09/12/2025
Ilenia Malavasi
CIANI, FURFARO, GIRELLI, STUMPO, GHIO, FERRARI, CASU e FORNARO
3-02378

Al Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità. — Per sapere – premesso che:

   il calo demografico rappresenta una delle principali minacce per la sostenibilità sociale, economica e previdenziale del Paese e richiederebbe politiche strutturali, stabili e pluriennali; tuttavia, il Governo continua a rispondere con misure episodiche e frammentate, più orientate alla comunicazione politica che a un reale sostegno alle famiglie;

   la situazione demografica è ormai allarmante: nel 2024 le nascite sono scese a 369.944, registrando un ulteriore -2,6 per cento rispetto al 2023, mentre la fecondità media è crollata al minimo storico di 1,18 figli per donna; ancora più preoccupanti sono i dati del 2025, con un calo del 6,3 per cento delle nascite nel solo periodo gennaio-luglio rispetto allo stesso intervallo del 2024, a conferma che il declino demografico non solo prosegue, ma sta accelerando;

   a parere degli interroganti, nonostante la gravità del quadro, il Governo continua a proporre un insieme di misure eterogenee – dal bonus nuove nascite al bonus asilo nido, al bonus mamme lavoratrici, fino ai vari incentivi per studenti e famiglie numerose – che restano iniziative isolate, prive di una visione organica e incapaci di garantire alle coppie quella continuità, prevedibilità e stabilità necessarie per affrontare la scelta di avere un figlio;

   i dati disponibili confermano l'inefficacia di questo approccio: il bonus asilo nido ha sostenuto nel 2024 circa 521.000 bambini e il bonus mamme lavoratrici ha coinvolto 667.000 donne (865.000 stimate nel 2025), senza alcun impatto misurabile sul tasso di fecondità, che continua a diminuire;

   per misure come il bonus nuove nascite 2025 non esiste alcun monitoraggio pubblico su domande e benefìci erogati, riflettendo una gestione poco trasparente e impedendo ogni valutazione sull'efficacia reale;

   la scelta di puntare su bonus a termine, invece che su servizi pubblici adeguati, alimenta disuguaglianze territoriali, incertezza e non affronta i fattori strutturali che frenano la natalità: precarietà lavorativa, aumento del costo della vita, carenza di servizi educativi 0-3 anni, mancanza di alloggi accessibili e difficoltà nella conciliazione vita-lavoro;

   un ruolo decisivo spetta anche ai congedi parentali che restano limitati, con forti squilibri di genere, con un impatto negativo sulla partecipazione femminile al lavoro e quindi sulle scelte di maternità –:

   quali iniziative il Governo intenda finalmente assumere per superare la logica dei bonus spot e adottare politiche organiche – servizi 0-3 anni, congedi pienamente retribuiti e paritari, misure di conciliazione, lavoro stabile e politiche abitative – realmente in grado di incidere sul declino demografico del Paese.

Seduta del 10 dicembre 2025

Illustrazione di Sara Ferrari, risposta della Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità, reprlica di Ilenia Malavasi

SARA FERRARI, Grazie, Presidente. La natalità è oggi la sfida delle sfide per qualsiasi decisore politico. Eppure, il quadro che ci ha dato l'Istat anche di recente è un quadro grave. La diminuzione delle nascite è continua e la fecondità media è crollata al minimo storico nel 2025 a 1,13 figli per donna. Sono tre anni che governate e noi ancora non vediamo il risultato delle vostre politiche. Anzi, non dico che non c'è stata un'inversione di tendenza, ma non c'è stato nemmeno un rallentamento.

Vi chiediamo perché continuate a proporre un insieme di misure eterogenee come i bonus. E, allora, vi chiediamo, invece, quando vi decidete a fare una vera strategia della natalità che sia fatta di misure strutturali che diano ai possibili genitori, ai giovani una vera stabilità. Perché è quello l'elemento che fa arrivare a fare i figli.

EUGENIA ROCCELLAMinistra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità. Grazie, Presidente. Contrariamente a quanto sostenuto dagli interroganti, le politiche dell'Esecutivo per la famiglia e la natalità rispondono proprio - e forse per la prima volta, anzi, senza forse - a una visione organica e a una logica di strutturalità.

Gli interventi, sostenuti da investimenti che nelle sole leggi di bilancio rasentano i 6 miliardi di euro, sono articolati in tre grandi filoni: sostegni economici diretti, conciliazione e servizi. Si tratta di misure a carattere permanente. Rientra nel primo capitolo l'aumento dell'assegno unico, per il quale la spesa complessiva è aumentata rispetto al 2023 del 9,5 per cento, raggiungendo nel 2024 i 19,8 miliardi di euro.

