Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:
sono passati poco meno di sessanta giorni dall'inizio del nuovo anno e il 2023 mostra già segnali estremamente preoccupanti per i livelli di siccità, di questo passo anche peggiori del 2022;
le precipitazioni degli ultimi tempi non riescono a riempire laghi e bacini idrici, i corsi d'acqua che hanno già raggiunto uno stato di severità idrica «media» riguardano tre delle sette autorità di distretto, secondo gli ultimi bollettini emanati dalle stesse negli ultimi mesi. Si sta parlando del distretto idrografico del fiume Po, di quello dell'Appennino settentrionale e di quello dell'Appennino centrale;
nel 2023 in Italia si produrranno quasi 8 mila ettari di riso in meno per un totale di appena 211 mila ettari, ai minimi da trenta anni, sulla base delle previsioni di semina. Stessa situazione per le semine di mais necessarie per garantire l'alimentazione del bestiame per la produzione del latte, dal quale nascono i grandi formaggi, dopo gli sconvolgimenti che ci sono stati sul commercio internazionale a seguito della guerra in Ucraina;
da diversi anni una serie di eventi naturali avversi ha contribuito nel corso del tempo ad indebolire il settore agroalimentare con danni per le quantità e la qualità dei raccolti. Nel 2022 sono stati stimati 6 miliardi di euro di danni e un calo del 10 per cento della produzione agroalimentare nazionale;
la siccità rappresenta, quindi, una delle sfide più pressanti del nostro tempo e richiede politiche pubbliche efficaci di prevenzione e adattamento ai cambiamenti climatici, per la gestione delle perdite di acqua e per gli investimenti nelle infrastrutture idriche. Tali investimenti possono garantire una maggiore disponibilità di acqua per le attività agricole, industriali e domestiche;
nelle scorse settimane il Governo, finalmente, dopo ripetute sollecitazioni, ha convocato incontri per affrontare l'emergenza siccità e ha annunciato la nomina di un commissario per l'emergenza idrica e una task force con poteri di deroga a cui assegnare la gestione dell'acqua –:
quali iniziative e azioni concrete intenda intraprendere per fronteggiare la condizione idrica emergenziale esistente, che rischia di compromettere le coltivazioni e l'attività dell'intera filiera agroalimentare italiana e come intenda coinvolgere da subito le regioni, le associazioni di categoria, le imprese, l'Anbi e tutti i portatori d'interesse.
Seduta del 1 marzo 2023
Illustrazione di Marco Simiani, risposta del Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, replica di Stefano Vaccari
MARCO SIMIANI, Grazie, Presidente. Gentili colleghi, signor Ministro, come sa benissimo, la siccità rappresenta una delle sfide più pressanti del nostro tempo e richiede politiche pubbliche efficaci di prevenzione e di adattamento ai cambiamenti climatici per la gestione delle perdite di acqua e degli investimenti nelle infrastrutture idriche. Tali investimenti possono garantire una maggiore disponibilità di acqua per attività agricole, industriali e domestiche.
Nelle scorse settimane, il Governo, dopo le sollecitazioni nostre e delle associazioni di categoria, ha convocato incontri, e oggi un tavolo, per affrontare l'emergenza siccità e ha annunciato la nomina di un commissario per l'emergenza idrica, una task force con poteri di deroga a cui assegnare la gestione dell'acqua.
Per questo, vogliamo sapere quali iniziative ed azioni concrete intenda intraprendere per fronteggiare le condizioni idriche emergenziali esistenti, che rischiano di compromettere le coltivazioni e l'attività dell'intera filiera e, su questo, vogliamo capire come coinvolgere le regioni, le associazioni di categoria e, soprattutto, i portatori di interesse.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. Ringrazio il collega Vaccari per aver sottolineato, come anche gli altri gruppi, una problematica che in questo momento sta a cuore, credo, a tutti gli agricoltori, a tutti quelli che hanno e devono usufruire dell'acqua e, ovviamente, a tutti i cittadini, per le conseguenze che la garanzia idrica comporta.
L'emergenza siccità, negli ultimi 20 anni, si è ripresentata a più riprese, ma mai sono state assunte soluzioni strategiche definitive o pianificate in modo adeguato. Per questo motivo, come già detto nelle risposte precedenti, il Consiglio dei ministri ha convocato, in data odierna, la prima cabina di regia interministeriale per la siccità per attivare le azioni di emergenza e trovare gli strumenti idonei per elaborare strategie che permettano di arginare le criticità relative alla siccità nel breve, medio e lungo periodo, sui cui scopi ho già riferito in dettaglio nel precedente question time. In tale sede è stato anche valutato il coinvolgimento delle regioni e degli altri interlocutori che hanno competenza sulla realizzazione e gestione degli interventi e sono davvero tanti.
