Al Ministro per le disabilità. – Per sapere – premesso che:
ad oggi nessuno dei decreti attuativi della legge delega sulla disabilità (legge n. 227 del 2021) ha visto la sua pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, lasciando, di fatto, dopo quasi due anni inapplicata una riforma che garantisce alla persona con disabilità, secondo i principi di autodeterminazione e di non discriminazione, il riconoscimento della propria condizione affinché possa godere appieno dei suoi diritti civili e sociali, compreso il diritto alla vita indipendente e alla piena inclusione sociale e lavorativa;
invece di accelerare la stesura e la pubblicazione dei decreti attuativi, rendendo così operativa una legge tanto attesa, il Governo ha deciso di azzerare il fondo previsto dalla legge delega, togliendo le poche risorse previste, pari a 350 milioni di euro, fino a quando i decreti attuativi non saranno emanati (si ricorda che il termine ultimo è marzo 2024);
sono risorse importantissime per un comparto in prima linea nel prendersi cura delle fragilità e che non sono utilizzate solo per la mancanza dei decreti attuativi;
le motivazioni a supporto di questa scelta politica non possono essere in alcun modo accettate, visti anche i precedenti di segno opposto, non ultimo il fondo per il caregiver familiare, istituito inizialmente per la copertura finanziaria di interventi legislativi finalizzati al riconoscimento del valore sociale ed economico dell'attività di cura non professionale del caregiver familiare e poi modificato nelle sue finalità per essere ripartito tra le regioni, non essendoci ancora una legge che regoli tale figura;
a giudizio degli interroganti è l'ennesimo atto di forza contro il welfare italiano, che mostra plasticamente che questo Governo va avanti solo per slogan, senza, nella realtà, prendersi cura delle persone più deboli e vulnerabili;
invece di tagliare i fondi, forse sarebbe stato più opportuno dedicare quelle risorse ad interventi straordinari a favore delle persone con disabilità e delle loro famiglie, usando quei 350 milioni di euro per le relative coperture –:
se il Ministro interrogato non ritenga opportuno adottare iniziative, per quanto di competenza, affinché siano immediatamente ripristinate, fin dalla legge di bilancio per il 2024, le risorse previste dalla legge delega sulla disabilità e, qualora in tempi brevi non fossero adottati i decreti attuativi, destinare i 350 milioni di euro già previsti per il 2023 ad interventi straordinari a favore delle persone con disabilità e delle loro famiglie.
Seduta del25 ottobre 2023
Illustrazione di Ilenia Malavasi, risposta della Ministra delle Disabilità, replica di Marco Furfaro
ILENIA MALAVASI, Grazie, Presidente. Ministra, torniamo su un argomento molto dibattuto in questi giorni ma su cui siamo già intervenuti anche nei mesi precedenti, proprio per incalzare il Governo a fare presto rispetto all'attuazione della legge delega sulla disabilità, ben consapevoli, tanto quanto lei, di come sia urgente accelerare sui tempi per dare risposte concrete alle persone con disabilità e alle loro famiglie; risposte che vanno dalla scuola, alla salute, allo sport, al lavoro, alla necessità di avere una vita emotiva ed affettiva, alla formazione e alla vita sociale per costruire progetti di vita autonomi e garantire pieni diritti uguali per tutti.
Invece, cosa succede? Nonostante la sollecitazione propositiva che abbiamo fatto in questi mesi, ci vediamo sottratti, nella nuova legge di bilancio, 350 milioni per interventi straordinari a favore delle persone con disabilità e delle loro famiglie, utilizzati per coprire il superbonus. Si tratta di un'operazione che ci lascia molto perplessi, perché crediamo che penalizzi moltissimo i diritti delle persone con disabilità, che non possono certamente aspettare…
. …e ci lascia ancora più perplessi il fatto che lei abbia anticipato che solo nel 2025 le risorse verranno forse restituite. I bisogni non possono aspettare, i bisogni delle famiglie e quelli dei cittadini disabili hanno necessità di risposte urgenti e concrete subito.
ALESSANDRA LOCATELLI, Ministra per le Disabilità. Grazie, Presidente, e grazie agli onorevoli interroganti. Le domande che mi vengono rivolte mi danno la possibilità di far chiarezza in merito a eventuali notizie che, se riportate in modo parziale e non corretto, possono anche creare fraintendimenti, soprattutto alle persone con disabilità e alle famiglie.
Come tutti sanno, le risorse destinate alla copertura economica delle leggi sono quantificate e stanziate di norma nel momento in cui le leggi stesse vengono approvate. Così è accaduto alla legge delega n. 227, che è stata approvata dal Parlamento a fine dicembre 2021, individuando da subito le risorse finalizzate alla sua attuazione, in particolare per la riforma della valutazione di base del progetto di vita. Lo stanziamento rideterminato da norme successive era di 350 milioni di euro fino al 2026 e poi di 300 milioni dal 2027. Nel 2022 sono state istituite le due commissioni che hanno lavorato all'elaborazione dei primi decreti e appena mi sono insediata ho provveduto a concludere il loro iter, portando così i decreti al concerto con tutti gli altri Ministeri competenti. Due di questi schemi, come è noto e come ho già ribadito sia in quest'Aula che in Commissione, sono stati deliberati in via preliminare dal Consiglio dei Ministri e il loro iter di adozione, che comprende il passaggio per le competenti Commissioni parlamentari, è in dirittura d'arrivo.
