Al Ministro per le disabilità. — Per sapere – premesso che:
in occasione della Giornata mondiale della sindrome di Down (21 marzo) è stata lanciata la nuova campagna di sensibilizzazione internazionale del Coordinamento nazionale associazioni delle persone con sindrome di Down – CoorDown «Ridiculous excuses not to be inclusive»;
sono sempre troppe le persone che usano scuse ridicole per non essere inclusive e, nel video lanciato in anteprima sul canale TikTok di Coordown, il campionario delle scuse è davvero notevole e – purtroppo – molto realistico con cui si esclude da istruzione, sport, lavoro e dalle altre opportunità le persone con sindrome di Down;
«Non è colpa tua, siamo noi a non essere preparati per portarti in gita!», «Abbiamo già una bambina come te nel gruppo», «Non abbiamo abbastanza sedie per invitarti alla riunione», «Abbiamo chiuso le iscrizioni proprio dieci minuti fa!» sono alcune delle scuse ridicole con cui viene spesso negata la piena partecipazione alla vita;
nella nostra società le persone con disabilità devono affrontare ogni giorno episodi di discriminazione ed esclusione, devono lottare per ottenere un posto a scuola, nei campi estivi, nello sport, nel mondo del lavoro e nella vita sociale;
devono lottare per poter accedere ai parchi giochi, ai teatri, agli stadi, ai cinema e per non ritrovarsi negli spettacoli o eventi sportivi nelle ultime file «per motivi di sicurezza» o su pedane rialzate in zone scomodissime e isolate;
devono lottare per poter vivere appieno la loro sessualità, diritto di tutti ma non per loro e che rimane ancora un tabù a causa di stereotipi, mancanza di strumenti adeguati, paure;
in una società che include veramente le persone con disabilità la disabilità non può più essere un peso, ma una vera e propria risorsa per l'intera comunità –:
se alla luce dei fatti sopra esposti, il Ministro interrogato non ritenga doveroso intervenire al fine di predisporre misure volte a garantire una maggiore inclusione delle persone con disabilità, a partire dall'emanazione di linee guida che regolamentino la costruzione di parchi giochi veramente inclusivi, l'obbligo per organizzatori di concerti/eventi di predisporre un'effettiva accessibilità, il pieno rispetto della legge per l'inserimento lavorativo delle persone con disabilità, l'incremento del fondo per l'abbattimento delle barriere architettoniche, nonché l'incremento delle pensioni di invalidità, affinché si possa parlare di un riconoscimento vero ed effettivo dei loro diritti nella sfera scolastica, occupazionale e relazionale.
Seduta del 22 marzo 2023
Illustrazione di Gian Antonio Girelli, risposta della Ministra per le Disabilità, replica di Ilenia Malavasi
GIAN ANTONIO GIRELLI, Grazie, Presidente. In occasione del 21 marzo, che è anche la Giornata mondiale della sindrome di Down, vogliamo porre all'attenzione del Ministro un fatto che è nella realtà, dove spesso si è superato dal punto di vista lessicale il termine disabile con persona con disabilità, ma poi, nel concreto, troviamo tutta una serie di impedimenti per queste persone nel poter esercitare pienamente la propria vita e nel poter, il più possibile, avvicinarsi a quella che è una normalità per tutte le altre persone. Questo ha a che fare con il tema dello svago, pensiamo ai parchi inclusivi, pensiamo al tema della partecipazione ai concerti oppure a manifestazioni teatrali, pensiamo al tema del lavoro, pensiamo al tema delle relazioni, che spesso e volentieri incontrano degli ostacoli di fatto, o, peggio ancora, si deve fare i conti con delle scuse, che sono state anche stigmatizzate sui social, particolarmente offensive, o, ancora, nel ritagliare all'interno di queste attività degli spazi dedicati a queste persone, quasi una specie di ghetto, che molte volte può apparentemente far superare il problema; in realtà fa crescere quel senso di abbandono e di diversità che noi non possiamo assolutamente permetterci. Con questa interrogazione vogliamo cogliere anche la sensibilità del Ministro, che ho avuto l'occasione di conoscere in regione, nel sapere cosa si vuol fare.
ALESSANDRA LOCATELLI, Ministra per le Disabilità. Grazie e buongiorno, Presidente. Grazie a tutti. L'atto di sindacato ispettivo si ricollega, nelle premesse, alla Giornata mondiale della sindrome di Down, durante la quale hanno preso vita due iniziative importanti: Whit us, not for us, di AIDP, l'Associazione italiana delle persone con la sindrome di Down, e Ridiculous excuses not to be inclusive, di CoorDown.
Il quesito dell'interrogazione, invece, pone una serie di domande che sono collegate tra loro dal filo conduttore del principio dell'inclusione. Alcune domande hanno fatto riferimento al tema dell'abbattimento delle barriere architettoniche e della costruzione di parchi gioco inclusivi, più in generale parlerei, certo, di accessibilità universale, ma anche di fasi nel percorso della vita delle persone con sindrome di Down e della vita di tutte le persone con disabilità, che sono la scuola, la formazione, il lavoro, l'autonomia. Su tutti questi temi ho avuto modo di esprimermi nel corso della presentazione delle linee programmatiche del mio mandato e anche in qualche occasione più specifica in Aula.