Riguardo alle azioni intraprese per contrastare la fragilità del nostro Paese per effetto dei cambiamenti climatici e del dissesto idrogeologico, ricordo che la rivisitazione del Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza nel settore idrico contempla, tra l'altro, interventi necessari alla mitigazione dei danni connessi al fenomeno della siccità e promuove il potenziamento e l'adeguamento delle infrastrutture idriche, anche al fine di aumentare la resilienza dei sistemi idrici ai cambiamenti climatici e ridurre le dispersioni idriche che prima ricordavo.
Rilevo, inoltre, che l'Investimento 4.3 della Componente 4 della Missione 2 del Piano nazionale di ripresa e resilienza “Investimenti nella resilienza dell'agrosistema irriguo per una migliore gestione delle risorse idriche”, di competenza del MASAF, è teso a migliorare la gestione delle risorse idriche a tutela del territorio dagli effetti dei cambiamenti climatici ed a proteggere la biodiversità, con una dotazione pari a 880 milioni. In particolare, detto investimento si propone di aumentare l'efficienza dei sistemi irrigui attraverso lo sviluppo di infrastrutture innovative e digitalizzate per un settore agricolo più sostenibile, che si adatti meglio ai cambiamenti climatici. I progetti prevedono interventi di conversione dei sistemi irrigui in altri più efficienti, di adeguamento delle reti di distribuzione al fine di ridurre le perdite, di installazione di tecnologie per un uso efficiente delle risorse idriche, quali contatori e sistemi di controllo a distanza.
Informo, infine, che sono stati presentati 97 progetti, i cui soggetti attuatori sono gli enti irrigui. Tutte le gare sono state pubblicate entro i termini previsti e trasmesse alla Commissione europea per l'aggiudicazione entro il prossimo 31 dicembre. Nei prossimi giorni avremo occasione, evidentemente all'esito della seconda riunione della cabina di regia oggi istituita e presieduta dall'onorevole Meloni, di poter produrre al Parlamento delle proposte di natura emergenziale, che si affiancano a delle proposte di natura strategica, per riuscire a spendere finalmente quegli 8 miliardi che da troppo tempo giacciono in vari Ministeri e, soprattutto, non possono essere spesi proprio per l'eccesso di burocrazia, l'eccesso di normative che entrano in conflitto l'una con l'altra, impedendo la realizzazione di invasi, impedendo la possibilità di pulire gli invasi esistenti, come le dighe, per ragioni che io so essere ben note al collega Vaccari.
STEFANO VACCARI, Grazie, Presidente. Grazie, Ministro, dico subito che siamo soddisfatti del fatto che anche gli altri gruppi parlamentari di maggioranza, dopo la presentazione della nostra mozione sul tema sul quale abbiamo interrogato il Ministro, abbiano convenuto con noi sull'importanza determinante e strategica di questo tema per tutta l'economia del nostro Paese. Abbiamo presentato la mozione più di una settimana fa - e mi auguro che possa essere calendarizzata -, a prima firma della nostra capogruppo Serracchiani, con l'obiettivo proprio di entrare nel merito di quelle azioni - come, giustamente, ha ricordato lei, Ministro - che, dal punto di vista emergenziale e, accanto, dal punto di vista strutturale, provino a dare risposte, però, concrete a questo.
Molte delle cose che lei ha detto e che anche noi abbiamo riportato nella nostra mozione erano già contenute in una risoluzione che questa Camera ha discusso nel luglio dell'anno scorso - n. 7-00853 -, che prendeva a riferimento proprio dati dell'Osservatorio permanente sulle crisi idriche dell'Autorità distrettuale del bacino del Po, che ricordava come eravamo in una condizione, già allora, di emergenza, e quello che ci dispiace è che si sia perso già troppo tempo per dare queste risposte. Aspettiamo dalla cabina di regia che è stata convocata questo tipo di risposte, ma crediamo che, sul fronte emergenziale, servano atti conseguenti a dare immediate risposte al settore agricolo, innanzitutto. Poi, certo, ci sono anche le risposte strutturali e noi vediamo, in particolar modo, tre questioni, che, poi, riprenderemo, mi auguro, nella discussione della mozione. La prima, che riguarda…
Benissimo. Termino subito. Dicevo, abbiamo individuato tre punti: il primo, gli sprechi delle reti del servizio idrico, il secondo, la necessità di nuovi invasi, piccoli o grandi che siano, e la riattivazione di quelli che ci sono e risposte certe agli agricoltori, non solo ex post, per i danni. Soltanto in questo modo, potremo costruire un piano strutturale di adattamento ai cambiamenti climatici.