23/09/2025
Piero De Luca
DE LUCA, FILIPPIN, MADIA, PRESTIPINO, STUMPO, CASU, FORNARO, GHIO e FERRARI
3-02200

Al Ministro per gli affari europei, il PNRR e le politiche di coesione. — Per sapere – premesso che:

   secondo i dati ufficiali sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, al 31 maggio 2025 la spesa effettiva si aggira intorno ai 75 miliardi di euro, circa il 40 per cento dei 194,4 totali. Ad oggi è stimata una spesa di circa 83 miliardi di euro. Resterebbero da spendere oltre 110 miliardi di euro entro la scadenza del 2026, con un'accelerazione, allo stato, quasi irrealistica;

   i ritardi più gravi si concentrano nelle missioni che dovrebbero ridurre i divari territoriali e sociali: la 5 (Inclusione e coesione) è ferma al 24,5 per cento, la 6 (Salute) al 27,6 per cento della spesa. Ministeri cruciali, come lavoro e politiche sociali, agricoltura, sovranità alimentare e foreste, turismo, cultura e salute, registrano performance disastrose, con spese che oscillano tra l'11 e il 27 per cento delle risorse assegnate, seguite dal 34 per cento di infrastrutture e trasporti. Inoltre, sono ancora estremamente numerosi i progetti in pesante ritardo nell'esecuzione e ben poche le opere collaudate e fruibili;

   in gioco non ci sono solo numeri: ci sono opportunità di lavoro, strutture sanitarie, scuole, alloggi, infrastrutture, opere per la tutela del territorio, collegamenti ferroviari e servizi essenziali per milioni di cittadini, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno e nelle aree interne;

   si tratta di interventi i cui target finali di realizzazione sono già stati oggetto di ridimensionamento – come nel caso di ospedali e case di comunità, asili nido e posti letto per universitari – ma per i quali il completamento è a rischio;

   dopo la cospicua revisione di pochi mesi fa, a dimostrazione della fallimentare attuazione, il Governo prospetta una nuova modifica del Piano nazionale di ripresa e resilienza – la sesta – con l'ipotesi di spostare misure sui fondi di coesione, con il rischio di cancellare i relativi progetti già programmati, o addirittura dirottare risorse verso altri settori, come la difesa, rinunciando alle ambizioni originarie del Piano. Tuttavia, ad oggi, non sono pervenute al Parlamento informazioni relative alla nuova modifica, come non è stata trasmessa dal Governo la relazione sullo stato di attuazione relativa al primo semestre del 2025. La Commissione europea ha indicato come termine ultimo per le modifiche il 31 dicembre 2025 –:

   quali siano le reali intenzioni del Governo, in relazione alla prospettata nuova revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, su come accelerare la spesa negli ultimi mesi di attuazione, in particolare se il Governo intenda garantire il completamento, entro il 2026, di tutti gli interventi previsti, per rafforzare la competitività e la coesione del Paese, ridurre i divari di genere, generazionali, territoriali e sociali, sostenere lo sviluppo del Mezzogiorno e delle aree interne, preservando le ambizioni originarie del Piano.

Seduta del 24 settembre 2025

Illustrazione di Nicola Stumpo, risposta del Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione, replica di Piero De Luca

NICOLA STUMPO, Grazie, Presidente. Vede signor Ministro, forse, per una volta, avremmo anche potuto essere d'accordo. Se oggi discutiamo del PNRR, di questi 194 miliardi che avete ereditato per tenere sopra la linea di galleggiamento il Paese, il merito è di quelli di prima. Per una volta avreste potuto dirlo ma non lo fate, perché non riuscite mai a raccontare le cose come stanno.

Vedete, lei ha appena raccontato i dati - ci ha detto. Ci sono 194 miliardi. Ad oggi, a me risultavano 83, ma mi fido dei suoi numeri (86), per cui correggo quello che avrei detto: da 83 a 86 e rotti quelli che sono stati fin qui spesi. Ne mancano circa 107-106, facendo un calcolo veloce, e - lei ci dice - quelli che sono stati programmati. In 12 mesi ci dice che riuscirete a spendere...

 Sì, mi avvio a concludere. In 12 mesi ci dice che riuscirete a spendere tutti questi soldi che mancano che sono più del 60 per cento.

Vede, avete cambiato la natura del PNRR, ne avete tolto tutta l'idea sociale con la quale era nata e avete fatto tutti i tagli contro il Mezzogiorno. Vi chiediamo davvero, con questa interrogazione, se intendete provare a tener fede alla idea.

TOMMASO FOTIMinistro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione. Grazie, Presidente. All'onorevole Stumpo voglio ricordare però una cosa. Mi corre l'obbligo, essendo dello stesso partito: non io, ma l'onorevole Gentiloni ha definito il PNRR frutto di un algoritmo quanto all'assegnazione dei 194 miliardi di euro.

