08/07/2020
Martina Nardi
Benamati, Bonomo, Lacarra, Gavino Manca, Zardini, Gribaudo, Enrico Borghi, Fiano.
3-01661

Al Ministro dello sviluppo economico. – Per sapere – premesso che:

   il settore manifatturiero italiano è stato fortemente colpito dal duplice shock di domanda e offerta indotto dalla pandemia: tutte le previsioni indicano per il 2020 una contrazione del fatturato nell'ordine almeno del 15 per cento;

   il comparto auto nel 2019 ha fatturato circa 93 miliardi di euro, pari al 5,6 per cento del prodotto interno lordo, con 5.700 imprese e 250 mila occupati che sono il 7 per cento dell'intera forza lavoro dell'industria manifatturiera italiana, mentre il numero dei lavoratori dell'indotto è decisamente elevato poiché per ogni addetto diretto ve ne sono 3,2 nell'indotto con un giro d'affari che ha raggiunto l'11,2 per cento del prodotto interno lordo nazionale;

   su base annua, l'indice della produzione industriale del settore automotive registrerebbe un calo tendenziale dell'85 per cento ad aprile 2020 e del 36,9 per cento nei primi quattro mesi del 2020;

   nel primo quadrimestre 2020, rispetto allo stesso periodo del 2019, la fabbricazione di autoveicoli vede calare il proprio indice del 42,5 per cento, quello di carrozzerie per autoveicoli, rimorchi e semirimorchi si riduce del 39,4 per cento e quello di parti e accessori per autoveicoli e loro motori è in calo del 33,4 per cento;

   il primo mese di riaperture delle concessionarie italiane vede un totale di sole 99.711 auto vendute, il 49,6 per cento in meno rispetto allo stesso periodo del 2019: la situazione resta molto critica e desta non poche preoccupazioni. Le immatricolazioni totali nei primi 5 mesi del 2020 sono state 451.366, la perdita è di quasi 460.000 unità e quindi un calo superiore al 50 per cento rispetto al 2019. Se le vendite dovessero assestarsi allo stesso ritmo fino alla fine del 2020, le immatricolazioni a fine 2020 potrebbero non superare le 950.000 unità vendute, il calo sarebbe quindi di 17,4 miliardi di euro rispetto al 2019 e quello del gettito Iva di 3,8 miliardi di euro;

   i dati esposti indicano come sia necessario intervenire con urgenza e con una visione di sistema che favorisca il rilancio del settore automotive in un'ottica che coniughi la sostenibilità produttiva, ambientale e occupazionale, tematiche strettamente connesse alle misure che il Partito Democratico ha già saputo declinare con provvedimenti organici ed innovativi come «Industria 4.0» –:

   quali siano gli intendimenti del Governo per adottare un piano organico di politica industriale che riguardi tutta la filiera dell'automobile e consenta il rilancio del settore.

 

Seduta dell'8 luglio 2020

Illustrazione di Francesca Bonomo, risposta del Ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, replica di Gianluca Benamati

FRANCESCA BONOMO: Grazie, Presidente. Grazie Ministro, il 1° ottobre del 2019 ero qua ad interrogarla proprio sulla crisi del settore dell'automotive e a chiedere, in particolare, incentivi per la rottamazione anche per le auto a motore termico, diesel e benzina, e il riconoscimento anche di un polo di innovazione sull'automotive su Torino.

Oggi queste misure, grazie al “decreto Rilancio”, grazie all'impegno in particolare di questo Governo e del Partito Democratico, sono delle misure che possiamo, diciamo, festeggiare. Però il comparto dell'auto, che, compreso dell'indotto, rappresenta l'11,2 per cento del PIL nazionale con circa un milione di addetti, ha subito ancora un ulteriore shock a seguito della pandemia.

L'indice della produzione industriale del settore automotive registra un calo tendenziale dell'85 per cento ad aprile e del 36,9 per cento nei primi quattro mesi del 2020. Se venissero confermati questi numeri, il calo sarebbe di circa 17,4 miliardi e, quindi, anche per gli introiti IVA un calo di 3,8 miliardi.

I dati esposti, quindi, indicano come sia necessario intervenire con urgenza, con un rilancio del settore, in ottica di coniugare la sostenibilità produttiva, ambientale e anche occupazionale. Siamo, quindi, qui ad interpellare e ad interrogare il Governo per capire che cosa intenda fare in tal senso.

 

STEFANO PATUANELLI, Ministro dello Sviluppo economico. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti. È evidente che la filiera automotive è una delle filiere industriali più importanti del nostro Paese, che ha all'interno tre grandi categorie: il produttore, la componentistica e quindi la filiera che non è soltanto legata al produttore nazionale, e il mondo delle concessionarie, cioè di coloro che vendono le diverse marche di automezzi che vengono venduti.

