04/04/2023
Vinicio Peluffo
Barbagallo, Morassut, Simiani, De Micheli, Di Biase, Gnassi, Orlando, Bakkali, Casu, Ghio, Ferrari, Fornaro
3-00308

Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   il settore automotive e il relativo indotto è uno dei principali attori dell'economia nazionale e ha registrato nel 2021 un fatturato di 337 miliardi di euro, pari al 19 per cento del prodotto interno lordo, con oltre 1.260.000 lavoratori coinvolti;

   il 28 marzo 2023 il Consiglio energia dell'Unione europea ha adottato definitivamente, nel quadro delle iniziative «Fit for 55», il regolamento che ridefinisce, in modo più rigoroso, i livelli in materia di emissioni di anidride carbonica per autovetture e furgoni, stabiliti dal regolamento (UE) 2019/631, con il definitivo stop alla vendita di veicoli a motore endotermico dal 2035, e che include altresì un riferimento agli elettrocarburanti, prevedendo la presentazione da parte della Commissione europea di una proposta relativa all'immatricolazione, dopo il 2035, di veicoli che funzionano esclusivamente con combustibili neutri in termini di emissioni di anidride carbonica; non sono recati, invece, espressi riferimenti ai biocombustibili;

   in tale contesto risulta centrale sostenere la transizione gestendo il phase-out, mediante interventi efficaci per tutti i soggetti coinvolti – aziende, lavoratori, consumatori – facendoli approdare in maniera sicura nel nuovo sistema;

   l'auto elettrica si è già imposta come innovazione del settore e richiede un radicale ripensamento organizzativo e tecnologico delle filiere produttive: su questa linea Stati Uniti e Cina si sono già attivati in modo deciso, supportando l'industria e il mercato dei consumi con enormi investimenti;

   l'articolo 22 del decreto-legge 1° marzo 2022, n. 17, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 aprile 2022, n. 3, ha istituito un fondo volto a favorire la transizione verde, la ricerca, gli investimenti nella filiera del settore automotive con una dotazione di 700 milioni di euro per l'anno 2022 e 1.000 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2023 al 2030, rinviando a successivi decreti del Presidente del Consiglio dei ministri la definizione degli interventi ammissibili al finanziamento e il riparto delle risorse;

   sinora sono state ripartite le risorse relative alle annualità fino al 2024 e residuano, pertanto, 6 miliardi di euro, che sarebbe opportuno incrementare e destinare a politiche industriali volte alla riconversione del comparto in vista della scadenza del 2035 –:

   se il Governo intenda attuare politiche industriali per affrontare la transizione e realizzare un piano straordinario per l'automotive, valorizzando le potenzialità nazionali di innovazione, prevedendo strumenti per la trasformazione industriale e l'innovazione e stanziando risorse adeguate per investimenti, ricerca, ammortizzatori sociali e formazione per la salvaguardia occupazionale.

Seduta del 5 aprile 2023

Illustrazione di Roberto Morassut, risposta del Ministro delle imprese e del made in Italy, replica di Vinicio Giuseppe Guido Peluffo

ROBERTO MORASSUT, Grazie, Presidente. Il settore dell'automotive e il relativo indotto hanno registrato nel 2021 un fatturato di 337 miliardi di euro. Il 28 marzo 2023 il Consiglio energia dell'Unione europea ha adottato definitivamente, nel quadro delle iniziative Fit for 55, il regolamento che ridefinisce, in modo più rigoroso, i livelli in materia di emissioni di CO2 per autovetture e furgoni, stabiliti dal regolamento (UE) 2019/631, con il definitivo stop alla vendita di veicoli a motore endotermico dal 2035, che include, peraltro, un riferimento agli elettrocarburanti, prevedendo la presentazione, da parte della Commissione europea, di una proposta relativa all'immatricolazione, dopo il 2035, di veicoli che funzionano esclusivamente con combustibili neutri in termini di emissioni di CO2. Non sono recati, invece, espressi riferimenti ai biocombustibili. L'auto elettrica si è imposta come innovazione del settore e richiede un radicale ripensamento organizzativo e tecnologico delle filiere produttive.

L'articolo 22 del decreto-legge 1° marzo 2022, n. 17, ha istituito un fondo volto a favorire la transizione verde, la ricerca e gli investimenti nella filiera del settore automotive, con una dotazione di 700 milioni di euro per l'anno 2022 e 1.000 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2023 al 2030. Sinora sono state ripartite le risorse relative alle annualità fino al 2024 e residuano, pertanto, 6 miliardi di euro, che sarebbe opportuno incrementare e destinare a politiche industriali volte alla riconversione del comparto in vista della scadenza del 2035.

Quindi, noi chiediamo se il Governo intenda adottare politiche industriali per affrontare la transizione e realizzare un piano straordinario per l'automotive, valorizzando le potenzialità nazionali di innovazione, prevedendo strumenti per la trasformazione industriale e l'innovazione, e stanziando risorse adeguate per investimenti, ricerca, ammortizzatori sociali e formazione per la salvaguardia occupazionale.

ALFONSO URSO, Ministro delle Imprese e del made in Italy. Il Governo è impegnato. È impegnato in Europa a rendere compatibile la transizione ecologica con la sostenibilità sociale e produttiva del nostro Paese. Ed è impegnato in Italia ad utilizzare al meglio le risorse che sono state destinate: quelle del Fondo automotive, con una dotazione iniziale di 8,7 miliardi di euro, ne restano appunto 6 miliardi, e con le risorse del PNRR. Ricordo gli 800 milioni di euro di dotazioni finanziarie, distribuite per finanziare due linee di contratti di sviluppo, di cui 500 milioni per la realizzazione della filiera nazionale delle batterie e 300 milioni destinati a investimenti finalizzati alla realizzazione di una filiera nazionale di bus elettrici. Poi, in più, la dotazione del Fondo IPCEI, che finanzia progetti di batterie e progetti di sviluppo della filiera dell'idrogeno. Si tratta di ingenti risorse, che dobbiamo utilizzare al meglio per raggiungere gli obiettivi.