Voglio anche ricordare, come lei sa e so bene io, che di quel Piano se ne son votati due, perché il primo che era andato a Bruxelles, a firma dell'onorevole Conte, era tornato indietro perché irricevibile (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), tanto è vero che venne fatto col Governo Draghi.

Al di là di queste questioni, posso assicurarle innanzitutto una cosa: non so se vi sia stato comunicato, ma ho scritto ai due Presidenti di Camera e Senato per dire che, nelle more della presentazione della relazione per la quale non vi è termine e che verrà presentata successivamente a quella che sarà la decisione del Parlamento in ordine alla riprogrammazione, al 30 giugno 2026, al Sud sono state assegnate le risorse territorializzate previste dalla legge superiore al 40 per cento. Non c'è quindi nessun taglio ed è stato certificato da organi terzi. Sotto questo profilo, non c'è non c'è dubbio.

Quanto invece ad alcune delle questioni poste, Ministero delle Infrastrutture: il Ministero delle Infrastrutture aveva assegnato 39,8 miliardi di euro, ne ha certificati, al 30 giugno 2026, 19,2 miliardi pari ad oltre il 50 per cento.

Per quanto riguarda - faccio un altro esempio - il ridimensionamento degli asili, non c'è stato assolutamente, perché i numeri, i numeri sono rimasti esattamente gli stessi che erano previsti: 150.480. Faccio presente che questo Governo ha messo 1 miliardo per raggiungere l'obiettivo che ho prima citato, sotto il profilo dei fondi della finanza pubblica, e 320 milioni di FOI, quindi ha aumentato le risorse rispetto ai 3,2 miliardi del PNRR.

Posti letto universitari tagliati: non mi risulta. L'obiettivo era 60.000 ed è rimasto 60.000. Questo è l'obiettivo e non è mai stato riprogrammato.

Ospedali e case di comunità: qui il ragionamento diventa molto più serio. Se non ho abbastanza tempo, chiedo scusa per i deputati del Partito Democratico, ma essendovi poi il quesito a prima firma dell'onorevole Boschi, posso dare tutti i dati più dettagliati sulla sanità in modo tale di non darli a spizzichi e bocconi.

PIERO DE LUCA, Grazie, Presidente. Ringrazio il Ministro, di cui ho grande stima e però, Ministro, lei continua col gioco delle tre carte: non c'è niente da fare.

Tra pochi mesi scade il PNRR e a causa dei vostri ritardi, certificati nell'attuazione della spesa dei progetti, rischiate di realizzare il più grande fallimento politico della storia del Paese. Questa è la realtà. Avevate uno strumento unico da quasi 200 miliardi per rilanciare l'Italia, che è stato ottenuto grazie a un lavoro politico, grazie al lavoro svolto in Italia e in Europa nella precedente legislatura da noi, dalle forze democratiche e progressiste, grazie a figure in Europa come il compianto David Sassoli. È stato un lavoro politico straordinario quello che è stato fatto per ottenere il Next Generation e il PNRR.

Voi state dilapidando questo patrimonio. Dovevate attuarlo il PNRR, invece avete preferito smontarlo, come sa meglio di me, con 5 revisioni che si sono dimostrate finora inadeguate. Perché? Perché il risultato è impietoso. La spesa totale è al 40 per cento di quella complessiva, nonostante il dato aggiornato che recepiamo oggi: sono circa 110 miliardi ancora da spendere di fondi reali. Un terzo delle risorse in sanità sono state utilizzate, mentre due terzi vanno ancora spese, quando abbiamo 6 milioni italiani costretti a rinunciare alle cure. E lei parla di successo del Piano?

Progetti importanti oggi sono a rischio. Sono progetti importanti per ridurre i divari e - le dico - guardi che si aggiungono a quelli che sono certificati. E voi li avete cancellati, non c'è niente da fare.

I 100.000 posti in asili nido sono saltati, perché il programma iniziale ne prevedeva 250.000. Se lei parla di 150.000 oggi è perché 100.000 sono saltati. Cinquecento case e ospedali di comunità sono state cancellate. Sono stati cancellati pezzi di progetti importanti infrastrutturali, come l'alta velocità in pezzi della Calabria. Migliaia di risorse per l'università sono andate in fumo.

Non capisco allora con quale coraggio lei continui a parlarci di un Piano che procede secondo il ritmo previsto, perché invece il piano è in ritardo clamoroso. Vi chiediamo, soprattutto, con quale coraggio vi presenterete alle prossime elezioni...

 ...nei territori in cui avete bruciato investimenti fondamentali per le famiglie e per le imprese. Voi oggi dovevate dirci come intendete lavorare per non perdere gli investimenti programmati e invece ci continuate a raccontare, come al solito, la propaganda e una realtà che non esiste.

Ci dia risposte concrete, la preghiamo, e continui a lavorare davvero, da oggi, nell'interesse dei nostri cittadini, perché il Piano è un Piano decisivo per il futuro dell'Italia e non possiamo permetterci di bruciare questo futuro per la vostra incapacità e la vostra inadempienza.