17/05/2022
Piero De Luca
AVOSSA, BOCCIA, BORDO, BRUNO BOSSIO, CAPPELLANI, DE FILIPPO, DEL BASSO DE CARO, FRAILIS, IANARO, LA MARCA, LACARRA, LATTANZIO, GAVINO MANCA, MICELI, MURA, NITTI, NAVARRA, UBALDO PAGANO, PALAZZOTTO, PEZZOPANE, RACITI, SIANI, TOPO, VISCOMI, LORENZIN, BERLINGHIERI e FIANO.
3-02975

Al Ministro per il sud e la coesione territoriale. – Per sapere – premesso che:

   i dati relativi agli ultimi finanziamenti destinati al Mezzogiorno dal Ministero dello sviluppo economico e da quello del turismo sono compresi tra il 25,8 e il 30 per cento, ben al di sotto della quota prevista del 40 per cento individuata come soglia minima delle risorse territorializzabili del Piano nazionale di ripresa e resilienza, pari a circa 86 miliardi di euro complessivi;

   le difficoltà pratiche che stanno tuttora riscontrando sono molteplici e si legano in larga misura alle criticità rilevate dall'Anci e da tante amministrazioni del Mezzogiorno, prima tra tutte l'assenza di personale. I tecnici che dovevano essere assegnati ai comuni del Sud ancora oggi non sono arrivati nel numero previsto;

   parimenti, si segnala la carenza di progetti pronti e sarebbe auspicabile immaginare studi di fattibilità standard da inserire nei bandi di gara, eventualmente proposti dalla stessa Agenzia per la coesione;

   al riguardo, un caso emblematico è rappresentato dagli investimenti per l'incremento dei poli dell'infanzia per la fascia 0-6 anni e per la fascia 0-2 anni destinato ai comuni delle regioni del Mezzogiorno, con priorità a Basilicata, Molise e Sicilia, che hanno presentato meno candidature rispetto al budget che poteva essere loro assegnato;

   le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza si aggiungono a quelle della programmazione 2021-2027 dei fondi di coesione e ad altri strumenti attivati da tempo quali le zone economiche speciali, che costituiscono una concreta occasione di rilancio strutturale e competitivo di questa intera area strategica per l'Italia e per l'Europa, così come recentemente ricordato dallo stesso Presidente del Consiglio dei ministri;

   tuttavia, le uniche risorse «certe» sono i 24,8 miliardi di euro che finanziano progetti già identificati e con localizzazione territoriale e costi definiti, che per oltre la metà sono di titolarità del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, e che in buona parte finanziano «progetti in essere», ovvero interventi per i quali già esistevano coperture nel bilancio dello Stato;

   la crisi internazionale conseguente l'invasione dell'Ucraina non solo non deve rappresentare un freno per l'impegno a rispettare gli obiettivi di rilancio del Mezzogiorno, ma, al contrario, è un fattore che moltiplica le ragioni per la puntuale attuazione delle misure di investimento in tale area –:

   quali urgenti iniziative di competenza intenda adottare al fine di affrontare e risolvere le criticità sommariamente richiamate in premessa, garantendo il pieno rispetto della soglia minima del 40 per cento prevista dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, nonché la partenza effettiva delle zone economiche speciali.

Seduta del 18 maggio 2022

Illustrazione di Ubaldo Pagano, risposta dela Ministra per il Sud e la coesione territoriale, Maria Rosaria Carfagna, replica di Piero De Luca

UBALDO PAGANO. Presidente, onorevole Ministra, quello della riduzione dei divari tra Mezzogiorno, aree interne e resto d'Italia è sicuramente uno dei principali obiettivi del Recovery, però mi pare di capire che allo stato attuale si pongano almeno alcune questioni che minano il raggiungimento dell'obiettivo. Tra le tante, ci siamo permessi di ricordarne due: in primo luogo, le zone economiche speciali, che hanno il potenziale per diventare uno straordinario volano di sviluppo per il Sud, ma che a 5 anni dall'istituzione ancora faticano ad entrare in una fase operativa. Mi pare di comprendere che ci sia un nuovo afflato anche rispetto a una disciplina specifica; speriamo che ci si possa ritrovare raccontando anche dei successi concretamente realizzati. In secondo luogo, la quota del 40 per cento di risorse del PNRR, che devono obbligatoriamente essere assegnate al Mezzogiorno e alle aree interne.

