Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
con delibera del 20 marzo 2024, l'Anac ha concluso la propria istruttoria sulle procedure di appalto integrato complesso avente a oggetto la progettazione definitiva ed esecutiva e la realizzazione dell'intervento P3062 «Realizzazione della Nuova Diga Foranea – Ambito Bacini di Sanpierdarena – Porto di Genova»;
nella delibera Anac considera confermati i profili di contestazione sollevati nell'atto di avvio del procedimento di vigilanza in ordine all'assenza delle motivazioni sottese alla scelta dell'utilizzo della procedura negoziata senza bando e ravvisa la mancata sussistenza dei presupposti per l'applicazione del regime derogatorio, non prospettandosi situazioni di estrema urgenza, nonché la possibilità per l'impresa di ottenere automaticamente delle varianti e pone dubbi sul fatto che l'opera potesse essere commissariata e finanziata con fondi del PNRR;
la situazione desta profonda preoccupazione poiché si tratta di un'opera molto importante per la Liguria e tutto il Nord-Ovest, la cui realizzazione è propedeutica e connessa ad altre opere infrastrutturali di sviluppo per l'intera regione e desta sconcerto per la mancanza della necessaria trasparenza e correttezza delle procedure che un progetto di questa entità richiederebbe;
l'insufficiente attenzione alle procedure da parte di chi doveva impostare il percorso, avallando un progetto nato già con delle lacune, a cui non è stato posto rimedio, non è accettabile e richiede un intervento;
infatti, il rischio di un allungamento dei tempi mette in pericolo la sostenibilità economica dell'opera, che conta su circa 1,3 miliardi di fondi del Pnrr che, se non vengono rispettati i tempi di scadenza, si potrebbero perdere –:
quali siano, alla luce della delibera Anac e delle procedure giudiziarie in corso, le valutazioni in relazione al rispetto dei tempi e delle scadenze di realizzazione dell'opera per evitare la perdita dei fondi del Pnrr e come si intenda fare fronte ad eventuali ritardi per garantire la realizzazione dell'opera.
Seduta del 3 aprile 204
Illustrazione di Valentina Gho, risposta del Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, replica di Andrea Orlando
VALENTINA GHIO, Grazie, Presidente. Torniamo sul tema della diga di Genova, poiché le rassicurazioni non rispondono nel merito ai rilievi fatti da ANAC. ANAC ha confermato le contestazioni già sollevate in passato su questioni molto rilevanti, come l'assenza di motivazioni per la scelta della procedura negoziata senza bando di gara e l'applicazione del regime di deroga, perché, come rileva ANAC, in questo caso non c'erano situazioni d'urgenza. In sostanza, emerge che chi ha realizzato le procedure, ha operato con forzature e illegittimità. E la situazione preoccupa proprio perché si tratta di un'opera che vogliamo portare avanti - la prima opera PNRR in Italia - e desta sconcerto per la mancanza di trasparenza e di correttezza nelle procedure che un progetto di questa entità richiederebbe. Mancanza che mette a rischio 1,3 miliardi di fondi PNRR, che si potrebbero perdere, oltre ad esporre il pubblico a risarcimenti milionari a carico della collettività. E quindi chiediamo al Ministro quali siano le valutazioni messe in campo per il rispetto dei tempi dell'opera e per evitare risarcimenti milionari e la perdita di fondi PNRR, che ne pregiudicherebbero la realizzazione.
MATTEO SALVINI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Ringrazio gli interroganti e mi ricollego e riprendo la risposta alla domanda precedente per completare la riflessione sulla diga di Genova e fornire elementi di ulteriore tranquillità, oltre a quelli già dati, circa il proseguimento dei lavori e la realizzazione di un'opera simbolo.
Parto da questo punto per sottolineare ai colleghi dell'opposizione che la diga di Genova è un progetto di cui si parla da anni e che ha avuto una condivisione assolutamente bipartisan. Ricordo che i primi finanziamenti sono stati, infatti, previsti da un Ministro del Partito Democratico, che mi ha preceduto, e che i precedenti Governi l'hanno individuata quale opera strategica di accessibilità, in ottica di rilancio e sviluppo, e che è stato il Governo Draghi a voler estendere l'intervento e le procedure accelerate previste per il PNRR. Non parliamo, quindi, di fondi PNRR, ma di procedure PNRR. In ogni caso, per il bene dell'Italia, che ha bisogno di infrastrutture moderne e all'avanguardia, non abbiamo mai fatto mancare il nostro sostegno al progetto, anche quando eravamo all'opposizione. Seguendo i princìpi di concretezza e buon senso, il mio Ministero, da quando sono al MIT, ha fatto tutto il necessario per velocizzare l'iter di un intervento fondamentale per tutto il Paese, non solo per Genova e la Liguria.
