04/11/2025
Antonella Forattini
MARINO, ROMEO, ANDREA ROSSI, VACCARI, FORNARO, GHIO, FERRARI e CASU
3-02298

Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   secondo gli ultimi dati Istat, l'export italiano verso i principali partner extra Unione europea ha subito un calo generalizzato, con una flessione complessiva del 21,2 per cento verso gli Stati Uniti, a seguito dell'entrata in vigore dei nuovi dazi imposti dall'Amministrazione americana;

   le misure tariffarie introdotte dagli Stati Uniti hanno colpito in modo significativo il comparto agroalimentare, facendo perdere oltre 1 miliardo di euro alla filiera del cibo made in Italy, con vino, olio e comparto suinicolo tra i settori più colpiti, confermando come sia sempre l'agricoltura a essere sacrificata. Dal 1° gennaio 2026 la pasta italiana rischia di pagare negli Stati Uniti un super dazio del 107 per cento;

   sei mesi fa Giorgia Meloni aveva promesso in Parlamento un piano di sostegno da 25 miliardi di euro per le imprese colpite dai dazi americani. Oggi di quel piano si sono perse completamente le tracce. In compenso, nel disegno di legge di bilancio appena approvato dal Consiglio dei ministri la parola «dazi» non compare nemmeno una volta;

   il piano «Coltivitalia» che nelle intenzioni del Ministro interrogato dovrebbe rafforzare l'autonomia produttiva dell'agricoltura italiana, sostenendo i settori chiave e valorizzando le filiere agroalimentari del Paese, non contiene nessuna misura a sostegno delle imprese colpite dai dazi americani;

   servono investimenti e misure che favoriscano il ricambio generazionale alla guida delle aziende, la semplificazione amministrativa, gli aiuti al credito, il supporto ai consorzi per l'accesso ai mercati esteri, sgravi a vantaggio della concentrazione dell'offerta cooperativa, potenziamento del fondo per le calamità naturali, riduzione dei tempi di erogazione delle indennità assicurative –:

   quali iniziative di competenza intenda assumere per evitare le ricadute negative che i dazi stanno avendo sulle imprese agroalimentari italiane.

 

Seduta del 5 novemre 2025

Illustrazione di Andrea Rossi, risposta del Ministro ell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. replica di Antonella Forattini

ANDREA ROSSI, Grazie, Presidente. Ministro Lollobrigida, io sono convinto che lei e anche la Presidente del Consiglio siate davvero dei patrioti: vi state adoperando anche con grande impegno per difendere gli interessi del nostro Paese; lo abbiamo visto anche nelle strategie sui dazi, che appunto sono state importanti, ma è stato altrettanto eloquente il vostro silenzio su queste trattative.

Ecco, io so già che lei – giustamente, anche - ci ricorderà quelli che sono i 12 miliardi – o i 15, secondo un suo ultimo post sui social di questi giorni - che sono stati investiti in questi anni sul comparto agricolo, ci ricorderà il disegno di legge Coltiva Itala che, con il suo miliardo, arriverà in Aula nelle prossime settimane. Però, vede Ministro, c'è un dato, un dato oggi che è chiaro, eloquente, nudo, crudo: le esportazioni alimentari sono diminuite del 21,2 per cento rispetto agli Stati Uniti d'America e parliamo di un miliardo in meno di vino, olio, salumi e, dal 1° gennaio 2026, la pasta italiana rischia un dazio del 107 per cento.

La domanda è semplice, quindi, Ministro: a parte la solita narrazione, quali sono iniziative concrete che si intendono operare per evitare che le nostre imprese agroalimentari, quelle che portano appunto il made in Italy nel mondo paghino il prezzo dei vostri silenzi e delle promesse svanite.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDAMinistro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.

Ringrazio il collega Forattini per l'interrogazione e anche per aver sottolineato puntualmente che il nostro Governo, con 15 miliardi di stanziamento, è il Governo che, nella storia repubblicana, ha investito di più sulla agricoltura e su un settore che riteniamo entrambi primario.

Ci sono alcune cose, però, che sono un po'imprecise, e le vado a sottolineare. La riduzione delle esportazioni totali dell'Italia verso gli USA registrate nel mese di agosto è vero che segna un -21 per cento - erano i giorni della trattativa che si è conclusa il 27 luglio tra l'Europa, che ha la delega alle trattative sul commercio estero, e gli Stati Uniti - però il dato dell'Istat di settembre segna un +34 per cento dell'export italiano e, nel periodo gennaio-settembre 2025, le esportazioni totali verso gli USA sono aumentate del 9,5 per cento rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Credo che una valutazione di più alto respiro possa far capire che questo dato così allarmante che lei cita non sia corrispondente al vero.

