Al Ministro del turismo. — Per sapere – premesso che:
la Commissione europea, nel 2009, ha trasmesso al Governo la lettera di messa in mora e aperto formalmente la procedura di infrazione in materia di affidamento delle concessioni demaniali marittime e da allora non sono mai state adottate norme che prevedessero modalità di assegnazione in linea con il diritto eurounitario, né è stato avviato un proficuo percorso volto ad individuare soluzioni permanenti per le concessioni balneari italiane, che tenga conto della loro specificità e dell'articolazione diversa in tutto il Paese di un settore di vitale importanza per il turismo italiano, che vede coinvolte decine di migliaia di imprese, centinaia di migliaia di lavoratori e tutti i comuni costieri del Paese;
non poter contare sulla certezza normativa ha avuto e continua ad avere ripercussioni negative sulla produttività, sul lavoro, sulla programmazione territoriale degli investimenti, incertezza aggravata dalle ripetute proroghe delle vigenti concessioni demaniali marittime, che non danno alcuna prospettiva certa all'intero settore. La legge di bilancio per il 2019 ha stabilito che le concessioni demaniali marittime allora vigenti avessero una durata di quindici anni con scadenza al 31 dicembre 2033, ma il Consiglio di Stato, riunito in adunanza plenaria nel novembre 2021, ha stabilito in via definitiva che le norme nazionali che hanno disposto la proroga automatica delle concessioni demaniali marittime risultano in contrasto con il diritto comunitario e, pertanto, non devono essere applicate né dai giudici, né dalla pubblica amministrazione;
in attuazione di ciò, la legge per la concorrenza 2021 ha stabilito che le concessioni demaniali marittime continuano ad avere efficacia fino al 31 dicembre 2023 e comunque, qualora emergano ragioni oggettive che impediscano la conclusione selettiva entro la data di cui sopra, non oltre il 31 dicembre 2024;
ad oggi, tuttavia, invece di individuare il Ministro a cui affidare la delega relativa alle concessioni balneari ed emanare i decreti legislativi per riordinare e semplificare la disciplina, sono stati approvati alcuni emendamenti al «decreto milleproroghe» che vanno contro le regole europee e le sentenze del Consiglio di Stato: la proroga a luglio 2023 della delega al Governo per realizzare la mappatura delle concessioni esistenti e quella delle concessioni al 31 dicembre 2024;
il Gruppo del Partito democratico ritiene urgente, alla luce di quanto esposto finora e considerata la trasversalità della materia, di sapere le intenzioni del Governo in merito al futuro delle concessioni demaniali marittime –:
come il Governo intenda affrontare il tema delle concessioni balneari e se sia stato deciso quale Ministro ne abbia la competenza.
Seduta del 15 febbraio 2023
Illustrazione di Piero De Luca, risposta della Ministra del Turismo, replica di Andrea Gnassi
PIERO DE LUCA. Grazie Presidente, il balletto messo in campo dalla maggioranza e dal Governo sulla vicenda dei balneari rappresenta una presa in giro clamorosa degli operatori del settore, dei comuni e dell'intero Paese. Il Milleproroghe licenziato dal Consiglio dei ministri, lo ricordiamo, non ha previsto nessun cambiamento rispetto alle norme vigenti, nessun allungamento dei tempi per le procedure, quei tempi definiti in linea anche dal Consiglio di Stato in consonanza con le norme europee. La destra ha poi proposto un emendamento a se stessa in queste ore in Parlamento, che però non risolve nessun problema, ma, come sta emergendo dal dibattito di queste ore, butta solo la palla in tribuna creando ulteriore incertezza, confusione e rischi per gli amministratori e per i concessionari. Chiediamo allora al Governo trasparenza e chiarezza sulle proprie intenzioni. Il Presidente del Consiglio ha parlato della volontà di affrontare in modo strutturale questa vicenda. Ritenete seria e strutturale la proposta di allungare i tempi per la mappatura delle aree demaniali e la durata delle concessioni, senza dire nulla però su come intendete procedere allo scadere, su quali criteri applicare per tutelare le coste, gli operatori, il lavoro e gli investimenti, l'ambiente, nelle future procedure di evidenza pubblica? E, soprattutto, ritenete serio non aver ancora attribuito la delega a nessun Ministro? Vi invitiamo allora a smetterla con la propaganda e la demagogia perché oggi avete la responsabilità di governare e dare risposte.
