21/12/2021
Antonio Viscomi
CARLA CANTONE, GRIBAUDO, LACARRA, LEPRI, MURA, SERRACCHIANI, BERLINGHIERI, LORENZIN e FIANO
3/02692

Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali . — Per sapere – premesso che:

il lavoro nei cantieri resta tra i più pericolosi, faticosi e usuranti, con una percentuale molto alta di infortuni, malattie professionali e di morti sul lavoro. Infortuni che sono aumentati in modo esponenziale con la ripresa del settore;

uno degli elementi che incide su questa drammatica contabilità è senz'altro legato al fattore anagrafico, aumentando esponenzialmente il potenziale dei rischi all'aumentare dell'età degli operai edili, soprattutto con riferimento ad alcune tipologie di prestazione, come quelle in quota;

le misure che opportunamente sono state previste per anticipare la fuoriuscita lavorativa e il progressivo accesso al trattamento pensionistico, in ragione della gravosità della prestazione lavorativa, introdotte dalla cosiddetta «Ape sociale», hanno da subito evidenziato una serie di problemi applicativi per quanto riguarda il settore dell'edilizia;

in particolare, il requisito contributivo ha rappresentato per questa categoria di lavoratori, caratterizzati da strutturali periodi di discontinuità della prestazione lavorativa, un oggettivo e, spesso, insormontabile ostacolo per l'accesso al trattamento di indennità previsto dall'«Ape sociale»;

a tal riguardo, anche dopo le innumerevoli sollecitazioni provenienti dalle organizzazioni sindacali, sono state presentate molteplici iniziative normative volte a rivedere il suddetto requisito contributivo. Proposte che sono state formalizzate anche in occasione dell'esame del disegno di legge di bilancio per l'anno 2022 e su cui sembra emergere in queste ore un'intesa che avvia la soluzione del problema;

il confronto avviato con le organizzazioni sindacali per il ridisegno complessivo e strutturale del sistema pensionistico rappresenta una fondamentale opportunità per dare, finalmente, al nostro Paese un complesso di regole che superi le attuali rigidità e incongruenze, ritagliandolo sulle specifiche esigenze e caratteristiche delle diverse tipologie lavorative –:

laddove risultino confermati gli intendimenti di correggere, il vigente requisito contributivo per gli operai dell'edilizia per l'accesso all'«Ape sociale», quali ulteriori iniziative si intendano adottare al fine di delineare un sistema previdenziale e di regole per lo svolgimento delle prestazioni lavorative nel settore dell'edilizia in sicurezza e regolarità.

Seduta del 22 dicembre 2021

Illustrazione e replica di Carla Cantone, risposta del Ministro del Lavoro e delle politiche sociali Andrea Orlando

CARLA CANTONE. Grazie, Presidente. I dati INAIL ci dicono che il 30 per cento degli infortuni in edilizia riguarda gli over 50 e il 70 per cento delle malattie professionali riguarda lavoratori fra i 50 e i 65 anni, un morto sul lavoro su quattro ha più di 55 anni; inoltre, con l'interruzione di fine cantiere, un edile a 63 anni ha una contribuzione attorno a trent'anni di versamenti INPS. Aver deciso - ed è stato molto importante - di prorogare l'“Ape sociale”, con la decisione di 32 anni di contributi, è sicuramente un passo avanti, però questa decisione riguarda solo il 2022, mentre è importante che diventi strutturale, perché non è che nel 2023 cambiano le condizioni di lavoro dei lavoratori. Vanno bene le ispezioni, i piani di sicurezza, ma dopo i 60 anni ci sono lavori che non devono più essere svolti da chi ha quell'età, per cui a quell'età bisogna andare in pensione.

ANDREA ORLANDO, Ministro del Lavoro e delle politiche sociali. Ringrazio l'onorevole Cantone per aver sollevato una questione che è oggetto di grandissima attenzione nel mondo dei lavoratori e anche del Governo. In queste ore la Commissione bilancio del Senato ha approvato un emendamento al disegno di legge di bilancio per il 2022 che prevede, ai fini dell'accesso all'“Ape sociale”, la riduzione del requisito di anzianità contributiva per i gravosi appartenenti al settore edile da 36 a 32 anni. Lo sconto del requisito contributivo per questa categoria di lavoratori è prevista anche per i ceramisti. Si tratta di una proposta condivisa e fortemente sostenuta dal Ministero del Lavoro, che accoglie alcuni degli esiti del lavoro svolto dopo un'approfondita analisi della Commissione da me istituita con il compito di studiare e valutare la gravosità delle occupazioni.

