05/04/2022
Nciola Pellicani
BENAMATI, BRAGA, BURATTI, MORASSUT, MORGONI, PEZZOPANE, ROTTA, BONOMO, D'ELIA, GAVINO MANCA, NARDI, SOVERINI, ZARDINI, BERLINGHIERI, LORENZIN e FIANO.
3-02876

Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   da diversi mesi, l'impennata del prezzo dei prodotti energetici in Italia sta gravando significativamente sulla vita di cittadini e imprese;

   per la riduzione dei costi energetici si è intervenuti a più riprese, con l'abbattimento degli oneri generali e riducendo il carico fiscale e parafiscale sulle bollette per famiglie, piccole e medie imprese e imprese energivore;

   la crisi energetica segue, di pari passo, l'aggravarsi della drammatica situazione in Ucraina e le ultime notizie che giungono dal fronte di guerra narrano di orrori indicibili a spese dei civili che impongono al nostro Paese e all'Europa intera una riflessione circa l'adozione di ulteriori sanzioni economiche a carico della Russia;

   con l'evolversi dello scenario internazionale, l'ultimo decreto-legge è intervenuto in tema di autonomia energetica dell'Italia grazie al rafforzamento delle acquisizioni da Paesi affidabili, all'incremento di alcuni miliardi di metri cubi della produzione nazionale, al raddoppio del Tap, all'implementazione dei nostri sistemi di rigassificazione, tutto per dimezzare e poi ridurre al minimo la dipendenza dalla Russia;

   è giunto, infatti, il momento di avviare urgentemente una discussione sull'innalzamento del livello delle sanzioni a carico del Paese invasore, includendo quelle energetiche, con un'interruzione totale delle forniture russe di gas e petrolio all'Europa;

   si ricorda, infatti, che oggi oltre il 95 per cento del gas naturale consumato in Italia viene importato dall'estero. In particolare, le importazioni dalla Russia ammontano a circa 29 miliardi di metri cubi, pari al 38 per cento dei consumi;

   occorre pertanto predisporre urgentemente tutte le misure idonee a garantire la sicurezza del sistema energetico nel breve e medio termine, nonché nel lungo periodo;

   gli obiettivi da raggiungere urgentemente riguardano, da un lato, la diversificazione degli approvvigionamenti del gas, dall'altro l'adozione almeno a livello europeo di un tetto al prezzo del gas;

   parallelamente, la transizione energetica verso il graduale abbandono delle fonti fossili è diventata ancor più di rilevanza strategica. Rafforzare, accelerare e incentivare la realizzazione di impianti di fonti rinnovabili è ormai un'imprescindibile necessità, sia dal punto di vista climatico, sia da quello strettamente economico –:

   quali iniziative urgenti, per quanto di competenza, stia predisponendo, alla luce delle possibili evoluzioni dello scenario di guerra, per incrementare la sicurezza del sistema a breve e medio termine, per adottare misure strutturali che eliminino la dipendenza di importazione dalla Russia e accelerino la transizione energetica, nonché sulla questione dei costi dell'energia e delle misure di contenimento.

 

Seduta del 6 aprile 2022

Illustrazione di Gianluca Benamati, risposta del Ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, replica di Nicola Pellicani

GIANLUCA BENAMATI. Grazie, Presidente. Molto velocemente, il tema che trattiamo in questa interrogazione non è nuovo al Ministro: i prezzi del gas e dell'energia elettrica si mantengono alti e mettono a repentaglio famiglie ed imprese. Quella che era una linea di decremento prevista nei mesi scorsi è entrata in crisi, almeno nelle modalità previste, con la guerra in Ucraina, dopo il 24 febbraio. Noi abbiamo un tema naturalmente molto importante e apprezziamo il lavoro del Governo con le misure sulle tasse e sui crediti di imposta per ridurre i costi immediatamente. Valutiamo positivamente tutte le azioni tese a intervenire sui prezzi, i meccanismi di prezzi massimi, i meccanismi di riforma dei prezzi, però, con il peggiorare della situazione e l'intervento anche di nuove misure contro la Russia, immaginiamo che la situazione sarà ancora peggiore.

In questa nostra interrogazione - concludo, Presidente - chiediamo al Governo le misure che ha in animo di porre in essere per sicurezza, per monitorare i costi per famiglie ed imprese, nell'ambito anche della transizione ecologica che è in atto.

 

