Al Ministro della salute. – Per sapere – premesso che:
«la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti». Così recita l'articolo 32 della Costituzione, sancendo il diritto alla salute come un diritto fondamentale ed universale;
in seguito, con l'articolo 1 della legge 23 dicembre 1978, n. 833, è stato istituito il Servizio sanitario nazionale e sono stati fissati gli obiettivi legati ai principi di universalità, eguaglianza ed equità;
l'efficienza del Servizio sanitario nazionale è frutto sia delle risorse dedicate che dei singoli modelli organizzativi che ciascuna regione adotta;
lo scenario che restituisce la regione Liguria presenta gravi criticità, con 850.000 esami in attesa nel 2023 e in alcune aziende sanitarie locali 259 giorni d'attesa per poter eseguire una colonscopia urgente, 249 per ecoaddome, 308 per ecocolordoppler, 180 per una visita oculistica, solo per citare qualche esempio, e, nonostante, negli ultimi due anni sulle liste d'attesa la regione abbia stanziato 100 milioni di euro, esclusivamente per la sanità privata, per recuperare il gap;
a giudizio degli interroganti in Liguria con il governo di centrodestra si è assistito: a privatizzazioni selvagge; a mancati investimenti sulla sanità pubblica; a non valorizzazione delle competenze; a nessun investimento nell'erogazione dei servizi; a nessun ospedale, seppur promesso, realizzato; a interi reparti ormai gestiti solo con personale a gettone che ha portato inevitabilmente la sanità ligure allo sfascio;
la stessa A.li.sa, l'Azienda ligure sanitaria fondata nel 2016 dalla prima giunta Toti che doveva «coordinare» le aziende e razionalizzare la spesa sanitaria, ad avviso degli interroganti ha pienamente fallito nel suo ruolo, tant'è che ora si annunciano le ennesime consulenze esterne con i tagli lineari ai bilanci delle aziende;
per ripianare un bilancio mandato in dissesto dall'attuale governo si annunciano ulteriori tagli alla sanità regionale, che andranno a colpire indiscriminatamente situazioni già critiche, quali la medicina territoriale, la salute mentale, la neuropsichiatria infantile o addirittura il blocco delle assunzioni;
la strada da percorrere è sicuramente un'altra rispetto a quella intrapresa in questi ultimi anni dal governo regionale e passa dal rafforzamento del pubblico e dalla costruzione di eccellenze sul territorio per invertire una tendenza che con la destra è solo peggiorata –:
alla luce di quanto espresso in premessa quali iniziative urgenti, per quanto di competenza, il Ministro intenda interrogato adottare affinché sia garantito il diritto alla salute e alle prestazioni sanitarie, così come sancito dall'articolo 32 della Costituzione a coloro che risiedono in Liguria.
Seduta del 16 ottobre 2024
Illustrazione di Ilenia Malavasi, risposta del Ministro della salute, replica di Valentina Ghio
ILENIA MALAVASI, Grazie, Presidente. Ministro, la situazione della sanità ligure è drammatica. È tra le regioni peggiori del Centro-Nord Italia per i LEA, passando dall'ottavo posto nel 2019 al tredicesimo del 2022, ed è tra le regioni che registra il maggior numero di partenze tra i malati, con il 13,7 per cento dei cittadini che si rivolgono fuori regione per le prestazioni sanitarie, con un dato di costo a carico della regione che è passato dai 51 milioni del 2020 ai 115 del 2023. Due liguri su tre scelgono di operarsi fuori regione, soprattutto a causa di lunghe liste di attesa che a volte arrivano a superare i 12 mesi. È la regione peggiore per spesa pro capite a carico delle famiglie, per costo sulla sanità privata, con un aumento dieci volte superiore alla media nazionale. Credo che la Sanità in Liguria con il Governo di centrodestra abbia decisamente peggiorato la sanità, con privatizzazioni selvagge, mancati investimenti sulla sanità pubblica, nessun ospedale realizzato, nonostante le promesse, e interi reparti gestiti solo con personale a gettone. Le chiediamo dunque quali misure urgenti di sua competenza intenda adottare affinché sia garantito il diritto alla salute e alle prestazioni sanitarie, così come sancito dall'articolo 32 della Costituzione, ai cittadini che risiedono in Liguria.
ORAZIO SCHILLACI, Ministro della Salute. Grazie, Presidente. Per fornire riscontro ai quesiti degli onorevoli interroganti, ho provveduto ad acquisire gli indispensabili elementi di contributo dalla regione Liguria. In particolare, con riferimento alle criticità segnalate sulle liste d'attesa, la regione Liguria ha rappresentato prioritariamente che i progressi e le innovazioni tecnologiche intervenute nel campo della medicina hanno contribuito nel tempo ad aumentare in modo esponenziale la domanda di prestazioni.