In merito alle esportazioni agroalimentari, i dati ufficiali dell'Istat disponibili per agosto 2025 evidenziano che nei primi otto mesi dell'anno le esportazioni agroalimentari italiane verso gli USA hanno sorpassato di poco più 5 miliardi di euro, attestandosi sullo stesso livello dell'anno precedente.

Il sostegno del Governo alle imprese - lei ricordava - è stato di 15 miliardi di euro; in realtà, li abbiamo superati. Gran parte delle misure evocate dall'interrogante sono già state introdotte con il Coltiva Italia, che io auspico la Camera possa approvare il più rapidamente possibile. Verso il ricambio generazionale, l'elemento principale sul quale, a nostro avviso, dobbiamo lavorare, stanziamo 150 milioni.

Con il nuovo Piano di gestione rischi, adottato in netto anticipo rispetto al passato ed attualmente in intesa in Conferenza Stato-regioni, abbiamo reso più efficienti gli strumenti di intervento, introducendo importanti novità in termini di semplificazione, potenziamento degli strumenti a disposizione degli agricoltori ed accelerazione dei pagamenti. Abbiamo investito 870 milioni di euro per l'innovazione in agricoltura e la possibilità di rendere la nostra agricoltura più forte e resiliente. Per quanto riguarda l'OCM vino l'abbiamo semplificata, ricevendo il plauso - so che potrebbe essere meno importante del vostro, ma per noi non lo è - di tutte le categorie e le rappresentanze del settore, così come abbiamo implementato il Fondo per la sovranità alimentare per sostenere le filiere deboli.

Per darle in cifre, sul PNRR, che abbiamo rivisto - cosa che in campagna elettorale dichiaravate che sarebbe stata impossibile - siamo passati dai 3,6 miliardi di euro previsti dal Governo di cui facevate parte agli 8,9 miliardi di euro messi a disposizione dalla revisione con l'azione del Governo Meloni.

Sappiamo che in questi giorni - e chiudo davvero, Presidente, e la ringrazio - c'è una trattativa tra USA e Unione europea, che ha delega esclusiva, sulla quale però noi intendiamo collaborare, tant'è vero che qualche giorno fa abbiamo incontrato il Commissario per il commercio Šefčovič, ponendogli alcune questioni, non da soli, ma con tutte le rappresentanze delle categorie produttive italiane dell'Agrifood, che sono uscite anche loro soddisfatte dall'incontro, avendo noi ottenuto l'impegno dell'Europa a sostenere, non solo, le cose che riguardano complessivamente l'Unione, ma alcuni settori specifici, come vino, formaggi, olio e anche pasta, dove invece applichiamo una trattativa bilaterale - questo sì - per contribuire a evitare che le nostre aziende subiscano un dumping immotivato del Dipartimento del commercio estero, procedura però che con i dazi di Trump c'entra poco.

ANTONELLA FORATTINI, Grazie, Presidente. Non posso essere soddisfatta dalla risposta che il Ministro ha dato ad una precisa domanda, vale a dire: come intende, appunto, il nostro Governo fare fronte al tema dei dazi. Anche perché, se stiamo alla realtà e, quindi, guardiamo il contenuto della manovra di bilancio, piuttosto che del “Coltivitalia” che arriverà, spero, in Commissione nelle prossime settimane, alla parola “dazi” non si fa alcun riferimento.

Ma, soprattutto, vorrei recuperare i dati enunciati dal Ministro che sconfessa le preoccupazioni espresse dalle stesse associazioni in audizione sulla finanziaria, perché, di fatto, l'export è diminuito, lo dice anche Confindustria oggi, c'è una diminuzione pari al 16,5 per cento, quindi, non lo dice il Partito Democratico, ma lo dice Confindustria, quindi, non c'è una misura concreta che venga messa ogni giorno per difendere faticosamente gli spazi di mercato e di redditività che le nostre imprese stanno cercando faticosamente di conquistarsi. Pertanto, non siamo di fronte a un solo euro che venga messo in risposta a questo problema. Le imprese del vino, della pasta, dei formaggi, compresi anche i pecorini, di cui nessuno parla mai, vivono continuamente nell'incertezza.

Era l'8 aprile quando la Premier annunciava un piano di recupero di 25 miliardi di euro per sostenere le imprese colpite dai dazi, ma - lo ripeto - queste risorse mancano tutte. Allora, Ministro, chiediamo meno propaganda e più certezze.