08/10/2024
Irene Manzi
GHIO, BERRUTO, IACONO, ORFINI, FERRARI, FORNARO e CASU
3-01479

Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   l'avvio dell'anno scolastico 2024/2025, su oltre 63.000 posti vacanti disponibili, ha registrato solo 45.124 immissioni in ruolo di insegnanti della scuola d'infanzia, primaria, secondaria di primo e secondo grado, lasciando scoperte quasi 19.000 cattedre; a questi numeri vanno aggiunte poi le decine di migliaia di posti precari legati, soprattutto, al sostegno;

   secondo i dati pubblicati dalle riviste di settore il numero dei precari della scuola ammonterebbe a 250 mila docenti, fenomeno non omogeneo sul territorio. Stando ai numeri forniti dall'Ufficio scolastico ligure e riportati dai quotidiani nazionali – a titolo esemplificativo – più di un insegnante su tre ha un incarico di supplenza annuale; 703 posti sono destinati al sostegno in ogni ordine e grado, a fronte, invece, delle immissioni di ruolo autorizzate di soltanto 1.299 assunzioni a tempo indeterminato, che hanno coperto appena il 63 per cento dei posti complessivi;

   circa 103.000 dei 250.000 docenti precari sono specializzati nel sostegno, un settore che richiede particolare attenzione e competenza;

   come è noto, il ruolo dei docenti di sostegno è fondamentale per garantire un'educazione inclusiva e di qualità a tutti gli studenti, compresi quelli con disabilità, che, al pari di ogni studente, hanno il diritto allo studio e alla continuità didattica;

   anche in seguito alle diverse proteste da parte dei precari, in 4 mila solo in Liguria, è di questi giorni la decisione della Commissione europea di deferire l'Italia alla Corte di giustizia dell'Unione europea per non aver posto fine all'uso eccessivo di contratti a tempo determinato e a condizioni di lavoro discriminatorie nella scuola;

   l'Italia, afferma la Commissione europea, «non ha adottato le norme necessarie per vietare la discriminazione in merito alle condizioni di lavoro e l'uso abusivo di successivi contratti a tempo determinato». Inoltre, la legislazione sullo stipendio degli insegnanti a tempo determinato nelle scuole pubbliche, che «non prevede una progressione salariale basata sui precedenti periodi di servizio», costituisce «una discriminazione rispetto agli insegnanti assunti a tempo indeterminato» –:

   quali iniziative il Ministro interrogato intenda adottare al fine di reclutare un maggior numero di insegnanti e affrontare le problematiche conseguenti al deferimento dell'Italia a causa del precariato, garantendo una stabilità lavorativa a migliaia di insegnanti e, al contempo, a tutti gli studenti, con particolare riguardo agli studenti con disabilità, il diritto allo studio e la continuità didattica.

 

Seduta del 9 ottobre 2024

Illustrazione di Giovanna Iacono, risposta del Ministro dell'Istruzione e del merito, replica di Irene Manzi

GIOVANNA IACONO, Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, l'avvio di questo anno scolastico ha registrato poco più di 45.000 immissioni in ruolo di insegnanti, su oltre 63.000 posti vacanti disponibili. Secondo i dati, il fenomeno non è omogeneo sul territorio nazionale. Cito, a titolo esemplificativo, il caso della regione Liguria, dove la situazione è particolarmente critica e dove le immissioni in ruolo autorizzate hanno coperto appena il 63 per cento dei posti complessivi. Questo ha portato alle legittime numerose proteste da parte dei precari, che sono 4.000 solo in Liguria, e alla decisione della Commissione europea di deferire l'Italia alla Corte di giustizia per due motivi: uso eccessivo di contratti a tempo determinato e condizioni di lavoro discriminatorie nella scuola. Chiediamo, quindi, al Ministro interrogato quali misure intenda adottare al fine di superare il precariato e garantire, così, il diritto allo studio e la continuità didattica alle studentesse e agli studenti.

GIUSEPPE VALDITARA, Ministro dell'Istruzione e del merito. Signor Presidente, gentili onorevoli, la questione del precariato della scuola è così seria da non meritare analisi parziali, che avrebbero il solo effetto di allontanarci dalla soluzione del problema. Così come ritengo che non si faccia il vero interesse dei precari, se il dibattito viene inquinato da dati non veritieri, che, peraltro, abbiamo già provveduto a smentire: fanno testo i dati ufficiali e non quelli di fantomatiche riviste di settore.

