01/10/2024
Giuseppe Provenzano
GRAZIANO, AMENDOLA, BOLDRINI, ASCANI, CARÈ, DE MARIA, FASSINO, GHIO, FERRARI, CASU e FORNARO
3-01458

Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   nella notte del 1° ottobre 2024 Israele ha avviato un'incursione di terra del Libano meridionale, accompagnata da bombardamenti nella capitale Beirut dove nei giorni scorsi è stato ucciso Hassan Nasrallah, lo storico leader di Hezbollah, e su villaggi della regione. Colpiti anche obiettivi in Yemen e Siria e il campo profughi palestinese di Ain El-Hilweh vicino a Sidone, oltre a proseguire le operazioni nella Striscia di Gaza dove i civili palestinesi sono allo stremo;

   è ormai evidente che questa guerra abbia già assunto una dimensione regionale e che si corra il concreto rischio che diventi globale;

   il Primo ministro libanese Najib Mikati ha chiesto alle Nazioni Unite di fornire aiuti d'emergenza agli sfollati. La situazione umanitaria è critica, con oltre 700 vittime e più di centomila sfollati, secondo l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim). Da ieri si registra una fuga massiccia dei civili verso la Siria che i giornali hanno definito un «esodo straordinario»;

   nel Paese opera la forza militare di pace delle Nazioni Unite Unifil su mandato della risoluzione Onu n. 1701 del 2006, che prevede una fascia di territorio a sud del fiume Litani e a nord della Blue line in cui siano presenti solo le armi delle forze armate libanesi e di Unifil. La missione può contare su 10.223 soldati provenienti da oltre 50 Paesi, tra cui l'Italia, che è presente con 1.256 militari, 374 mezzi terrestri e 6 mezzi aerei. Il più grande contingente italiano impegnato all'estero;

   il Ministro interrogato ha affermato che la situazione è «estremamente complicata, ci sono combattimenti in corso, per la massima garanzia è bene che i cittadini italiani se ne vadano dal Libano». Il Ministro Crosetto ha aggiunto che al momento «il personale militare italiano ha raggiunto le posizioni protette e al momento si trova precauzionalmente nei bunker» –:

   quali azioni stia intraprendendo il Governo, anche in qualità di Presidente di turno del G7, per fermare il conflitto in Libano, riaffermare il rispetto della legalità internazionale a partire dalla risoluzione Onu 1701(2006) e per garantire la protezione dei civili, la sicurezza dei cittadini italiani ancora presenti in Libano e dei militari del contingente italiano di Unifil e se stia considerando, alla luce della consolidata tradizione diplomatica italiana nel Paese, di attivare formati di iniziativa diplomatica, superando lo stallo dell'iniziativa europea, per favorire il cessate il fuoco a Gaza e in Libano.

Seduta del 2 ottobre 2024

Illustrazione di Laura Boldrini, risposta del Ministro per i Rapporti con il Parlamento, replica di Giuseppe Provenzano

LAURA BOLDRINI, Grazie, signora Presidente. Signor Ministro, domanda secca: il Governo ha in mente o no azioni concrete per il cessate il fuoco a Gaza e in Libano? Faccio un riassuntino: 42.000 persone uccise a Gaza, in gran parte anziani, donne e bambini; il bombardamento dell'ambasciata iraniana a Damasco; l'attacco a Teheran per uccidere Haniyeh; poi, centinaia di cerca persone, walkie-talkie che esplodono in Libano e in Siria contemporaneamente, uccidendo e ferendo migliaia di persone; il leader storico di Hezbollah, Nasrallah, ucciso a Beirut; ora i bombardamenti e l'invasione in terra di Libano e già ci sono centinaia e centinaia di morti. Tutte iniziative volte a incendiare il Medio Oriente. Le esortazioni non hanno fermato Benjamin Netanyahu, lo stesso che ha definito l'ONU “una palude antisemita” e il Segretario generale, Antonio Guterres, “persona non grata”. Così del diritto e della legalità internazionale non resterà più traccia. Basta parole, servono atti politici concreti, che costringano il Governo israeliano al cessate il fuoco e a ritirarsi dal Libano, al rispetto delle risoluzioni dell'ONU e della legalità internazionale, che - lo ricordo - non prevedono doppi standard.

LUCA CIRIANI, Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. Colleghi deputati, l'escalation delle ultime ore ci spinge a lavorare ancora più intensamente per la pace e per il dialogo. La diplomazia non si deve fermare.

Dopo l'attacco missilistico lanciato ieri sera dall'Iran contro Israele, è sempre più urgente intensificare gli sforzi per fermare la spirale di violenza e raggiungere un cessate il fuoco. Il Governo italiano, anche in qualità di Presidente del G7, si sta adoperando a 360 gradi per questo obiettivo e per la tutela dei connazionali nella regione e dei nostri militari in Libano.

Per i circa 3.200 connazionali, in larghissima parte doppi cittadini residenti stabilmente in Libano, il Ministero degli Affari esteri ha attivato un sistema capillare di monitoraggio e contatto attraverso l'unità di crisi dell'ambasciata italiana a Beirut.

