22/04/2025
Irene Manzi
ORFINI, BERRUTO, IACONO, GHIO, FERRARI, CASU e FORNARO
3-01913

Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   nell'ultimo anno sono state diverse le sollecitazioni da parte delle associazioni del cinema italiano – fra cui Anica, Anac, Unita, Confartigianato, 100Autori, Wgi, Agici e Afic – che chiedono con urgenza l'avvio di interventi normativi volti a promuovere e valorizzare il patrimonio culturale al quale contribuisce, nel nostro Paese, l'industria cinematografica e audiovisiva;

   per dare maggiore sostegno alle istanze mosse dalle associazioni il movimento #siamoaititolidicoda ha organizzato un'indagine statistica che fotografa il drammatico stato di salute del settore: alla domanda «attualmente stai lavorando?», risponde con un «no» il 75 per cento e con un «sì» il 25 per cento, di questi il 50,7 per cento non ha lavori futuri, il 66,7 per cento non percepisce Naspi e il 35,5 per cento dichiara un «forse». La sfiducia nell'industria cinematografica italiana è pari al 99,1 per cento, con un tasso di preoccupazione per il proprio futuro del 96,3 per cento;

   è anche recente l'appello del regista Pupi Avati, accolto in una proposta di legge depositata dapprima dal Gruppo del Partito democratico e successivamente da Forza Italia, di istituire l'Agenzia o un Ministero ad hoc per il cinema e l'audiovisivo;

   in Italia sono operative 9.000 imprese che creano 65 mila posti di lavoro, più ulteriori 114 mila nelle filiere connesse. Il fatturato totale è di 13 miliardi di euro l'anno. C'è poi il cosiddetto effetto moltiplicatore, cioè per ogni euro speso da investimenti pubblici o privati sul settore si genera un ritorno di 3,54 euro;

   l'ultimo decreto del riparto del fondo cinema ha confermato tutte le preoccupazioni del settore: il tax credit cinema risulterebbe decurtato di circa 130 milioni di euro, ridotti di 20 milioni di euro anche i contributi automatici e aumentati i contributi selettivi;

   il documento di finanza pubblica 2025 non fa alcun cenno, a conferma di una strategia politica disinteressata al settore, ai diversi aspetti del settore culturale e non si evince nessuna previsione di intervento volta a sostenere la produzione cinematografica e audiovisiva, penalizzata dall'aumento della politicizzazione delle scelte di finanziamento –:

   quali iniziative il Ministro interrogato intenda avviare al fine di rafforzare e sviluppare le arti e l'industria cine-audiovisiva, anche tenendo conto delle proposte di legge volte ad istituire l'Agenzia per il cinema e l'audiovisivo, con specifici compiti e funzioni di progettazione, gestione e attuazione delle politiche pubbliche per lo sviluppo e il sostegno del settore cinematografico e audiovisivo.

Seduta del 23 aprile 2025

Illustrazione di Irene Manzi, risposta del Ministro della Cultura, replica di Matteo Orifni

IRENE MANZI, La ringrazio, signor Presidente. Saluto il signor Ministro. Con questa interrogazione in realtà vogliamo portare in quest'Aula l'attenzione e il grido d'allarme che il settore cinematografico, nella sua interezza, già da molti mesi sta lanciando in direzione del Governo. Basta leggere i dati e l'indagine di #siamoaititolidicoda che in realtà denuncia e registra una situazione drammatica in termini di lavoro, in termini occupazionali e in termini anche di forte incertezza di quelle che sono le risorse a disposizione e di quello che più in generale è il quadro normativo. Penso al tema del tax credit che regola questo settore. Un'incertezza che sta determinando, tra l'altro, una perdita di competitività del nostro Paese. Quindi, anche alla luce dell'appello lanciato da Pupi Avati poche settimane fa e alla luce della proposta di legge, a prima firma della nostra segretaria Elly Schlein, che come deputati del PD abbiamo presentato proprio per istituire un'agenzia specializzata tematica, vogliamo sapere dal Ministro quali sono gli interventi in realtà che si stanno attuando per ovviare a una situazione allarmante a cui non si può continuare ad essere indifferenti.

ALESSANDRO GIULI, Ministro della Cultura. Presidente, ringrazio gli onorevoli interroganti e mando un bacino a Pupi Avati perché mi consentite di porre l'attenzione sulla rilevanza del settore audiovisivo e sugli interventi che in realtà il Ministero della Cultura ha già preso e sta prendendo da diverso tempo, ma anche di considerare le più recenti sollecitazioni.