Ma - una certificazione da poco fatta dall'Ufficio parlamentare di bilancio - né il Ministero dello Sviluppo economico né quello del Turismo hanno neanche lontanamente raggiunto questo obiettivo. A questo aggiungo quanto pubblicato oggi dal Ministero dell'Università, che su 350 progetti di dipartimenti di eccellenza universitaria ha destinato, ha riconosciuto in graduatoria l'86 per cento a dipartimenti universitari nel Centronord. Sono persuaso del suo grande impegno e del suo afflato meridionalista, comunque proteso a creare le condizioni per il superamento dei divari, ma siamo arrivati al punto in cui occorrono azioni concrete, e ci piacerebbe comprendere quali azioni concrete, fino alla prossima relazione dell'Ufficio parlamentare di bilancio, intende adottare per far sì che non sia poi troppo tardi.

 

MARIA ROSARIA CARFAGNA, Ministra per il Sud e la coesione territoriale. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti perché mi consentono di precisare alcune questioni e anche di sfatare, al tempo stesso, alcuni luoghi comuni. Innanzitutto ricordo che il 40 per cento per il Sud riguarda il complesso delle risorse territorialmente allocabili del PNRR. Dai dati forniti dalle amministrazioni ed elaborati dal Dipartimento per la coesione emerge che a oggi la stima delle risorse destinate al Mezzogiorno ammonta a 86 miliardi, pari al 40,8 per cento. Dunque, allo stato l'obiettivo è pienamente rispettato; e attenzione, non è corretto sostenere che solo 24,8 miliardi di euro sarebbero risorse certe per il Sud. Esse sono i cosiddetti progetti identificati, come ad esempio quelli infrastrutturali, ma a queste risorse vanno aggiunte quelle già certe, oggetto di riparto per oltre 23,4 miliardi, e quelle relative ai fondi ad assorbimento, stimati in circa 37,8 miliardi.

Naturalmente è fisiologico che vi siano misure che fanno registrare al Sud percentuali molto elevate, come per esempio quelle infrastrutturali e altre. Penso agli incentivi ad assorbimento automatico da parte delle imprese, che risentono della dimensione ridotta dell'economia meridionale, pari ad appena il 22 per cento del PIL nazionale. Di questo siamo consapevoli e posso garantirvi che il mio impegno è costante nello stimolare le amministrazioni centrali nella elaborazione di strategie che possano incrementare le predette percentuali. In almeno due casi la quota di assorbimento del Sud è superiore a quella che avevamo stimato inizialmente. Per il superbonus siamo passati dal 9 per cento al 30 per cento grazie alle semplificazioni approvate e per gli incentivi per l'internazionalizzazione delle imprese siamo passati dal 10 al 30 per cento grazie al forte impegno del MAECI. Per molti bandi l'attività di accompagnamento e assistenza ai comuni ha consentito di superare la soglia del 40 per cento: penso ai bandi sull'economia circolare, penso a quelli per l'edilizia scolastica, per gli asili nido, per mense, per palestre e per nuovi edifici.

In alcuni casi abbiamo prorogato i bandi per dare agli enti più tempo per preparare i progetti e abbiamo reso più semplice la presentazione delle domande. Nel testo della vostra interrogazione citate il caso del bando asili nido, un intervento imponente da 2,4 miliardi di euro, di cui il 55 per cento, 1,3 miliardi, per il Sud. Le poche risorse residuate, 70 milioni di euro su 2,4 miliardi, non assorbite da Sicilia, Molise e Basilicata, non sono andate perse, ma rimesse a bando per le regioni del Sud, con priorità per le tre regioni citate. Gli interroganti fanno un cenno anche alle ZES: sul punto rappresento che le ZES sono pienamente operative e che tutti gli obiettivi previsti in ambito PNRR sono stati raggiunti sia in termini di riforme, che peraltro avete approvato qui, in quest'Aula, e naturalmente in quella del Senato, riforme che hanno rafforzato la governance, che hanno introdotto un regime di autorizzazione unica, che hanno incrementato il credito di imposta e che hanno istituito uno sportello unico digitale, sia per quello che riguarda i 630 milioni di euro di investimenti.

