05/06/2019
Anna Ascani
Anzaldi, Ciampi, Di Giorgi, Franceschini, Piccoli Nardelli, Prestipino, Rossi, Gribaudo, Enrico Borghi, Fiano
3-00761

l Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   il diritto di critica, come il diritto di cronaca, è disciplinato dall'articolo 21 della Costituzione, il quale, nel primo comma, recita: «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione»;

   il ruolo dell'insegnante deve essere quello di formare coscienze critiche capaci di capire e operare confronti storici tra periodi diversi, mostrando similitudini e differenze. Questo è un elemento essenziale per un insegnamento della storia che voglia far comprendere lo sviluppo del pensiero dell'umanità;

   i recenti e ormai noti fatti che hanno coinvolto la docente d'italiano in servizio all'istituto tecnico-industriale «Vittorio Emanuele III» di Palermo, sospesa per 15 giorni per non aver vigilato sulla realizzazione di un video, in occasione della Giornata della memoria, in cui si accostava la promulgazione delle leggi razziali del 1938 al «decreto sicurezza» del Ministro dell'interno Matteo Salvini, sono da considerarsi secondo gli interroganti, oltre che ingiusti e ingiustificati, lesivi dei principi costituzionali di libertà di insegnamento e di espressione;

   un docente non può sindacare la libertà di espressione degli alunni e la libertà di insegnamento è tutelata dalla Costituzione, purché, in sostanza, non oltrepassi il limite del buon costume e non minacci l'ordine pubblico;

   risultano, invece, oltrepassare i limiti del buon costume i post pubblicati sulla pagina Facebook di un docente di storia dell'arte dell'istituto alberghiero Barbarigo di Mestre: «la senatrice a vita Segre sta bene in un simpatico termovalorizzatore. Paragona il Governo a chi ha gasato i rom nella II guerra». E ancora: «La Costituzione è un libro di m.... buono per pulircisi ...(...)»;

   nonostante il Ministro interrogato abbia dichiarato l'urgenza di dover assumere tutte le iniziative e le misure, anche sanzionatorie, nei confronti del suddetto docente, non risultano agli interroganti ancora portate a termine le procedure sanzionatorie nei confronti dello stesso;

   a differenza degli annunci del Vice Presidente del Consiglio dei ministri e del Ministro interrogato, la sospensione alla professoressa di Palermo non risulterebbe ufficialmente revocata –:

   se il Ministro interrogato non intenda ufficializzare la revoca della sanzione, anche prevedendo l'annullamento della decurtazione dello stipendio nei confronti della docente di Palermo, e se intenda agire per irrogare le giuste misure sanzionatorie nei confronti dei docenti che incitano alla xenofobia e ad altre forme di razzismo.

Seduta del 5 giugno 2019

Illustrazione di Lucia Ciampi, risposta del governo di Marco Bussetti, Ministro dell'Istruzione, dell'università e della ricerca, replica di Anna Ascani

Illustrazione

Grazie, Presidente. Signor Ministro, il diritto di critica è disciplinato dall'articolo 21 della Costituzione, e il ruolo dell'insegnante è quello di formare coscienze critiche: questo è l'obiettivo massimo. I recenti fatti che hanno coinvolto una docente di italiano in una scuola di Palermo, sospesa per 15 giorni per non aver vigilato sulla realizzazione di un video in occasione della Giornata della memoria in cui si accostavano le leggi razziali del 1938 al “decreto sicurezza”, sono da considerarsi ingiustificati, lesivi dei princìpi costituzionali di libertà di insegnamento e di espressione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Una docente - lo sa bene, Ministro - non può sindacare la libertà di espressione degli alunni, e la sua libertà di insegnamento è tutelata dalla Costituzione, purché non oltrepassi il limite del buon costume e non minacci l'ordine pubblico. Invece, hanno oltrepassato i limiti del buon costume post pubblicati da un docente dell'Istituto alberghiero di Mestre, in cui… gliene risparmio altri, gliene cito solo uno: “La senatrice a vita Segre sta bene in un simpatico termovalorizzatore”. Allora, nonostante che il Ministro interrogato… Abbia dichiarato l'urgenza di dover assumere iniziative e misure sanzionatorie nei confronti di questo docente, non risultano peraltro ancora iniziate le iniziative nei confronti dello stesso. E, a differenza degli annunci, la sospensione della professoressa di Palermo non risulterebbe ufficialmente revocata. Ecco, sono qui a chiederle questo.