Contemporaneamente, ho istituito due tavoli per la stesura dei testi più importanti, che, come li ho definiti molte volte, sono rivoluzionari, in quanto diretti alla valutazione di base, quindi alla riforma dell'invalidità civile, e all'inserimento del progetto di vita. Questi decreti sono così importanti perché disciplinano e riformeranno la definizione stessa di disabilità, il sistema di valutazione dell'invalidità civile e la realizzazione del progetto di vita, introducendo anche la valutazione funzionale della persona, in armonia con i principi sanciti proprio dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità. I due decreti sono stati coordinati in un unico schema, che attualmente è al concerto degli altri Ministeri competenti, in modo che possa essere portato in Consiglio dei Ministri il prima possibile (posso dire a giorni o a settimane). Nello schema è disciplinata una fase preliminare di sperimentazione, che partirà dal 1° gennaio 2025 in alcuni contesti territoriali, così come, peraltro, richiesto dai criteri vincolanti della legge delega, che fa riferimento alla progressività degli interventi di riforma.
La piena attuazione della legge legata al PNRR, come sapete, e i 350 milioni del 2023 non potevano essere utilizzati e, quindi, semplicemente abbiamo chiesto al MEF di poterli spostare sugli anni successivi per completare e aumentare i fondi della legge delega che servono a completare la parte di copertura economica proprio per garantire la copertura totale nel momento in cui la legge sarà davvero a pieno regime.
Ci tengo a dire - veramente con il cuore - che di queste cose parliamo da tanti mesi, che gli iter burocratici anche a me stanno stretti, ma spesso ci costringono a rivedere alcuni provvedimenti, ma in questo specifico caso noi otteniamo ancora più risorse sulla legge delega nel momento in cui entrerà nella piena applicazione. In altre parole, con la sperimentazione del 2025 le risorse ci bastano, a partire dal 2026 ce ne servono di più e il MEF fortunatamente le ha fatte slittare e ce le garantisce.
Spero che tutti insieme potremo portare all'attenzione la portata straordinaria di queste due riforme importantissime per le persone con disabilità e per le loro famiglie, ma lo dobbiamo fare insieme perché è un salto culturale e di qualità che dobbiamo fare tutti.
MARCO FURFARO, Signor Presidente, Ministra è un'altra promessa non mantenuta e questa volta sulla pelle delle persone che hanno bisogno, perché i soldi servivano, qui ed ora, non nel 2025. Ci pare di capire che non era il tempo per le persone con disabilità; però, cara Ministra, in questi mesi il tempo per premiare gli evasori fiscali, di fare sanatorie e condoni per oltre un miliardo di euro lo avete trovato. Avete trovato il tempo per i rave, per la farina di insetti, per la carne coltivata, ma non per chi ha una disabilità.
Eppure, cara Ministra, proprio da questi banchi la Giorgia Meloni d'opposizione accusava a squarciagola: i monopattini sono più importanti dei disabili; sono talmente importanti che gli avete tolto 350 milioni. Che ipocrisia! Urlate “io sono donna” ma eliminate “opzione donna”, vi travestite da lavoratori e dite “no” al salario minimo, urlavate “prima gli italiani”, ma evidentemente non vale se quegli italiani sono persone con disabilità.
Eppure, proprio pochi giorni fa la Presidente del Consiglio ha chiesto compassione perché anche lei è un essere umano (Commenti). Non sono esseri umani le persone con disabilità a cui avete tolto quei soldi? Non lo sono i poveri ai quali negate l'unica fonte di reddito? Non lo sono i lavoratori con stipendi da fame a cui dite “no” al salario minimo? Dio, patria e famiglia: quanto abuso di queste parole così nobili e sacre. Tagliate 350 milioni di euro per la disabilità e altrettanti all'assegno unico. Questo significa che le uniche famiglie che vi interessa difendere sono le vostre.
Vi riempite la bocca della parola “patria”, ma la tradite tutti i giorni, quella patria fatta anche da quelle persone che aspettavano un supporto che gli è stato ancora una volta negato. La vostra vera patria è quella degli interessi di parte. Quella difendete e non quella di chi si riconosce nella Costituzione, il cui compito - vorrei ricordarvi - è quello di rimuovere gli ostacoli che limitano la libertà e l'uguaglianza dei cittadini e impediscono lo sviluppo della persona umana e la loro partecipazione alla vita del Paese.
Concludo. Questo è il punto perché la disabilità è una responsabilità collettiva che non esiste di per sé; è la società che la crea nel momento in cui non garantisce i giusti strumenti per permettere a una persona disabilitata e non disabile di potersi autodeterminare. Ecco perché togliere altri fondi che già sono insufficienti per una piena autonomia significa essere responsabili di ulteriore disabilità e la responsabilità di questa deriva, mi spiace dirlo, è tutta vostra.