Ritengo giusto riconoscere a chi lavora nei cantieri e in altri settori lavorativi particolarmente impegnativi e usuranti un trattamento pensionistico differenziato, che tenga conto della particolare gravosità dell'occupazione e della discontinuità della prestazione.

Questo riconoscimento rappresenta un segnale importante, che si inserisce in quel quadro complessivo di interventi volti a tutelare la sicurezza, la qualità e la dignità di questi lavoratori. Il comparto edile presenta profili di particolare criticità per ciò che riguarda la sicurezza e per ciò che riguarda le tutele contrattuali.

Dai dati INAIL, infatti, come abbiamo già visto, risulta che nel 2020-2021 si è verificato, al lordo dei dati COVID, un incremento di infortuni mortali.

Con riferimento al primo profilo dell'attività ispettiva dell'Ispettorato nazionale del lavoro (INL), risultano irregolarità inerenti alla mancata applicazione del contratto collettivo dell'edilizia, frequenti sottoinquadramenti dei lavoratori, obbligazioni di fattispecie contrattuali non attinenti a quel comparto produttivo e, pertanto, suscettibili di eludere gli obblighi in materia di formazione specifica; e ancora, irregolarità dei distacchi degli appalti e subappalti, con un'alta diffusione di forme di esternalizzazione.

A questa situazione stiamo dando risposta con un'intensificazione dell'attività ispettiva, in concomitanza con la ripresa dei cantieri dopo la pausa estiva, al fine di rafforzare i controlli, sia sotto il profilo di prevenzione, sia sotto il profilo del rispetto delle norme a tutela del rapporto di lavoro.

Sarebbe opportuno, inoltre, collegare la concessione di benefici e misure agevolative, quali il superbonus, come ho già detto, al rispetto della regolarità contrattuale da parte delle imprese che eseguono i lavori. Tutti questi interventi che si stanno susseguendo, comunque, credo debbano trovare un esito anche nel confronto col sindacato riguardo alla possibilità di rendere strutturale una parte delle categorie che sono state indicate nell'“Ape sociale”, proprio per rendere strutturale questa risposta sistemica alle diverse condizioni di lavoro e anche alle diverse condizioni di sicurezza che si determinano nei diversi comparti. E naturalmente, da questo punto di vista, l'attenzione all'edilizia credo debba essere assolutamente prioritaria.

 

CARLA CANTONE. Grazie, Ministro, per la risposta. Occorre proteggere i lavoratori più esposti, che svolgono lavori duri e faticosi. A 65 e 67 anni non si può più stare sulle impalcature nelle gallerie, lo dico così: è giunto il momento di far scendere i nonni dalle impalcature e compiere, in questo modo, un atto di giustizia che attendono da decenni.

Inoltre, il lavoro discontinuo, tipico del settore, li penalizza nella contribuzione all'INPS: è una situazione tutta italiana, che deve essere sanata. Ma il tema è rendere strutturale quello che è stato deciso per l'“Ape sociale”, perché non è un problema del momento: è il settore operaio che è così, è il tipo di lavoro che è così, perché sulle impalcature non si va via mail, ma si va fisicamente sempre; è un lavoro che gli edili affrontano con la loro professionalità, ma dopo i 65 anni non c'è professionalità che tenga, a quell'età devono andare in pensione. Per cui mi auguro che nei tavoli che lei ha aperto con le organizzazioni sindacali si possa risolvere definitivamente questo problema, diventato ormai grave e inaccettabile. Prima di lei, altri Ministri ci hanno provato e non ci sono riusciti. Io penso, anzi sono certa che lei farà di tutto per aiutare questi lavoratori e quindi buon lavoro al tavolo con le organizzazioni sindacali.