Si dice, infatti, che i docenti precari della scuola sarebbero 250.000: a questa cifra non si arriva nemmeno sommando, oltre ai docenti, anche il personale ATA. Così facendo, si confondono situazioni diverse, che hanno cause e ragioni del tutto distinte. Le supplenze effettive per questo anno scolastico sono, infatti, ad oggi, 140.000, di cui 102.000 su posti di sostegno. Queste ultime, a fronte di un trend consolidato negli anni scolastici precedenti, potranno aumentare al massimo, a seguito di certificazioni di disabilità tardive, di 15.000 unità, tanto da portare il totale delle supplenze, al massimo, a circa 155.000, con una diminuzione di almeno 5.000 unità rispetto agli anni scolastici precedenti, quando erano fissate sulla cifra di 160.000 unità. A questi vanno aggiunti, nel numero di circa 37.000, i docenti che operano su spezzoni di cattedre, supplenze non collegate ad una effettiva vacanza di organico, ma ad assenze del titolare conseguenti innanzitutto all'alto numero di docenti part time.

È doveroso, poi, ricordare che la riforma del reclutamento scritta dal Ministro Bianchi non aveva tenuto in alcun conto la questione del precariato, ponendo al centro del sistema lo strumento del concorso annuale senza eccezioni. Questo accordo ha comportato la necessità di assumere 70.000 docenti tramite i concorsi PNRR. Si tratta di una milestone che, se non raggiunta, comporterebbe la perdita di parte dell'ultima tranche del PNRR all'intero sistema Italia, che ammonta a 24 miliardi di euro. Se noi avessimo messo a disposizione, per le assunzioni extra PNRR, i 19.000 posti a cui voi fate riferimento, avremmo esaurito le facoltà assunzionali e, dunque, avremmo messo irresponsabilmente a rischio il pagamento dell'ultima rata del Piano. Dobbiamo cambiare l'accordo raggiunto nella passata legislatura ed è su questo che noi stiamo lavorando.

IRENE MANZI, La ringrazio, signor Presidente. Saluto il Ministro e la Sottosegretaria Frassinetti. Signor Ministro, vorrei rinfrescarle un attimo la memoria, perché - ho letto le dichiarazioni, anche quelle quasi ossessionate dal Partito Democratico, che lei ha rilasciato a Pontida - dimentica una cosa: in quel precedente Governo sedeva anche la Lega, al Ministero dell'Istruzione. Quegli accordi sono stati sottoscritti da un Governo a larghissima intesa.

Ma io vorrei stare sul merito della questione, perché è un problema di merito quello che le abbiamo posto. Lei ha dichiarato, all'inizio dell'anno scolastico, che si tratta di un anno scolastico che, più di altri anni, in questo momento si trova in una situazione estremamente caotica. E basta leggere le comunicazioni e la documentazione che, quasi quotidianamente, arriva all'indirizzario di tutti i parlamentari componenti la Commissione cultura.

Ecco, noi le abbiamo posto un problema e, di volta in volta, vediamo che ci si nasconde dietro il precedente Governo, c'è sempre qualche responsabilità alle spalle.

Ci si nasconde dietro l'Europa, quando voi avete già negoziato più volte modifiche del PNRR, omettendo tra l'altro un aspetto che riguarda la fase di attuazione di quei piani di reclutamento e di formazione, che sono partiti quasi un anno e mezzo dopo rispetto alle scadenze e che stiamo ancora scontando, se lei lo ricorda, signor Ministro.

Noi le chiediamo cosa intende fare: ci sono temi fondamentali che riguardano il precariato - abbiamo ricordato i dati – e riguardano il precariato sul sostegno. Da Genova, poche settimane fa, è partita una manifestazione che si è tenuta anche a Roma, volta a evidenziare le storture che il sistema di formazione che avete introdotto proprio sul sostegno - con il ruolo di INDIRE e il sistema parallelo che voi avete creato - sta producendo in questo momento; esso sta danneggiando, in primo luogo, quei docenti che si sono formati all'interno delle università, quelle università a cui state pesantemente assestando un colpo con il taglio…

 …del fondo di finanziamento ordinario. Ecco, noi volevamo delle risposte, non dei numeri oggi, signor Ministro. Volevamo sapere come intende affrontare il fenomeno del precariato, quali misure intende adottare. Noi, da parte nostra - e chiudo, Presidente - ci siamo visti ridurre e tagliare, con un colpo di penna, proprio da parte del suo partito, nel 2019, quella riforma del FIT, della formazione triennale, che prevedeva una formazione non a carico dei futuri docenti, ma a carico dello Stato; una riforma che prevedeva una riduzione…

 …progressiva proprio di quel precariato. I fatti ci dicono altro in questo momento, e quindi non posso, purtroppo, di fronte all'ennesimo atto di propaganda, in realtà, ritenermi soddisfatta dalla vostra risposta.