Ciò considerato, la regione sta intervenendo sia sulla domanda, lavorando sull'appropriatezza, anche tramite strumenti informatici e algoritmi, sia sull'offerta di prestazioni, che deve essere, oltre che coerente con una domanda appropriata, massimizzata, ricorrendo anche al privato accreditato senza oneri per il cittadino. Ritengo, in tale ambito, doveroso rammentare che, con il decreto-legge n. 73 del 2024, questo Governo ha provveduto ad adottare una serie di misure urgenti per la riduzione dei tempi delle liste d'attesa delle prestazioni sanitarie per assicurare una risposta più efficace del sistema sanitario alle esigenze dei cittadini.
Dall'esito del monitoraggio sul recupero delle liste d'attesa condotto dal Ministero, prendo atto che la regione Liguria risulta aver recuperato tutte le prestazioni arretrate sia riferite al periodo Covid 2020-2021, sia le code generatesi nel corso del 2022. Per quanto concerne il ricorso al settore privato, la regione Liguria ritiene necessario segnalare che, come emerge dagli studi di settore, si ricava una percentuale di spesa del servizio sanitario regionale per l'assistenza privata accreditata pari al 10,6 per cento, inferiore al dato di altre regioni. In particolare, per la produzione ambulatoriale la regione Liguria è terzultima, con una componente privata pari ad un quinto rispetto alla media nazionale. In merito al problema del ricorso delle strutture sanitarie all'utilizzo del personale a gettone, devo ricordare che questo Governo ha individuato, con l'articolo 10 del decreto-legge 30 marzo 2023, la possibilità per le aziende e gli enti del sistema sanitario nazionale di procedere all'esternalizzazione dei servizi erogati nei soli casi di necessità e urgenza, in un'unica occasione e senza possibilità di proroga, laddove non sia possibile ovviare diversamente alle carenze del personale sanitario.
A tal riguardo, colgo l'occasione per informare che, in data 8 ottobre 2024, è stato registrato dalla Corte dei conti ed è quindi oggi in corso di pubblicazione il documento recante apposite linee guida per i condurre contenere i suddetti affidamenti entro limiti precisi. La regione Liguria, poi, dichiara di supportare la formazione specialistica dei medici con finanziamento di borse regionali per specializzandi e ha realizzato, con un progetto europeo, la formazione dell'infermiere di comunità.
Infine, sul tema dell'erogazione dei servizi la regione conferma la priorità della presa in carico del cittadino, ha raggiunto l'obiettivo individuato dal PNRR riguardo l'assistenza domiciliare integrata, con lo scopo di ridurre le disparità territoriali nell'erogazione dei servizi attualmente esistenti. Comunica poi di avere in corso di attuazione un programma di complessivo ammodernamento dei presidi ospedalieri, che interessa l'intero territorio ligure.
VALENTINA GHIO, Grazie, Presidente. Purtroppo, il Ministro con questa risposta ha dimostrato che il Governo ha abbandonato definitivamente la Liguria, parlando di un decreto Liste d'attesa che, peraltro, non è finanziato, e quindi senza una risposta concreta a quei 150.000 liguri che, pur in una regione piccola come la nostra, rinunciano alle cure per l'inadeguatezza del sistema. Peraltro, anche i numeri e dati in questi giorni sulla manovra di bilancio dimostrano chiaramente le mistificazioni portate avanti in queste settimane e sono stati ridimensionati con chiarezza oggi dal Ministro Giorgetti, che smentisce i 3 miliardi e mezzo, ma parla di soli 880 milioni di euro per il prossimo anno. Si tratta di una cifra largamente insufficiente, che non incrementa il rapporto della spesa sanitaria sul PIL e che in Liguria vuole dire solo briciole, proprio dove - notizia di questi giorni - anche la spesa sanitaria è ben oltre quella delle altre regioni. A questo punto, è ben evidente che l'articolo 32 della Costituzione non è rispettato, non è rispettato in questi nove anni. Dati di questi giorni: otto mesi per una colonscopia urgente, dieci mesi per un ecodoppler. Questo è solo un minimo spaccato dei numeri che evidenziano il tracollo della sanità pubblica ligure. Si tratta di numeri che non sono soltanto freddi dati, ma incidono sulla carne viva delle persone, soprattutto sugli anziani soli che perdono fiducia nella cura. Le risposte che sono state date in Liguria nel tardivo tentativo di rimediare al disastro sono state deboli e sbagliate, con l'unica scelta della privatizzazione selvaggia. Vede, signor Ministro, anche oggi, ancora oggi, avete certificato l'ennesima promessa vana. Avete certificato che preferite buttare il denaro pubblico in 800 milioni di euro di soldi pubblici per deportare i migranti in Albania, anziché sostenere la salute dei cittadini, la sanità pubblica, abbandonando al proprio destino la parte più debole della popolazione, in particolare in quelle regioni, come la Liguria, dove il disastro della gestione sanitaria di questi anni lascia, di fronte alla malattia, i propri cittadini soli e senza adeguato portafoglio.