Abbiamo destinato peraltro, nel periodo 2022-2026, circa 2 miliardi del Fondo automotive per incentivi all'acquisto di veicoli a bassa emissione di anidride carbonica. La risposta del mercato, dobbiamo esserne consapevoli, è stata eterogenea: sull'endotermica a bassa emissione sono stati in breve tempo utilizzati tutti gli incentivi messi a disposizione, mentre gli incentivi sull'elettrico puro non hanno avuto un buon riscontro. Nel 2022 sono rimaste inutilizzate, appunto, sull'elettrico, risorse per 127 milioni di euro. Per quanto riguarda il 2023, i 150 milioni per l'acquisto di autoveicoli con motore endotermico e consumo medio di CO2 fra 61 e 135 grammi per chilometro sono terminati in poche settimane, mentre dei 425 milioni complessivamente stanziati per le auto elettriche e ibride sono stati ad oggi utilizzati soltanto 33 milioni, meno dell'8 per cento. I risultati, secondo i dati resi pubblici dal Ministero dei trasporti, sono sul piano delle vendite significativi, perché sono state immatricolate molte più autovetture del passato e soltanto nel mese di marzo di quest'anno la crescita su base annuale dell'immatricolazione è stata addirittura del 40,8 per cento, ovviamente, non soltanto per gli incentivi.

Anche alla luce di questi dati, si pone ora la necessità di predisporre una rimodulazione degli incentivi, prendendo atto della realtà per utilizzarli al meglio, anche al fine di svecchiare il parco delle autovetture circolanti, che è vecchio e altamente inquinante, il più vecchio d'Europa. Occorrerebbe agire sul potere d'acquisto di coloro che hanno più difficoltà a sostituire la propria autovettura con una nuova a basse emissioni. Segnalo che, oggi, il parco auto da rottamare è la vera priorità ambientale. I numeri parlano chiaro: dai dati comunicati emerge che su circa 40 milioni di autovetture, 3,5 milioni sono Euro 0, 800.000 sono Euro 1, circa 2,6 milioni sono Euro 2 e circa 3,8 milioni sono Euro 3; in totale, quindi, quasi 11 milioni di autovetture circolanti sono altamente inquinanti, più del 25 per cento. È questa la vera emergenza ambientale che si è accumulata negli ultimi anni.

Di fronte a queste sfide ho istituito presso il Ministero un tavolo di confronto permanente con tutti gli operatori del settore, al fine di valutare ogni soluzione utile ed assicurare una transizione del comparto efficace e sostenibile sotto il profilo economico e sociale, alla luce del principio di neutralità tecnologica che il Governo italiano ha posto al centro della sua azione nel confronto con l'Europa. Noi dobbiamo incentivare chi ha bisogno dell'aiuto dello Stato per svecchiare la propria autovettura, per rottamare le autovetture Euro 0, Euro 1, Euro 2 ed Euro 3, cioè coloro che non se lo possono permettere, non chi invece ha le facoltà per permettersi di comprare, se vuole, anche, certamente lo auspichiamo, un'auto elettrica.

VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO, Grazie, Presidente. Intervengo per dichiarare la mia insoddisfazione per la risposta del Ministro. Il quesito era molto chiaro, non altrettanto le idee del Ministro, mentre è un fatto la scelta dell'Unione europea che ha adottato definitivamente il regolamento, lo scorso 28 marzo, ed è un fatto anche la scelta dei più grandi produttori di auto per l'auto elettrica, che è una realtà tecnologica, industriale e di mercato. Stati Uniti e Cina sono più avanti, è vero, il punto, quindi, è come recuperiamo terreno, come Europa e come Italia? Francia e Germania stanno potenziando la rete infrastrutturale di ricarica dei veicoli elettrici, stanno aumentando la produzione di batterie avanzate e promuovendo strumenti ad hoc per la riqualificazione e il sostegno degli occupati. Nel nostro Paese, Ministro, lei ha ereditato il Fondo istituito dal Governo Draghi per favorire la transizione ecologica della filiera dell'automotive di 8,7 miliardi da qui al 2030, lo ha ereditato, non è merito suo - che cosa intende fare lei? - così come ha ereditato i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, la Missione 2: sviluppo infrastrutture di ricarica elettrica, risorse per 740 milioni di euro, rinnovo delle flotte di bus, treni verdi, 3,64 miliardi di euro, rinnovabili e batterie, un altro miliardo di euro; poi, ci sono le misure trasversali previste dal PNRR nelle Missioni 1, 2 e 5, che non cito per brevità di tempo. Dimostri, Ministro, almeno di saper spendere questi fondi. Dispone, infine, signor Ministro, del lavoro dell'Osservatorio sulla componentistica automotive italiana promosso da Federmeccanica, FIM, FIOM e UILM, un contributo sostanziale delle parti sociali, un laboratorio di idee, di studi e di approfondimenti che esprimono posizioni condivise sulle condizioni e sulle prospettive del settore automotive italiano, che ha ancora grandi potenzialità di innovazione, ma che ha bisogno di una politica nazionale strutturata di sostegno al settore per renderlo finalmente protagonista nella transizione ecologica e digitale.