Io credo che i provvedimenti contenuti sia nell'originale “decreto Rilancio”, sia anche grazie all'ottimo lavoro parlamentare che è in corso di svolgimento e che in parte è definito, siano riusciti a tenere assieme queste tre esigenze e, soprattutto, a non derogare agli obiettivi di efficientamento del nostro parco mezzi, che sono obiettivi - e mi ricollego con l'interrogazione precedente - del PNIEC, che punta molto sulla riduzione di emissioni in atmosfera sul settore dei trasporti.

Credo che sia stato fatto un lavoro puntuale ed importante dal Parlamento, così come per alcuni elementi, penso al Polo di Torino che è stato citato. Sono stati realizzati importanti provvedimenti da parte del Governo; così come noi abbiamo la necessità di proteggere quella filiera anche da alcuni elementi, perché le difficoltà della filiera dell'automotive e anche le difficoltà dei produttori degli altri Paesi, che sono ovviamente molti, potrebbero portare alla perdita di fasce di mercato dei componentisti italiani verso i componentisti esteri.

Abbiamo rafforzato il sistema del golden power per molti settori perché riteniamo che sia necessario proteggere i nostri sistemi produttivi proprio da questa criticità. Io ritengo che il settore automotive, oltre ad essere così importante nel nostro Paese, è anche forse il settore dove avverranno le più grandi trasformazioni: l'ho detto più volte, il passaggio alla mobilità come pacchetto di vendita e non al mezzo di trasporto è un passaggio epocale, così come la guida automatica. Noi dobbiamo accompagnare questo processo di trasformazione, ad esempio con l'implementazione ulteriore di incentivazioni come il 4.0, che vale per tutti i settori produttivi, ma che certamente per quelli che hanno grande infiltrazione di innovazione, come quello dell'automotive, sono fondamentali.

Ritengo che gli obiettivi che ci siamo fissati come Governo riguardino anche il campo infrastrutturale, penso alle colonnine elettriche: è un tema importantissimo che stiamo affrontando e abbiamo affrontato nei provvedimenti già in campo, proprio per dotare di un'infrastruttura adeguata un Paese che punta tanto sull'elettrificazione del parco macchine. È chiaro che in tre minuti è difficile esprimere il percorso che stiamo facendo, ma credo che in ogni provvedimento c'è un pezzo del ragionamento che stiamo facendo sul settore automotive.

 

GIANLUCA BENAMATI: Grazie, Presidente. Il signor Ministro anche in tre minuti è riuscito a dare un quadro su cui noi concordiamo, nel senso che, se l'Italia vuole uscire dagli effetti economici del COVID-19, l'automobile è una delle filiere trainanti di questa ripresa. Lei ha richiamato correttamente i due poli su cui oggi l'automobile italiana si regge: la produzione nazionale, sfortunatamente in forte calo rispetto agli anni passati, ha una forte componentistica, che è esplosa negli ultimi dieci anni e che da sola vale il 3 per cento del nostro PIL con una forte propensione all'export.

In questo il Governo - le diamo atto, signor Ministro - sia con i tanti provvedimenti che ha citato, ma basta pensare al forte prestito garantito che è stato concesso a FCA tramite le misure del “decreto Liquidità”, ma anche con quanto sta avvenendo nel “decreto Rilancio” con la rottamazione, e qui la ringrazio personalmente per l'appoggio dato a questa misura, ci mette nella condizione di guardare al futuro.

Certamente le misure in atto, anche quelle nel “Rilancio” guardano al futuro elettrico dell'autotrazione, però lo fanno con un senso dell'ambiente, della sicurezza e anche un senso sociale molto forte.

Quello che attende l'automobile, lei lo diceva, è un futuro di auto elettriche, a batteria, nuove tecnologie, e un futuro di nuove termiche, l'idrogeno, i biocombustibili, tecnologie invasive come la guida autonoma, che rivoluzioneranno sia la produzione, quanto la componentistica.

Da questo punto di vista noi apprezziamo le sue parole, perché alle misure di sostegno alla domanda, come quelle in corso, ricordo anche il tema delle auto e delle flotte aziendali, che è un tema importante da affrontare nei prossimi provvedimenti, rispetto all'infrastrutturazione del territorio, si deve a nostro avviso - e concludo, Presidente - con i fondi europei che verranno messi a disposizione anche lanciare un grande piano nazionale dell'automobile, basato sull'innovazione, sulla ricerca e sviluppo, sul capitale umano, che diano certezza a questa filiera, che è così essenziale, come tutti concordiamo in quest'Aula, per il futuro suo e del Paese