Ma oggi, ricordando la Giornata mondiale per le persone con sindrome di Down, colgo l'occasione per rispondere, sottolineando l'importanza di un grande salto di qualità culturale. In questi giorni e nelle tappe che in questi mesi mi hanno portata nelle diverse regioni, ho parlato con tanti ragazzi e tante ragazze con sindrome di Down, ma anche con altre disabilità, fisiche, intellettive e sensoriali, malattie cronico degenerative e oncologiche rare.
Oggi più che mai, il nostro dovere è rispettare l'unicità della persona, che significa garantire che, insieme ai servizi sanitari, alla riabilitazione e alle terapie, ogni persona deve avere la possibilità e il diritto di godere di una vita sociale, relazionale e affettiva. Dobbiamo affiancare alle norme una seria responsabilità: quella di evitare scuse per escludere, di condividere con tutte le persone con disabilità le proposte e le strategie, e, soprattutto, di impegnarci a valorizzare le competenze e i talenti di tutti, proprio nello stile delle due campagne di sensibilizzazione che ho citato all'inizio.
Ma voglio concludere con un monito per tutti. Davvero, lo dico con il cuore, con tutta sincerità, nel ringraziare le famiglie e i volontari, tutti coloro che ogni volta ci credono, le istituzioni politiche e i privati cittadini, che nel tempo hanno creduto e che ancora credono nel cambio di prospettiva per un approccio al tema della disabilità, che, rispetto ai temi della partecipazione piena alla vita, alle relazioni, all'attività sportiva e ricreativa, deve essere sempre più unito. Ecco, allora dico che dobbiamo essere sempre più uniti, convinti e forti, perché invertire queste tendenze, cioè quelle che vedono il mondo della disabilità come semplicemente delle persone da aiutare, è molto difficile. Immaginare una progettazione universale, che sia l'unico modo di progettare, e garantire il diritto all'accessibilità e alla fruibilità universale a tutti. L'unica strategia possibile è quella di passare dalla prestazione dei servizi alla garanzia dei diritti per tutti. E in questa direzione io sono profondamente convinta che istituzioni, associazioni, politici, politica, mondo della politica e privati cittadini, possano e debbano muoversi insieme.
ILENIA MALAVASI, Grazie, Presidente. Ringrazio la Ministra Locatelli per il pensiero che ha messo nella risposta, che condividiamo, anche se non ci possiamo accontentare del bisogno condiviso di garantire più diritti, perché, senza la concretezza, che poi deve trovare una ricaduta nella vita delle persone, si fa fatica, comunque, a garantire dei progetti veramente inclusivi. Dico questo perché, nell'interrogativo che abbiamo posto, abbiamo messo alcune cose precise, su cui abbiamo avuto sollecitazioni e su cui non ci possiamo ritenere soddisfatti. Quindi, è un invito, uno stimolo a lavorare meglio insieme, perché, quando parliamo di lavoro, dobbiamo sapere che, spesso, i ragazzi con sindrome di Down fanno fatica a lavorare, hanno dei contratti molto precari e spesso sottopagati, in quanto a volte non possono fruire di servizi culturali, al cinema e a teatro, non possono partecipare ad eventi, se non in posizioni ovviamente non così favorevoli, e non possono accedere nemmeno, spesso, ai parchi, perché i parchi giochi inclusivi sono pochissimi nel nostro Paese e forse c'è bisogno anche di stimolare di più gli enti locali e le aziende produttrici per fare delle linee guida che permettano a questi ragazzi di andare negli stessi parchi degli altri, senza avere dei parchi, da una parte, per i ragazzi disabili, e dei parchi, dall'altra, per i ragazzi normodotati, proprio perché l'inclusione deve essere un'inclusione vera e profonda.
Sulle barriere architettoniche questo Paese ha fatto tanto. Grazie - devo dire - a un nostro emendamento in legge di bilancio, siamo riusciti anche a chiedere un ulteriore finanziamento, ma bisogna che ci sia una continuità di pensiero e di volere politico per fare in modo davvero che ognuna di queste persone, che abbia una sindrome di Down o un altro tipo di disabilità, possa veramente costruire un progetto di vita autonoma e indipendente.
Chiudo leggendo una frase che mi ha molto colpito, che sono sicura piacerà anche a lei: le persone con sindrome di Down chiedono solo di essere ascoltate e guardate negli occhi, non solo dai loro familiari o dai medici, ma da tutti noi che li incontriamo oggi, ai giardini, sull'autobus e al supermercato. Cerchiamo di far care queste parole e di trovare veramente quelle modalità concrete, attuando progetti e linee guida stringenti, che possano garantire davvero la piena fruizione dei diritti delle persone con disabilità.