Abbiamo, inoltre, provveduto, come sapete, alla nomina di tutti gli otto commissari. Per concludere, ribadisco, le ZES sono pienamente operative e il 40 per cento è un obiettivo che possiamo finora ritenere centrato, a garanzia del quale è predisposto un monitoraggio ex ante ed ex post, un'interlocuzione costante con le amministrazioni interessate, un affiancamento e l'eventuale attivazione di poteri sostitutivi in caso di inadempimento. Ovviamente, si tratta di azioni che dovranno continuare ed essere svolte con la stessa attenzione e intensità per tutto il periodo di attuazione del PNRR.

 

PIERO DE LUCA. Grazie, Presidente. Ringrazio la Ministra Carfagna per le considerazioni e i dati che ci ha fornito. Al Sud la verità è che veniamo da decenni di mancati interventi infrastrutturali, di tagli al personale pubblico, ai servizi e agli investimenti. Il risultato è avere creato ritardi, squilibri, diseguaglianze enormi rispetto ad altre aree del Paese. La pandemia ha purtroppo aggravato queste criticità, soprattutto in ambito occupazionale, in particolare per donne e giovani.

Il PNRR ci offre l'occasione storica, allora, come è stato richiamato, di invertire la rotta, di aprire una nuova stagione di ricostruzione dalle fondamenta del Sud, superando vecchie logiche assistenzialiste e intervenendo, invece, per creare lavoro, occupazione, sviluppo equo e sostenibile. Se questo è possibile, però, permetteteci di ricordarlo, è grazie in particolare al Partito Democratico e alle forze progressiste e riformiste del Paese; ricordo che la risoluzione Delrio del 15 luglio 2020 con la quale abbiamo invitato il Governo a chiudere il negoziato a Bruxelles sul Next Generation EU è stata approvata alla Camera con il voto contrario, allora, di tutto il centrodestra. Oggi, fortunatamente, siamo in una fase nuova; questo strumento esiste, è stato previsto e condiviso da tutte le forze politiche ed è rivolto, ricordiamolo, soprattutto al Mezzogiorno. Non possiamo permetterci, però, di fallire. Da qui l'esigenza di un'interrogazione e di un question time sul tema. I dati sui progetti finanziati sulla spesa sono oggettivamente preoccupanti. Al di là delle stime fornite, di cui prendiamo atto e che sono di buon auspicio, il numero degli atti di adesione ad obbligo sottoscritti, ad oggi, è ancora molto basso e in tutto il Sud tardano a partire le procedure di affidamento degli interventi necessari per rispettare i target previsti.

Suoniamo, quindi, oggi un campanello d'allarme; bisogna intervenire subito sulle criticità segnalate da tanti enti locali: carenza di personale e strutture tecniche, mancanza di progetti pronti e adeguati, criteri penalizzanti, nei bandi, per l'assegnazione delle risorse in settori strategici come quelli degli asili nido, dell'università - come è stato richiamato poc'anzi -, della rigenerazione urbana, ambientale e digitale.

Allora, l'invito che rivolgo a lei, signora Ministra, considerata la sua sensibilità al tema, è a un maggiore sforzo comune tra Governo e Parlamento, per dare una scossa all'attuale stato di avanzamento del PNRR al Sud. L'obiettivo è non avere mai più disparità, in termini di diritti, servizi e opportunità rispetto al resto del Paese. L'obiettivo comune e condiviso da tutti è non avere mai più cittadini di serie A e cittadini di serie B e avere un Sud che diventi finalmente traino dello sviluppo del Paese; non riuscire a ottenere questo obiettivo, nell'attuale fase storica, sarebbe una sconfitta enorme per l'Italia intera.