritardi di fornitura dei produttori di vaccini, nonostante gli accordi contrattuali. Ora la situazione sta cambiando ed entro metà aprile saremo a regime per l'obiettivo di 500 mila dosi al giorno somministrate. Questo richiede, oltre alle dosi, organizzazioni della logistica e sistemi di prenotazioni efficaci per fissare gli appuntamenti e garantire l'accesso. Su questo vi sono state, in questi mesi, esperienze virtuose, come quella del Lazio, e vicende di grave inefficienza, come quella della Lombardia, che ha messo in crisi la campagna vaccinale in alcune province. Per questo le chiediamo rassicurazioni su una logistica efficiente, garanzie sul monitoraggio e gestione dei dati di vaccinazione, certezze sull'uniformità nazionale degli strumenti di prenotazione per evitare diseguaglianze d'accesso e certezze sulla gestione e organizzazione delle dosi non utilizzate, perché vi siano liste definitive di sostituti, perché nessuna dose vada sprecata.
ROBERTO SPERANZA, Ministro della Salute: Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti, che toccano un tema che credo sia fondamentale nelle prossime settimane. Ho già detto che consideriamo, infatti, la campagna di vaccinazione l'arma fondamentale con cui provare a chiudere questa stagione così difficile. Non vi è alcun dubbio che dobbiamo mettere su questa campagna di vaccinazione tutta l'attenzione e tutte le energie possibili, in un massimo spirito di condivisione e di coordinamento. Le prossime settimane saranno quelle decisive, ce lo dicono i numeri; i numeri delle dosi in arrivo, che finalmente dovrebbero vedere soddisfatte le nostre esigenze e metterci nelle condizioni di promuovere una vera accelerazione. Voglio ricordare a quest'Aula che solo da qui alla fine di marzo, quindi nei pochissimi giorni che ci separano dalla fine del mese, ci aspettiamo oltre 4 milioni di dosi, più o meno 4 milioni e mezzo. E poi ancora, nel Q2, quindi nel secondo trimestre, ci aspettiamo oltre 50 milioni di dosi in arrivo; e ancora oltre 80 milioni di dosi in arrivo in Q3. Tra queste dosi ci sarà anche un vaccino, che oggi non è ancora disponibile anche se approvato, che è quello di Johnson & Johnson, che ha una caratteristica molto importante, cioè che può far giungere all'immunità con una sola somministrazione. Ed è del tutto evidente che, sul piano logistico, sul piano organizzativo, poter immunizzare con una sola dose è senz'altro un passo avanti molto, molto significativo. Ancora, lavoriamo ogni giorno in raccordo con gli altri Paesi europei perché le case farmaceutiche rispettino pienamente gli impegni assunti. Le mancate consegne che ci sono state, purtroppo, nei primi mesi della campagna di vaccinazione, hanno provocato spiazzamenti molto difficili da gestire. Il Piano vaccino è stato approvato da tutte le regioni. Tutte le regioni sono tenute, quindi, a rispettarlo e il Governo nazionale, attraverso il commissario, segue con la massima attenzione tutto ciò che avviene sul piano regionale ed è pronto, in ogni occasione, ad offrire il massimo di supporto a tutte le regioni che, lo ribadisco, sono tenute ad attenersi al Piano che abbiamo insieme condiviso.
ELENA CARNEVALI: Grazie, Presidente Mandelli. Noi abbiamo bisogno di passare dalla previsione alle certezze, e quindi 52 milioni di vaccini sono per noi assolutamente importanti, così come garantire i quantitativi settimanali con certezza alle regioni perché facciano programmazione. Vado sulla questione della programmazione delle dosi somministrate: differenze regionali che non sono più accettabili. Sono cinque le regioni in ritardo: Calabria, Sardegna, Liguria, Veneto e Lombardia. Faccio riferimento anche alla notizia, che sappiamo, che il generale Figliuolo manderà un esperto per pianificazione in tutte le regioni. Bene, anche nella regione Lombardia ne abbiamo assolutamente la necessità, e con urgenza. Dopo le candide ammissioni di Gallera al fallimento di Aria, oggi abbiamo anche sentito le scuse di Bertolaso e anche le scuse dell'assessora Moratti, sacrosante, assolutamente il minimo sindacale da chi, in particolare dai banchi della Lega, chiedeva che il Piano nazionale lombardo diventasse un Piano nazionale. Abbiamo una media di 158 mila vaccini/die , con punte di 280 mila. Ecco, se vogliamo arrivare a 500, bene, più punti di somministrazione, bene gli accordi con le organizzazioni professionali e con le farmacie, capita, però, tanto per fare sempre qualche esempio, che a Olgiate Molgora, Calolziocorte, Oggiono e Lissone i punti vaccinali li chiudiamo, invece di aprirli. Ecco, allora, il punto vero è: ma qui, il controllo chi è che lo fa, come possiamo fare in modo che si rispetti innanzitutto la volontà di proseguire, come garantiamo il rispetto delle priorità, come facciamo in modo che quei dati siano pubblici, non solo i dati relativi alle dosi consegnate e a quelle somministrate, ma anche per le classi di età, ma anche rispetto alla popolazione da vaccinare e, soprattutto, rispetto alle priorità? Perché di furbetti e di scaltri non abbiamo più bisogno, per il rispetto di coloro che lo stanno aspettando e che soprattutto ne hanno più bisogno.