Per quanto riguarda il cosiddetto bonus nuovi nati, ovvero il contributo di 1.000 euro per ogni bambino nato o adottato, non solo si tratta di un provvedimento finanziato in modo strutturale, quindi non è occasionale, ma vorrei ricordare a una forza politica che era al Governo quando fu varato l'assegno unico che questa nuova misura non è altro che un modo per aumentare i trasferimenti economici diretti alle famiglie, senza incidere proprio sull'assegno unico. Infatti quest'ultimo, che tutti abbiamo sostenuto, è sotto procedura di infrazione da parte dell'Europa e noi lo stiamo difendendo nel silenzio imbarazzato e imbarazzante di coloro che lo hanno scritto e che o tacciono, oppure, quando parlano, lo fanno a sostegno delle contestazioni europee.

Altrettanto strutturali sono gli interventi per favorire la conciliazione tra famiglia e lavoro, a cominciare dall'incremento dal 30 all'80 per cento della retribuzione per 3 mesi di congedi parentali, con un aumento di spesa di circa 1 miliardo rispetto al 2021 e una maggiore fruizione di quasi il 10 per cento da parte delle madri e del 40 per cento da parte dei padri.

Sempre sul fronte dei congedi, la nuova legge di bilancio prevede l'innalzamento, fino a 14 anni di età del figlio, della fruizione del congedo sia parentale che per i figli con disabilità e per la malattia del figlio, e l'aumento da 5 a 10 giorni di quest'ultimo congedo.

Sono strutturali gli aumenti del rimborso per le rette del nido, per il quale nel 2025 arriveremo a una spesa di circa 840 milioni di euro, e che nel 2024 ha visto fruire di questo strumento oltre 40.000 bambini in più rispetto al 2023.

E diventerà strutturale, con la nuova legge di bilancio, il finanziamento di 60 milioni l'anno per i centri estivi.

Mezzo miliardo l'anno è stato investito per il nuovo ISEE familiare, con una spesa in aumento e la previsione di ulteriori interventi in materia.

A completamento di questo quadro, comunque non esaustivo, viste le tante misure adottate e il poco tempo a disposizione per la mia risposta, ricordo i 630 milioni previsti per il 2026 per il sostegno alle mamme lavoratrici e l'incremento di 1 miliardo per il prossimo biennio per la carta “Dedicata a te”, per l'acquisto di generi di prima necessità.

Per quanto riguarda la natalità, noi sappiamo benissimo che la natalità non si può aumentare in pochi anni: è chiaramente un progetto di lunga durata. Noi risentiamo di una disattenzione profonda e costante nei confronti di questo tema da parte dei Governi precedenti, tanto che, rispetto a un tasso di natalità uguale negli anni Novanta (1,13 circa), noi oggi abbiamo molti meno bambini, perché sono ridotte le coorti di donne fertili, e questo proprio a causa di tanti anni in cui la natalità non era assolutamente un tema di governo e neanche un tema del dibattito pubblico. Anche su questo, rivendico il fatto che questo Governo ha posto al centro la questione e ha anche intitolato un Ministero proprio a questo tema.

ILENIA MALAVASI, Grazie, Presidente. Ministra, certamente non ci aspettavamo miracoli dalla sua risposta, ma avremmo certamente almeno auspicato una risposta di realtà, anche un bagno di umiltà e non la solita propaganda, perché con la propaganda non si governa e, soprattutto, non si costruiscono il Paese e il futuro del nostro Paese.

Lei ha una grande responsabilità: mettere in campo azioni per invertire la rotta demografica. Ma i dati che lei ci racconta evidenziano come i risultati non ci sono. I dati dicono che le politiche del Governo Meloni hanno fallito: fallito, lo scandisco meglio. Tutte le principali istituzioni economiche del Paese dicono la stessa cosa, sono unanimi: l'Italia è, in Europa, il fanalino di coda per tasso di fertilità; cresce la popolazione anziana. Questo genera uno squilibrio, con pressioni pesanti sul sistema pensionistico, sanitario, sul mercato del lavoro e sull'intero Paese.

Il calo demografico è una minaccia vera, reale. Serve un'inversione rapida per evitare una significativa contrazione economica. La politica dei bonus è inefficace, perché con i bonus non si garantiscono stabilità, continuità, serenità, programmazione: i bonus sono politiche contro la povertà e non per la natalità; sono politiche estemporanee, del qui e ora, ma non costituiscono politiche strutturali.

L'unico strumento, invece, lo ricordo con orgoglio rispetto a quanto lei ha detto, è l'assegno unico universale che rivendichiamo come scelta del centrosinistra: va sostenuto, incrementato progressivamente per renderlo una misura significativa e stabile per le famiglie.

Oltre a questo, servono politiche per il lavoro stabile e le ricordo che le donne, a 15 anni dalla maternità, guadagnano annualmente 5.700 euro in meno degli uomini. Serve un accesso agevolato per la prima casa e una fiscalità equa e progressiva.

Certo, servono servizi, congedi parentali, misure per la conciliazione.

Il Paese merita di più e, soprattutto, merita di non essere abbandonato dal vostro Governo.