ROBERTO CINGOLANI, Ministro della Transizione ecologica. Grazie Presidente e grazie agli onorevoli interroganti. Al fine di sopperire alle importazioni dalla Russia, indipendentemente dal fatto che si fermi domani o che comunque, non fermandosi, noi dobbiamo certamente renderci indipendenti dall'importazione, il Governo ha intrapreso una serie di iniziative di urgenza volte ad incrementare la sicurezza energetica nazionale in materia, in particolare, di gas naturale. Questo va soprattutto attraverso la massimizzazione delle importazioni e l'ottimizzazione della campagna di riempimento degli stoccaggi. Noi adesso stiamo ottimizzando a pieno regime l'utilizzo dei nostri tre rigassificatori, stiamo ottimizzando a pieno regime l'utilizzo dei nostri gasdotti. Abbiamo cinque gasdotti, tre da Sud ed Est e due da Nord: ovviamente, i tre a Sud ed Est sono quelli che ci rendono più agevole, rispetto ad altri Paesi europei, la contrattazione di nuove forniture con Paesi che sono di quella parte dell'emisfero. In questo momento ci sono sette Paesi con cui stiamo trattando, alcune trattative sono in stato molto avanzato di composizione. Stiamo al contempo trattando - ho dato mandato a Snam da un paio di settimane - l'acquisto o il leasing di due sistemi di rigassificazione galleggianti. Vi posso, pertanto, dire che la strategia che abbiamo posto in atto è calcolata proprio per avere la sostituzione dei 29 miliardi di metri cubi russi, di provenienza e di importazione dalla Russia, in un periodo che oscilla fra il primo semestre del prossimo anno e 36 mesi da oggi. Quindi, in 3 anni, noi dovremmo essere in grado di aver compensato questa nostra dipendenza, tenuto conto, però, che, sin dall'inizio, ci dovrebbe essere una buona accelerazione. Stiamo lavorando per garantire gli stoccaggi in controflusso, perché dobbiamo affrontare il prossimo inverno, il prima possibile, con gli stoccaggi. Faccio presente che, in questo momento, i flussi sono regolari, anzi ce n'è di più di un anno fa; l'unica cosa che non è giustificata è il prezzo così alto, se ci pensate, ma stiamo lavorando sul fronte della sostenibilità della spesa da parte dei cittadini e delle imprese.

È stato convocato il Comitato tecnico per l'emergenza e sapete che siamo in stato di preallarme. Questo costante monitoraggio della situazione ci consente, in tempo reale, di vedere cosa succede: non siamo a un livello di allarme, al momento non ci sono motivazioni, ma la situazione, come sapete, è molto critica, nonché fluida e, quindi, la stiamo seguendo.

Il mese scorso sono stati emanati provvedimenti di urgenza contenenti misure volte a rafforzare la sicurezza degli approvvigionamenti. A valle di questi provvedimenti, con specifici decreti ministeriali, è stato previsto di portare il riempimento degli stoccaggi al 90 per cento e sono state promosse iniziative di cassa in controflusso.

Con un ulteriore provvedimento, in linea con la comunicazione RePower della Commissione europea, sono state previste ulteriori misure per lo svolgimento di aste, la richiesta all'Autorità di integrare la regolazione, una disincentivazione al mancato riempimento degli stoccaggi e l'attribuzione automatica a Snam degli spazi corrispondenti ai volumi di gas necessari per il funzionamento del sistema.

Concludo, dicendo che non è solo questione di gas, perché noi rimpiazziamo i 29 miliardi di metri cubi, ma faremo di tutto, stiamo facendo di tutto per mantenere la roadmap a meno 55 per cento al 2030. Ricordo, in questi giorni, la liberalizzazione delle rinnovabili sino a 200 kilowatt, agro-fotovoltaico, energy community, bandi dell'idrogeno, bandi sulla circolarità, bandi per synthetic fuels e biogas, il risparmio energetico e, inoltre, la battaglia europea per il price cap europeo e il decoupling del prezzo dell'energia elettrica dal prezzo del gas.

NICOLA PELLICANI. Grazie. In poche settimane, la guerra in Ucraina ha cambiato radicalmente lo scenario geopolitico; ora altrettanto radicali devono essere le nostre scelte sul fronte energetico. In tal senso, signor Ministro, le sue parole sono rassicuranti e dal Partito Democratico avrà sempre una solida sponda perché si vada, quanto prima, nella direzione di una maggiore indipendenza dalle fonti fossili e ci consenta, soprattutto, di liberarci dalla morsa delle forniture russe di gas e petrolio, mettendo al riparo quelle famiglie e quei cittadini più fragili che stanno pagando il prezzo più alto di questa crisi.

Garantire la sicurezza del Paese vuol dire adottare scelte strategiche che guardino ai prossimi decenni, scelte che, proprio per questo, non possono prescindere dagli obiettivi di sostenibilità ambientale e riduzione delle emissioni. È il momento, perciò, di accelerare ulteriormente sulle fonti rinnovabili e sul risparmio energetico e di favorire la costruzione di una politica europea sull'energia, proponendo anzitutto, come sta facendo il Governo, un tetto al prezzo del gas e il disaccoppiamento del prezzo dell'energia prodotta da fonti pulite per affrontare meglio l'emergenza, con l'obiettivo di arrivare ad acquisti e stoccaggi comuni, perché il nostro orizzonte, signor Ministro, non può che essere sempre più europeo. Siamo a cavallo di due tragedie - la pandemia e la guerra in Ucraina - che ci pongono di fronte a nuove sfide; due catastrofi, però, che possono rappresentare un'occasione unica per compiere quel salto europeista che aspettiamo da tempo. Del resto, Monnet sosteneva che l'Europa si fa nelle crisi: dalla pandemia stiamo uscendo con un'Europa più solida e unita, che ha messo in piedi il PNRR, finanziato da eurobond che, fino a poco tempo fa, era strumento impensabile; dalla tragedia della guerra dobbiamo trarre la forza per costruire anche una difesa europea e politiche energetiche comuni, dando finalmente forma concreta a quel New Green Deal che è tanto evocato da tutti.