L'azione del Ministero è volta a fornire nuovi stimoli alla crescita della filiera, come recentemente testimoniato anche dal fatto che pochi giorni fa è stato firmato il decreto correttivo del tax credit cinema e audiovisivo, contenente anche previsioni in materia di intelligenza artificiale e per la cui attuazione la competente direzione generale è prossima a emanare le apposite linee guida. Al fine di garantire la massima condivisione dell'azione del Dicastero, peraltro si è tenuto oggi un apposito tavolo con i rappresentanti del settore, in previsione di una discussione congiunta dei relativi contenuti.

Con riferimento alla questione delle risorse finanziarie, è necessario effettuare una premessa rilevante. Le risorse a disposizione del settore cinematografico e audiovisivo sono definite annualmente nella legge di bilancio e successivamente il Ministero provvede al riparto di dette risorse fra le diverse finalità. L'importo previsto in tale decreto di riparto costituisce il limite massimo di risorse che annualmente vengono deliberate a favore delle varie tipologie di intervento, a eccezione delle due linee di intervento quantitativamente più rilevanti, ossia i crediti d'imposta alla produzione nazionale e alla produzione internazionale.

Per queste due tipologie di intervento la legge n. 178 del 30 dicembre 2020 prevede che il Ministro dell'Economia e delle finanze effettui il monitoraggio dei relativi oneri, con facoltà di provvedere alla riduzione del Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell'audiovisivo nella misura necessaria alla copertura finanziaria del maggior onere risultante da tale attività di monitoraggio. In altri termini, la quantificazione della spesa per i crediti d'imposta alla produzione nazionale e alla produzione internazionale non è effettuata ex ante ancorandosi al decreto di riparto annuale, ma è effettuata ex post a seguito di monitoraggio degli effettivi utilizzi del credito d'imposta rilevati dall'Agenzia delle Entrate. Pertanto, tutte le domande che pervengono al Ministero devono essere comunque soddisfatte.

Le proposte di legge finalizzate all'istituzione di un'Agenzia o di un Ministero ad hoc per il settore del cinema e dell'audiovisivo rappresentano ai nostri occhi uno stimolo interessante per un confronto costruttivo e multilivello anche per il Ministero che è chiamato a organizzare la filiera del cinema in un quadro di riforma già in atto. Non appena resi noti i testi delle predette proposte di legge, saranno valutati con attenzione nel loro contenuto e nella loro finalità, per consentire a noi tutti, e al Ministero che mi onoro di rappresentare, di tradurle in azioni concrete nell'ottica di migliorare questo importante e indiscutibilmente fondamentale ramo della cultura del nostro Paese.

MATTEO ORFINI, Grazie, Presidente. Ministro, noi le avevamo posto più o meno le stesse domande 7 mesi fa. Siamo di nuovo a porgliele qui oggi perché in questi 7 mesi non è successo assolutamente nulla, anzi è successo qualcosa di abbastanza grave: la negazione di una crisi che purtroppo c'è.

Lo ha fatto un po' lei oggi, lo fa di continuo la sua Sottosegretaria e sta avvenendo anche nell'incontro con le parti di cui parlava, cioè si nega l'esistenza di una crisi. Mi chiedo chi siano quelle migliaia di lavoratori che hanno manifestato in questi mesi e chi sono quelli che noi abbiamo incontrato, ossia lavoratori, artisti, attori, autori, produttori spesso con le lacrime agli occhi perché ridotti alla fame dalle scelte di questo Governo che evidentemente per lei non esistono. Io le suggerisco costruttivamente di parlare un po'più con loro e un po'meno con la sua Sottosegretaria per avere un quadro complessivo e veritiero della situazione. Ma sa qual è la dimostrazione che ho ragione io? Esattamente quella che ha raccontato lei, cioè che avete dovuto fare un decreto correttivo sul tax credit perché non era vero che andava bene quello che avevate fatto, tanto che l'avete dovuto fare in fretta e furia per evitare di perdere al TAR, dove i ricorsi vi avevano portato.

Oggi io mi sarei aspettato, qui da parte sua, qualcosa di più concreto, magari l'annuncio di un lavoro per ristorare le aziende danneggiate dalle politiche del Governo, magari il tentativo di salvare l'anno contributivo per chi l'ha perso per colpa di questo stallo, magari qualcosa di più che frasi di circostanza sulla proposta del maestro Avati che, almeno lui, non potrà essere tacciato di essere un regista comunista, trinariciuto e cattivo, ossia di quelli da punire. E invece no. Invece siamo al nulla sostanzialmente che prosegue e che sta alimentando e aumentando una crisi drammatica.

Allora io non posso dirmi soddisfatto ovviamente della sua risposta. Questa crisi c'è, è sempre più drammatica ed è colpa vostra. Dovreste iniziare a occuparvene.