In riferimento al quesito posto circa il rispetto dei tempi per la realizzazione dell'opera, ho già risposto nel precedente quesito: l'opera prosegue e proseguirà nel pieno rispetto del cronoprogramma previsto. Per quanto riguarda le risorse, allo stato attuale non si registrano incrementi di costo rispetto al valore inizialmente previsto, che era già di 1,3 miliardi di euro quale sommatoria di entrambe le fasi: 950 milioni per la fase A, oltre a 350 milioni per la fase B. In occasione del recente decreto-legge PNRR, abbiamo messo in sicurezza tale finanziamento, rimodulando le risorse assegnate alle due fasi per consentire il completamento dell'intera opera entro il 2026 e anticipare la realizzazione anche della fase B, originariamente non finanziata.
Ricordo una citazione: “La diga foranea di Genova è un'opera necessaria per il porto e per le sue prospettive di sviluppo, anche perché ho grande speranza che il Mediterraneo ritorni centrale nell'ambito dei traffici soprattutto relativi alle merci. Tutti siamo desiderosi di veder realizzata quest'opera. Bisogna volere le opere e siccome la diga la vogliono tutti, vogliamola! Il mio motto è: vogliamo la diga!”. Queste parole sono state pronunciate, appena 4 giorni fa, dall'onorevole Paola De Micheli, che mi ha preceduto al Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti in un'intervista a Il Secolo XIX. Le sottoscrivo in pieno e aggiungo che serve questa, come servono altre dighe, penso alla diga di Vetto, servono nuovi ponti, porti e aeroporti più sicuri e moderni, a un Paese che cresce e che non vuole rimanere ostaggio dei professionisti del “no”. Quindi, la ringrazio e spero di avere dato, a lei e ai cittadini che ci stanno seguendo, delle rassicurazioni complete di costi, di tempi e di procedure.
ANDREA ORLANDO, Grazie, Presidente. Io non so se ho capito male, ma, evidentemente, Ministro, lei ha avuto un lapsus freudiano, perché ha detto: noi l'abbiamo sostenuta anche quando eravamo all'opposizione. Ma voi facevate parte del Governo che ha varato l'ultima stesura del PNRR! E comunque, anche se così non fosse, lei non ci ha rassicurato sul punto che noi abbiamo posto, che non è se si farà l'opera, che noi vogliamo tanto quanto lei. La domanda è: le procedure di emergenza che sono state seguite porteranno a ulteriori complicazioni, oppure no? Non nei tempi, ma nel contenzioso. C'è stata già una pronuncia di fronte al TAR, che ha dato ragione parzialmente, pur non bloccando l'opera, agli altri soggetti che avevano partecipato a questa gara. In più, c'è la delibera dell'ANAC. Lei, rispetto al merito dei rilievi che sono stati sollevati, non ha dato alcuna risposta. Se non c'è una risposta, signor Ministro, quello che succede è questo: il soggetto aggiudicatario farà l'opera, magari rispettando anche i tempi, ma quelli che hanno partecipato e sono stati esclusi senza sufficienti ragioni, prenderanno dei soldi senza fare l'opera. Quindi, sostanzialmente, chi paga è Pantalone, sono i contribuenti. Noi rischiamo, sì, forse, di rispettare i tempi, ma sicuramente, in questo scenario senza argomenti, di non rispettare le previsioni di spesa, tant'è che sono state aggiunte ulteriori risorse. E rispetto a questo, lei non ci ha tolto una pulce che ci ha messo nell'orecchio, incredibilmente, non uno strenuo avversario di questa opera, ma il Ministro Crosetto, il quale, in un'intervista di novembre, ci diceva - e questo è un problema di carattere sostanziale -: ce la farà il solito soggetto a realizzare l'insieme di opere che oggi gravano su quella struttura imprenditoriale? A questa domanda noi non abbiamo avuto ancora una risposta. Naturalmente, io, tanto quanto lei, mi auguro di sì, ma, capisce che, se la domanda la fa un suo collega di Governo, in qualche modo, la risposta dev'essere un po' più forte di quella che ci ha dato oggi.