11/01/2022
Debora Serracchiani
Sensi, Carnevali, De Filippo, Lepri, Pini, Rizzo Nervo, Schirò, Siani, Lorenzin, Berlinghieri, Fiano. 
3-02711

Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   le società scientifiche di psicologia hanno da tempo lanciato l'allarme sui danni psicologici che la pandemia ha lasciato sulla popolazione, soprattutto tra i più giovani, tanto che ormai si parla di «COVID distress» per indicare una condizione di malessere psicologico che riguarda oltre un quarto della popolazione e che ha ricadute significative sulla vita quotidiana;

   tale situazione è evidenziata anche dall'aumento delle richieste (39 per cento in più) di aiuto psicologico che, comunque, non comprende quella parte di popolazione che per ragioni economiche non si è rivolta al privato e, allo stesso tempo, non ha trovato adeguate risposte nel pubblico;

   dopo due anni di pandemia, di restrizioni e di incertezze il danno o disagio psicologico ha raggiunto proporzioni tali che è necessario agire su più fronti con risposte concrete ed immediate, senza le quali non può che aggravarsi;

   la pandemia ha dimostrato come le diverse e necessarie misure adottate dal Governo per fronteggiare la diffusione del virus abbiano avuto un impatto sulla salute psicologica delle persone di ogni età;

   se grazie alla legge di bilancio per il 2022 sono state prorogate per un anno le assunzioni di psicologi, di personale per servizi di neuropsichiatria ed è stato rifinanziato il fondo destinato al benessere psicologico per le fasce più deboli della popolazione, con priorità per i pazienti oncologici e gli studenti, non ha invece visto la luce il «bonus» salute mentale, ovverosia un sostegno per chi, anche senza una diagnosi di disturbo mentale, a causa dell'impatto della pandemia vive una condizione di disagio profondo. Un bisogno di assistenza psicologica contro gli stati di depressione, di senso di solitudine, ansia o paura di ammalarsi, troppo spesso senza risposta anche per difficoltà economiche degli utenti;

   è di questi giorni la notizia che il Lazio ha destinato un fondo di 2,5 milioni di euro per garantire l'accesso alle cure per la salute mentale e la prevenzione del disagio psichico attraverso voucher, così come analoga iniziativa per i giovani, anche se in forma ridotta, è stata avviata dal municipio 9 di Milano –:

   se il Ministro interrogato, in attesa di una ristrutturazione della rete neuropsicologica e psicologica territoriale ed ospedaliera, non ritenga, anche alla luce delle evidenze messe in atto dalle società scientifiche di settore, predisporre ulteriori misure, compreso un possibile voucher per il sostegno psicologico, volte a raggiungere il maggior numero di persone che evidenziano un disagio a seguito della pandemia.

Seduta del 12 gennaio 2022

Illustrazione di Filippo Sensi, risposta del Ministro della salute Roberto Speranza, replica di Debora Serracchiani

 

FILIPPO SENSI. Grazie, Presidente. Colleghi e onorevole Ministro, vado dritto al punto con una preghiera: lo facciamo questo bonus salute mentale, ce la facciamo questa volta? Conosco, abbiamo sostenuto come Partito Democratico gli sforzi fatti da lei e dal Governo su questa vera e propria emergenza, quella psicologica, che è l'altra faccia della pandemia, la sua linea d'ombra. È stato fatto tanto, eppure tanto non basta mai. Al Senato, l'emendamento bipartisan promosso dalla collega Caterina Biti è arrivato a un passo. Ci riproviamo? Studiamo insieme le forme, Ministro, le modalità, troviamo le risorse, individuiamo il provvedimento giusto, ma facciamolo, consentendo a tante persone - ad oggi sono 250 mila che hanno firmato una petizione in questo senso - di poter accedere a un aiuto psicologico, che non è in competizione, ma in raccordo e a sostegno dello sforzo del Servizio sanitario nazionale, questo imprescindibile bene pubblico. Lo dico al Ministro, che ha a cuore la salute dei cittadini, lo dico, mi permetta, a un uomo di sinistra, perché qui ne va anche dell'uguaglianza tra i cittadini, uguaglianza di opportunità. So che saprà ascoltare e di questo la ringrazio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

 

ROBERTO SPERANZA, Ministro della Salute. Ringrazio gli interroganti per aver posto all'attenzione del Parlamento un tema che, personalmente, considero cruciale in questo particolare momento storico. La mia opinione, ma non solo la mia opinione, sono le indicazioni dell'OMS, è che la salute mentale è rilevante quanto la salute fisica e non può esserci salute senza salute mentale. E non vi è alcun dubbio che il COVID, ahimè, con le difficoltà, il peso e il carico di problematicità che con esso sono venute, abbia senz'altro reso ancora più complicata e più impellente questa sfida. Sono le ragioni che mi hanno portato a svolgere, 20 anni dopo la prima conferenza, la Conferenza nazionale sulla salute mentale e sono le ragioni che mi hanno portato a candidare l'Italia per ospitare, nell'autunno prossimo, il summit mondiale sulla salute mentale, dopo l'ultimo summit che si è svolto nel 2021 a Parigi.