DANIELA GARNERO SANTANCHE', Ministra del Turismo. Grazie, signor Presidente, onorevoli colleghi, a seguito della stratificazione delle norme nel tempo le competenze statali sulle concessioni demaniali marittime per finalità turistiche-ricreative sono ripartite principalmente fra il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, che esercita le funzioni e i compiti di spettanza statale, tra l'altro in materia di demanio marittimo, il Ministero del Turismo, cui spetta tra l'altro la programmazione, il coordinamento e la promozione delle politiche turistiche nazionali e la cura dei rapporti con tutte le imprese turistiche. In ultimo, il Comitato interministeriale per le Politiche del Mare che, come sapete, è presieduto dal Ministro per le Politiche del mare e del Sud per delega del Presidente del Consiglio e di cui fanno parte anche i Ministri per gli Affari europei, le politiche di coesione e di coordinamento del PNRR, degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, della Difesa, dell'Economia e delle finanze, delle Imprese e del made in Italy, dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, dell'Ambiente e della sicurezza energetica, delle Infrastrutture e dei trasporti, della Cultura, del Turismo e degli Affari regionali e le autonomie. Al predetto Comitato compete l'elaborazione e l'approvazione del piano del mare con cadenza triennale, contenente gli indirizzi strategici, tra l'altro, in materia di valorizzazione del demanio marittimo, con particolare riferimento alle concessioni demaniali marittime per finalità turistiche-ricreative. Com'è evidente dalla ricostruzione che ho fatto del quadro normativo - ho cercato di essere sintetica nell'illustrazione -, tutto ciò il Governo l'ha ereditato. Si tratta, come potete comprendere, di questioni molto complesse e articolate su cui è intenzione dell'Esecutivo intervenire. Come è stato ricordato dagli onorevoli interroganti, è in discussione, nell'altro ramo del Parlamento, il disegno di legge di conversione del decreto n. 198 del 2022, recante proroga di termini, in cui sono state inserite, nel corso dell'esame in sede referente, alcune disposizioni in materia. All'esito dell'approvazione in via definitiva del provvedimento da parte di questa Camera, il Governo, attraverso gli strumenti legislativi e amministrativi che saranno individuati, procederà ad una revisione della disciplina anche sotto il profilo della ripartizione delle competenze.
ANDREA GNASSI. Grazie Presidente, signor Ministro, colleghi, ci sono tante competenze e dobbiamo prorogare. Questa è la risposta che ci ha dato il Ministro, il problema è che queste competenze sono lì dal 2009, ed il nostro Paese versa in una situazione di infrazione europea perché non procede sulla Bolkestein dal 2009. Al Parlamento oggi, di fatto, si comunica che il Governo ribadisce di aver deciso di non decidere sulle spiagge e le coste italiane sulle modalità di assegnazione delle concessioni demaniali marittime e delle concessioni balneari, con la conseguenza immediata e reale che il grande patrimonio paesaggistico, turistico, economico, lavorativo del Paese, circa 8 mila chilometri di coste e spiagge, 27 mila imprese e centinaia di migliaia di lavoratori, non avrà alcuna certezza.
Nessun operatore, imprenditore e comune potrà quindi investire in servizi e imprese, né riqualificare in senso ambientale. Il Ministro e il Governo non fanno ciò che dovrebbero fare e sanno benissimo ciò che non vogliono dire: il diritto europeo e il Consiglio di Stato hanno sancito definitivamente che non ci possono essere proroghe sull'assegnazione delle concessioni demaniali. Il Governo nel decreto Milleproroghe proroga ancora e il Ministro, mi si consenta, sa benissimo, perché è preparato su questo, che bisogna procedere a evidenze pubbliche per assegnare le concessioni. Il punto, quindi, è uno solo: iniziare a ragionare a definire i criteri delle evidenze pubbliche per l'assegnazione delle concessioni con un approccio concreto, serio, di visione e attenzione specifica.
Concludo, siamo qui non solo per sottolineare un fatto evidente, cioè che buttate la palla in tribuna, ma per dirvi che come forza seria e concreta siamo disponibili per fare la nostra parte in campo perché il turismo balneare rappresenta una colonna portante del turismo nazionale. Convocate regioni, comuni, imprenditori, datevi da fare, parliamo a lei, Ministro del Turismo, ma non sappiamo neanche se lei avrà la delega o chi l'avrà su questa materia. Per il bene del turismo, del Paese e degli operatori e dei territori, cambiate registro.