Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:
il maltempo che da ottobre 2018 flagella il Paese lo ha devastato da Nord a Sud, facendo registrare enormi danni provocati dal dissesto idrogeologico;
di fronte alla complessità e alla difficoltà della situazione, il Governo ha attribuito la colpa delle tragedie all’«ambientalismo da salotto», omettendo che il nostro è un territorio fragile, maltrattato dalla cementificazione selvaggia, dalla mancata prevenzione e dall'abusivismo edilizio;
nel 2018 la prima operazione del Governo Lega-MoVimento 5 Stelle, con l'alibi della riorganizzazione degli uffici, è stata quella di sopprimere l'unità di missione «Italia sicura», bloccando 12 miliardi di euro di investimenti programmati anche con fondi europei e con accordi di programma sottoscritti con tutte le regioni per interventi su infrastrutture, scuole e territori a rischio;
riportare al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare le competenze e la gestione delle risorse, che sono tornate ad un uso discrezionale, essendo privo di strutture e senza più rispettare le priorità definite negli accordi siglati con le regioni, è stata, ad avviso degli interroganti, una scelta sbagliata per l'Italia;
a questo bisogna aggiungere che nel decreto-legge n. 109 del 2018, all'articolo 25, nel testo attualmente risultante dall’iter del disegno di legge di conversione, è stato introdotto un nuovo condono edilizio per il territorio di Ischia, creando un ulteriore elemento di pericolosità perché si potranno sanare abusi anche in aree a rischio idrogeologico. Si tratta del più grande e tombale condono edilizio del nostro Paese;
da notizie stampa si apprende, inoltre, con preoccupazione che il Governo non intende utilizzare gli 800 milioni di euro che il Parlamento, con la legge 27 dicembre 2017, n. 205 (legge di bilancio per il 2018), aveva destinato mediante mutui con la Banca europea per gli investimenti al finanziamento degli interventi contro il dissesto idrogeologico;
a fronte delle emergenze che stanno colpendo il territorio italiano e delle scelte legislative che hanno di fatto paralizzato ogni forma di intervento in materia di mitigazione e contrasto del dissesto idrogeologico, le iniziative da ultimo ipotizzate dal Governo non individuano nuove risorse certe e stabili per affrontare questa strutturale criticità –:
se il Governo non intenda riconsiderare la decisione in merito a «Italia sicura», per garantire il futuro degli interventi già programmati e, al tempo stesso, adottare iniziative per evitare, ora e per il futuro, qualunque condono edilizio.
Seduta del 7 novembre 2018 - Illustrazione e replica di Graziano Delrio, risposta del Presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte
Graziano DELRIO: Grazie, Presidente, Grazie Presidente del Consiglio per essere qui a riflettere insieme, anche noi esprimiamo vicinanza e gratitudine ai soccorritori e vicinanza alle famiglie delle popolazioni colpite in tutto questo nostro Paese dall'ondata di maltempo, che, purtroppo, non è più un evento eccezionale, ma bisognerà prepararsi ad affrontarla come un evento strutturale e non solo congiunturale.
Proprio in quest'ottica e proprio per la fragilità di questo Paese, ci hanno sorpreso le dichiarazioni del Governo, di membri del Governo, di ambientalismo da salotto, che parlano di inghippi burocratici che avrebbero provocato questo grande disastro a cui abbiamo assistito in queste settimane. In realtà, la fragilità del nostro Paese non dipende da questo, ma dipende dalla mancanza di prevenzione, da lungo tempo, di piani di prevenzione; piani che erano stati finalmente approntati con regioni e comuni con l'unità di missione “Italia sicura”, che appunto il Governo ha provveduto a smantellare. Questo smantellamento, insieme all'ultimo condono edilizio, secondo noi, vanno nella direzione sbagliata e le chiediamo, quindi, di ripensare ad entrambe le cose: al condono e al ripristino di “Italia sicura”.
Giuseppe CONTE Presidente del Consiglio dei ministri. Con riferimento alle questioni sollevate, occorre ribadire, come ho detto, che, al fine di garantire la realizzazione degli interventi programmati in tema di lotta al dissesto idrogeologico, il disegno di legge di bilancio, all'esame del Parlamento, prevede già il finanziamento di interventi infrastrutturali nei settori relativi alla difesa del suolo e al dissesto idrogeologico. Infatti, in riferimento agli interventi di ordine strutturale volti a contrastare il dissesto idrogeologico, nello stato di previsione del Ministero dell'economia è già istituito un apposito fondo per il prossimo triennio - e l'ho già anticipato - pari a 900 milioni, in concorrenza con le risorse ordinarie del Ministero dell'Ambiente.