Risposta del governo 

Grazie, Presidente. Onorevole Ciampi, rispondo alla interrogazione ricordando preliminarmente che, da circa venticinque anni, l'organizzazione della pubblica amministrazione italiana è fondata sul principio della netta separazione tra organi di indirizzo politico, aventi il compito di definire gli obiettivi ed i programmi da attuare e di verificare la rispondenza dei risultati della gestione amministrativa alle direttive generali impartite, e i dirigenti, ai quali è invece affidata la gestione amministrativa, compresa l'adozione di tutti gli atti di organizzazione delle risorse umane, ivi compresi i provvedimenti disciplinari. In forza di tale principio, nessun Ministro, neanche quello dell'Istruzione, dell'università e della ricerca, può sanzionare disciplinarmente un dipendente pubblico, né può revocare, come nel caso della professoressa di Palermo, una sanzione disciplinare comminata da un dirigente.

Voglio anche, inoltre, precisare che secondo una normativa vigente, che è l'articolo 55 del decreto legislativo n. 165 del 2001, la competenza a irrogare sanzioni disciplinari nei confronti di pubblici dipendenti appartiene, a seconda della gravità dell'infrazione disciplinare, al responsabile della struttura di appartenenza: nel caso del personale della scuola al dirigente scolastico, ovvero all'ufficio per i procedimenti disciplinari incardinato, per quanto concerne l'amministrazione scolastica, nell'ufficio scolastico periferico.

Ciò premesso, posso comunque confermare che i competenti uffici del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca sono, in questi giorni, impegnati a verificare con i legali dalla professoressa la praticabilità giuridica di una conciliazione della vertenza. L'iter si sta portando avanti.

Quanto, invece, alla richiesta di azioni disciplinari nei confronti dei docenti che incitano alla xenofobia e ad altre forme di razzismo, nel ribadire sempre che il Ministero non può sanzionare un docente e, più in generale, un dipendente scolastico, voglio assicurarle che i competenti uffici del mio dicastero, nel rispetto delle norme vigenti, provvederanno a sanzionare qualsivoglia forma di razzismo o intolleranza posta in essere in ambito scolastico, sia che provenga dal personale scolastico sia che provenga dagli studenti. Non dobbiamo, infatti, mai dimenticare che la scuola, come diceva Pietro Calamandrei, è un organo centrale della democrazia, e la democrazia deve permettere ad ogni uomo la sua parte centrale di sole e dignità.

Replica

Grazie, Presidente. Peggio del peggior Ponzio Pilato! Il Ministro non sarà assolto dalla responsabilità politica di quello che è accaduto rifacendosi a responsabilità di altri. Il Ministro sa che quella sospensione è stata comminata per omessa vigilanza, e che la culpa in vigilando di un docente è sull'incolumità fisica dei ragazzi: non si può vigilare sulle opinioni dei ragazzi a scuola! Non si può (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! E lei, da Ministro, non lo deve consentire!

Peraltro, Ministro, non la preoccupa che la DIGOS entri a scuola per verificare cosa è accaduto durante un'ora di lezione (Commenti di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)? Perché quando, invece, un docente inneggia apertamente al nazismo nessuno se ne occupa? Lei, da Ministro, non è preoccupato del fatto che la DIGOS chieda alla dirigenza scolastica che cosa è accaduto in un'ora di lezione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? Lei non è preoccupato per l'autonomia degli insegnanti, per la libertà dei ragazzi? Lei non è non ha detto una parola su questo, non ha espresso un'opinione su questo, non ha detto assolutamente nulla, probabilmente perché nulla aveva da dire.

Lei, Ministro, qua fuori si è fatto una bella foto in cortile quando abbiamo approvato la legge sull'educazione civica, forse le è sfuggito che in quella legge noi abbiamo affermato il principio che l'autonomia critica, quella di cui parlava la Montessori, è ciò che la scuola deve promuovere. Allora lasciate in pace la scuola, toglietevi le manie di controllo sulla scuola, e preoccupatevi della qualità del sistema scolastico, che forse l'educazione civica, ancor più che ai nostri ragazzi, serve a lei e al vostro Governo