Non vi è alcun dubbio che dobbiamo investire di più su questo ambito fondamentale e la mia opinione è che dobbiamo farlo su tutte le strade possibili e con tutti gli strumenti a nostra disposizione. Riconosciamo, però, in primis gli strumenti già messi in campo, perché in questa legge di bilancio c'è stato un investimento inedito di 38 milioni di euro che non può passare inosservato: 20 milioni per il disagio psicologico di bambini e adolescenti, che si trasformeranno in assunzioni di persone che si faranno carico dei problemi dei più piccoli; 10 milioni per l'accesso a servizi psicologici delle fasce più deboli, in modo particolare i pazienti oncologici che, come è noto, hanno bisogno in modo particolare di un sostegno e di un'assistenza nei momenti più complicati della loro esistenza; poi, ancora, 8 milioni per il potenziamento dei servizi territoriali e ospedalieri di neuropsichiatria infantile e adolescenziale e anche questo io credo che sia un punto strategico del nostro lavoro.

Basta? Io penso sicuramente di no. Credo che dobbiamo fare di più, ma credo che questi siano primi passi che dobbiamo insieme valorizzare. Io personalmente, nella mia funzione di Ministro, sosterrò tutte le iniziative che vanno nella direzione di una maggiore attenzione della salute mentale e di una maggiore cura e assistenza rispetto a questo tema, che giudico veramente decisivo. Questo mi aveva portato, tra l'altro, da Ministro della Salute a dare parere favorevole a quell'emendamento che doveva essere finanziato, come è noto, dal fondo del Parlamento. Poi una parte di quei fondi, purtroppo, non sono stati messi effettivamente a disposizione e non si è verificata, quindi, la possibilità di poter approvare e di portare fino in fondo quell'emendamento, chiaramente per problemi di natura di copertura (quindi, di natura finanziaria).

La mia personale opinione è che dobbiamo rafforzare a tutti i livelli la capacità di assistenza del nostro Paese su questo tema e sono per farlo dentro una grande alleanza in cui il Governo deve fare la propria parte - e io credo che l'abbia fatta con i numeri che ho provato qui a riportare - e il Parlamento pure deve fare la propria parte e su questo ambito è benvenuta ogni iniziativa che io sosterrò con ogni energia. Credo che abbiamo bisogno anche di un patto con quelle società scientifiche e con quel mondo esterno che si è mobilitato e che credo ci abbia dato un segnale importante e giusto. Quindi, la mia opinione è che questa iniziativa non vada lasciata cadere ma che insieme si possa lavorare per rafforzare ancora di più la capacità del nostro sistema sanitario di dare una risposta adeguata a questa domanda di assistenza, che mai come in questo tempo difficile è in crescita e va tenuta nella debita attenzione.

 

DEBORA SERRACCHIANI. Grazie, Presidente. La ringraziamo, Ministro, perché lei ha colto quello che era il senso ed è il senso di questo nostro question time, cioè mettere l'attenzione sul tema fondamentale per noi della salute mentale, che, purtroppo, è sempre stata per troppo tempo un po' figlia di un dio minore nell'ambito della sanità tutta. Noi riteniamo oggi, invece, che, anche a causa di questa pandemia, le fragilità del sistema sanitario nazionale, che per fortuna abbiamo, che è universale e che oggi consente di curare tutti, anche quelli che stanno scegliendo, ad esempio, di non vaccinarsi, debba, però, imporre assolutamente un'azione fondamentale di cambiamento e miglioramento di quel sistema sanitario nazionale che tenga conto del tema della salute mentale soprattutto nei più piccoli.

Vede, Ministro, lei sa meglio di me che sono tante oggi le mamme in difficoltà. Sono tante le giovani mamme che stanno crollando di fronte al peso delle pressioni violente di questa pandemia e sono tante le famiglie che si stanno disgregando. Pensare di avere un aiuto, pensare di avere un aiuto anche immediato in qualunque forma possibile - e non stiamo qui noi a dirle se si debba fare così o in un altro modo diverso, ma in qualunque forma possibile -, aumentare quelle risorse, garantirle e far sì che in quel sistema di sanità territoriale, su cui tutti stiamo spingendo e nel quale il PNRR crede fermamente, anche grazie all'azione forte fatta dal Partito Democratico, ci siano anche distretti di salute mentale, come noi ci aspettiamo, e che ci sia anche la possibilità di rivolgersi senza fatica a persone che possono aiutarti quando il disagio non è un disagio fisico o solo fisico ma è anche mentale.

Ministro, lei poi sa - e io credo che abbia fatto un grandissimo lavoro - che per la prima volta il Fondo della sanità non è tagliato ma anzi è aumentato nelle risorse.

Questo le va riconosciuto, Ministro, perché non è soltanto una questione di emergenza ma è anche una questione strutturale sulla quale tutti noi investiremo anche nel futuro e fuori da questa terribile emergenza (sa, però, anche che quell'emendamento non è mai tornato dal MEF). Quindi, avrà da parte del Partito Democratico sempre ogni sostegno possibile e immaginabile e da questo Parlamento tutto ritengo di poter dire che lei avrà un sostegno, ma insistiamo perché questo diventi oggettivamente un sostegno concreto e, quindi, che ci siano ulteriori iniziative per la salute mentale.