Per quanto concerne, invece, specificamente, il trasferimento delle competenze attribuite alla struttura di missione “Italia sicura” agli uffici tecnici del Ministero dell'ambiente, in seguito all'emanazione del decreto-legge n. 86 del 2018, faccio presente che il Ministero ha già avviato una fattiva interlocuzione con i Presidenti di regione e commissari straordinari, per verificare l'attualità dell'interventi già programmati, anche per evitare duplicazioni di finanziamenti e avviare la correlata imputazione delle risorse per ciascuno di essi, e sono tutti appositamente finanziati, questi progetti. Successivamente seguirà la stipula degli accordi con ciascuna regione e il dipartimento di Protezione civile, al fine di garantire l'attuazione delle misure di risanamento del territorio.
Con riguardo, invece, alla questione di Ischia, ricordo che risultano 28 mila domande di condono, che risalgono a oltre vent'anni fa. Per il ristoro dei danni provocati dal terremoto ai privati, il Governo ha deciso, per 1100 case danneggiate, di esaminare le istanze avviate molti lustri orsono. Il relativo decreto ha semplicemente, quindi, disposto la definizione delle istanze di condono già presentate anni orsono. Laddove gli immobili - ci tengo a dirlo - siano stati costruiti in aree sottoposte a vincoli idrogeologici o altri vincoli, la regolarizzazione evidentemente non andrà in alcun modo concessa e anzi occorrerà procedere immediatamente alla effettiva demolizione.
Terrei, poi, a precisare, come pensiero conclusivo, che questo Governo è molto sensibile (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) alla funzione di prevenzione dei rischi collegati al dissesto idrogeologico ed ha un approccio strutturale, tant'è che, già dai giorni scorsi, io personalmente e il Ministro dell'ambiente stiamo predisponendo insieme un piano nazionale straordinario, che presenteremo entro la fine del corrente mese. Questo piano costituirà l'occasione per operare una programmazione, nonché una ricognizione e un'integrazione e coordinamento dei progetti e degli interventi da effettuare per porre in sicurezza il nostro territorio e prevenire i rischi derivanti dal dissesto idrogeologico e dal cambiamento climatico. Una parte, evidentemente, delle risorse finanziarie già programmate in bilancio per il piano di investimenti verrà specificamente finalizzata - e concludo - all'attuazione di questo piano nazionale straordinario.
Graziano DELRIO: Signor Presidente, avrei voluto dirmi soddisfatto, ma purtroppo lei ha detto inesattezze molto gravi. In realtà il condono cioè ed eccome, è stato applicato il condono del 1985. E se fosse stato il problema di 1100 pratiche, se fosse stato questo il problema, bastava potenziare gli uffici, non applicare leggi del 1985, sanando cose insanabili, ma questo è parziale. Io avrei voluto convergere con lei e mi fa piacere che lei parli di un piano straordinario per il dissesto, questo piano però c'è già, ci sono oltre 10 mila interventi già catalogati, già fatti con le regioni, con i comuni, erano state individuate le risorse finanziarie. Vede, l'unità di missione serviva a coordinare i vari ministeri, per questo io non capisco perché lei si sia privato del suo potere di coordinamento. Questo è un gravissimo errore che state facendo, perché questi interventi richiedono il coordinamento del Ministero dell'economia, del Ministero dell'ambiente, del Ministero delle infrastrutture, richiedono un coordinamento pieno. Perché vi siete privati di uno strumento che stava funzionando? Questo strumento ha consentito anche di evitare il blocco dei cantieri, ha concentrato il monitoraggio tutto in Ispra, questo strumento consentiva di avere una un monitoraggio passo per passo in piena trasparenza, disponibile a tutti i territori. Vi siete privati di uno strumento per inventare un nuovo, come al solito l'ansia di distruggere quello che c'era prima non aiuterà il nostro Paese, perché al centro non ci sono le esigenze dei cittadini e la loro messa in sicurezza, ma al centro c'è questo bisogno di nuovismo in un Paese che avrebbe bisogno di piani di trent'anni per uscire finalmente dalla sua fragilità