Il Ministro Tajani ha da tempo invitato tutti i nostri concittadini a lasciare il Libano con i voli commerciali disponibili. Si sta lavorando per venire incontro alle richieste dei connazionali attraverso un aumento dei collegamenti, inclusi i voli charter e altre modalità che la Farnesina sta esaminando insieme al Ministero della Difesa.

In numerosi contatti con i colleghi del G7, dell'Unione europea e della regione, il Ministro Tajani ha reiterato le priorità italiane: nuovi aiuti umanitari alla popolazione civile, conferma della richiesta di cessate il fuoco a Gaza e in Libano e sostegno della ripresa dei rispettivi percorsi negoziali. La demarcazione di un confine terrestre tra Israele e Libano, sull'esempio dell'accordo raggiunto per la delimitazione dei confini marittimi, rappresenta l'elemento centrale di qualsiasi accordo sostenibile. Lo sforzo di mediazione di questi mesi, in particolare da parte americana, non deve andare perduto; lo sosteniamo in qualità di Presidenza del G7 e in seno al Quintetto.

Tutti devono impegnarsi nella piena attuazione della risoluzione n. 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Hezbollah deve ritirarsi al di là del fiume Litani.

Anche su Gaza il Governo continua a sostenere gli sforzi negoziali che gli Stati Uniti stanno compiendo, insieme a Egitto e Qatar. Come ha più volte riferito il Segretario di Stato Blinken nei recenti incontri con il Ministro Tajani, 15 dei 18 paragrafi della bozza di accordo tra Israele e Hamas sono già stati concordati tra le parti. Rimangono alcune questioni cruciali da affrontare: il rilascio degli ostaggi, la gestione del valico di Rafah e soprattutto la presenza delle Forze armate israeliane nel cosiddetto corridoio Filadelfia.

Il Governo - e concludo, Presidente - continuerà a dare il proprio contributo per tenere vivo il negoziato e resterà impegnato sui differenti formati d'iniziativa diplomatica, in stretto coordinamento con i nostri principali alleati e partner regionali. La via diplomatica, d'altronde, è l'unica che può portare risultati concreti. Per Gaza e per il Libano la soluzione non può che essere politica.

GIUSEPPE PROVENZANO, Abbiamo presentato questo question time, Presidente, per chiedervi di fare questa discussione in Aula e di assumervi, davanti al popolo italiano e insieme a tutti noi, la responsabilità di queste iniziative diplomatiche, per svegliarvi anche dall'inerzia e dal torpore, Ministro, di queste settimane, perché se oggi finalmente la Premier Meloni ha convocato i leader del G7 è perché da giorni con insistenza noi abbiamo portato avanti questa richiesta; e non posso non notare come l'Europa sia del tutto assente dal vostro orizzonte di iniziativa politica e diplomatica.

Ci troviamo di fronte a una sequenza di azioni e reazioni senza misura, senza calcolo delle conseguenze, che possono essere, appunto, incalcolabili dal punto di vista umanitario, dal punto di vista militare e dal punto di vista politico. Ci avviamo verso una guerra grande a cui noi non vogliamo rassegnarci e noi abbiamo il dovere di condannare ogni atto che porta in questa direzione.

Pesano le vostre omissioni, Ministro, sulle responsabilità del Governo israeliano, perché, se noi condanniamo nettamente i missili balistici iraniani su Tel Aviv e i lanci di razzi di Hezbollah, con altrettanta fermezza dobbiamo condannare le violazioni sistematiche del diritto internazionale a Gaza, l'orrore consumato - 20.000 bambini morti - senza paragoni con gli altri conflitti negli ultimi 20 anni. Dobbiamo condannare l'invasione di terra in Libano da cui l'esercito israeliano deve ritirarsi, perché le risoluzioni delle Nazioni Unite vanno rispettate e vanno rispettate tutte.

Mancano queste parole, Ministro, tra voi e mancano anche atti concreti. L'incendio va spento innanzitutto da dove è partito, Gaza: cessate il fuoco, riconoscimento dello Stato di Palestina e rispetto delle pronunce delle corti internazionali di giustizia, tutte azioni che fin qui, da parte vostra, sono mancate.

Tra gli atti concreti che vi chiediamo c'è quello di garantire la piena sicurezza e operatività del nostro contingente militare impegnato nella missione UNIFIL, che è il frutto della migliore tradizione diplomatica e del protagonismo politico che l'Italia nel 2006, con il Governo Prodi e con il Ministro degli Affari esteri D'Alema, ha avuto in Libano e che oggi non ha più.

Accanto ai nostri connazionali e tra i nostri connazionali c'è un altro contingente altrettanto prezioso; è un contingente umanitario, fatto di quegli operatori che hanno messo al servizio dell'Italia e della Repubblica…

 …un'azione di aiuto allo sviluppo e di cooperazione.

Non bisogna lasciarli soli e bisogna attivare un tavolo di coordinamento, perché, a differenza di quello che ha detto il Ministro Tajani, non è operativo in questo momento; bisogna farlo funzionare insieme a loro e non bisogna dimenticarli…

 …così come questa impotenza, questa inevitabilità della guerra grande è qualcosa a cui tutti insieme non possiamo rassegnarci. Ce lo chiede il popolo italiano e dovremmo provare a dare tutti insieme una risposta. Fin qui le risposte non sono arrivate.