Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
in occasione della recente assemblea nazionale dell'Anci, i sindaci delle oltre 8.000 municipalità presenti nel Paese hanno manifestato una forte preoccupazione per la crisi finanziaria che sta investendo le autonomie locali, soprattutto nei comuni del Sud Italia;
si tratta di una situazione estremamente seria, che richiede misure, coordinate ed urgenti, in grado di scongiurare il rischio che gli enti territoriali non riescano ad accedere alle risorse e alle opportunità a loro riservate dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, nonostante rappresentino i principali attuatori degli interventi ivi previsti;
appare necessario, in questo senso, avviare una strategia in due fasi tesa, nel breve periodo, a scongiurare il rischio dissesto e predissesto per centinaia di enti, differendo al 31 dicembre 2021 il termine ultimo per l'approvazione del bilancio di previsione dell'anno 2021 e contraendo, se del caso in via progressiva, per gli anni 2021-2024, la percentuale di accantonamento del Fondo crediti di dubbia esigibilità, e, nel medio-lungo periodo, a costruire un sistema che consenta agli amministratori di fare una virtuosa «operazione verità» sui conti senza incorrere in eventuali conseguenze erariali e amministrative e, al contempo, a salvaguardare le ragioni dei creditori degli enti locali, trovando rimedio ai limiti oggettivi del sistema di riscossione –:
se il Governo intenda utilizzare l'annunciato disegno di legge di revisione del testo unico dell'ordinamento degli enti locali, collegato alla legge di bilancio, come veicolo per dare vita ad una normativa che intervenga in modo strutturale e risolutivo sulla crisi finanziaria conseguita alla armonizzazione dei bilanci degli enti locali.
Seduta del 17 novembre 2021
Illustrazione di Pietro Navarra, risposta della Ministra dell'Interno Luciana Lamorgese, replica di Carmelo Miceli
PIETRO NAVARRA. Grazie Presidente. Lo stato di sofferenza economico-finanziaria degli enti locali in Italia, ma soprattutto di quelli situati nel Mezzogiorno, è stato discusso nella recente assemblea annuale dell'ANCI. In Sicilia, per esempio, dei 391 comuni, 100 sono in dissesto o in piano di riequilibrio e 240 non sono in condizioni di redigere il bilancio di previsione 2021-2023. La sentenza n. 115 del 2020 della Corte costituzionale ha evidenziato che le crisi finanziarie degli enti locali non sono sempre imputabili a cattiva amministrazione, ma sono spesso conseguenza delle difficoltà economiche e sociali del territorio. Per fronteggiare le debolezze degli enti in crisi, dunque, servono interventi urgenti di natura finanziaria, differendo, per esempio, al 31 dicembre 2021 il termine ultimo per l'approvazione del bilancio di previsione dell'anno 2021 e contraendo la percentuale di accantonamento del fondo crediti di dubbia esigibilità. Ma serve anche - e su questo chiediamo quali sono gli intendimenti del Governo - un intervento normativo di revisione del TUEL, che intervenga in modo strutturale e risolutivo sulla crisi finanziaria degli enti locali, anche attraverso l'utilizzo di indicatori di vulnerabilità sociale, per superare quegli squilibri correlati a caratteristiche socio-economiche e territoriali, che non possono essere sanati dai singoli enti con mezzi e risorse proprie.
LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. Signor Presidente, onorevoli deputati, gli onorevoli interroganti chiedono al Governo se intenda utilizzare il disegno di legge di revisione del Testo unico enti locali come veicolo per una normativa, che intervenga in modo strutturale e risolutivo sulle crisi finanziarie conseguenti all'armonizzazione dei bilanci degli enti locali. A oltre vent'anni dal decreto legislativo n. 267 di approvazione del testo unico, è ormai condivisa la necessità di una sua revisione sistematica, che attraverso una nuova delega legislativa consenta al Governo di ridefinire il complessivo assetto della materia, armonizzando le disposizioni originarie con i numerosi interventi di settore che si sono succeduti negli anni. In considerazione dell'ampia e assolutamente complessa tematica, all'esito dei lavori di un gruppo di studio da me voluto, insediatosi il 6 luglio 2020, è stata elaborata dai miei uffici una bozza di disegno di legge delega per la revisione dell'ordinamento degli enti locali, sulla quale sono in corso interlocuzioni con le rappresentanze degli enti locali e delle regioni. In tale contesto, particolare attenzione è stata riservata proprio alla revisione e armonizzazione degli istituti a presidio degli equilibri di bilancio degli enti locali, allo scopo di perseguire obiettivi di razionalizzazione ordinamentale, anche mediante l'individuazione di specifici indicatori e parametri economici e giuridici di rilevamento, con particolare riguardo a quelli che indicano difficoltà strutturali nella riscossione delle entrate e nella gestione di cassa. È stata prevista anche la revisione di specifiche procedure, con particolare riguardo a quelle volte al controllo dell'emersione di sofferenza di cassa e di squilibri di bilancio, che richiedono interventi tempestivi ed adeguati.
Per quanto riguarda, infine, le esigenze rappresentate nelle premesse dell'interrogazione, relativamente all'ulteriore proroga del termine ultimo per l'approvazione del bilancio di previsione dell'anno 2021 e ad altri eventuali interventi strutturali sulla gestione del fondo crediti di dubbia esigibilità, assicuro che la questione è agli approfondimenti tecnico-politici e alla valutazione della Conferenza Stato-città e autonomie locali, con il necessario coinvolgimento dell'ANCI e del Ministero dell'Economia.
CARMELO MICELI. Presidente, signora Ministra, la ringrazio per la sensibilità istituzionale che ha mostrato con la sua risposta ed esprimo, a nome del Partito Democratico, grande soddisfazione per il tenore delle sue parole. Del resto, lei in questa sede ha dimostrato come il Governo abbia colto quello che noi segnaliamo come rischio, un rischio di un'ecatombe istituzionale che può riguardare oltre trecento comuni, soprattutto nel Mezzogiorno. Trecento sono prossimi già al dissesto solo in Sicilia. È un rischio che rischia di tradursi nella totale vanificazione di ogni aspettativa di servizi essenziali per i cittadini, da un lato, e dall'altro, invece, nel rischio di vanificazione di quella che è la funzione perequativa del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Proprio per questo riteniamo sia assolutamente doveroso - come ha fatto lo Stato che ha chiesto all'Europa elasticità, riconosciuta attraverso la possibilità di scostamenti di bilancio - che anche per gli enti locali vi sia una fase transitoria che, dopo il COVID, consenta di derogare temporaneamente alle rigide logiche dell'armonizzazione dei bilanci. Logiche che noi riteniamo moralmente ineccepibili e tecnicamente perfette, ma, dopo il COVID e in vista di una ritenuta e riconosciuta necessaria riforma del TUEL, le deroghe appaiono assolutamente necessarie. Noi proponiamo, proporremo anche la possibilità di coniare istituti giuridici nuovi, come avete brillantemente fatto per le imprese con il decreto-legge n. 118, attraverso la formazione di un istituto nuovo quale la negoziazione assistita. Riteniamo che anche i comuni vadano trattati come delle aziende e vadano assistiti da parte del Governo nella negoziazione di debiti, e anche, però, nella gestione dei crediti, superando così quel problema atavico della riscossione a carico dei comuni. In questo senso, se la volontà del Governo è quella di stare accanto ai comuni, come del resto lei ha manifestato con l'interessamento diretto rispetto alla gestione del possibile differimento del termine ultimo sui bilanci di previsione, se questo è l'intendimento del Governo, a nome del Partito Democratico posso con serenità anticipare che l'appoggio del Partito Democratico non mancherà dentro e fuori le Aule di questo Parlamento.