27/09/2017
Nicodemo Oliverio
Sani, Fiorio, Luciano Agostini, Antezza, Carra, Cova, Cuomo, Dal Moro, Di Gioia, Falcone, Marrocu, Mongiello, Palma, Prina, Romanini, Taricco, Terrosi, Venittelli, Zanin, Martella, Cinzia Maria Fontana e Bini
3-03273

Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   i dati del Censimento Agricoltura 2010 mostravano la grande difficoltà di ricambio generazionale nel settore agricolo e un processo di senilizzazione che determinava un freno alla competitività (minore propensione all'innovazione – intesa come di prodotto, di processo e di mercato – e agli investimenti) e rischi di carattere ambientale legati all'abbandono e alla conseguente riduzione della gestione del territorio;
   i conduttori over 65 secondo i dati Istat coltivano un quarto della superficie agricola utilizzata nazionale e producono un quinto dell'intera produzione;
   nel 2015 la Coldiretti ha segnalato una inversione di tendenza con un aumento pari al 35 per cento degli agricoltori al di sotto dei 35 anni che, tra imprenditori agricoli, coadiuvanti familiari e soci di cooperative agricole sono arrivati a superare le 70 mila unità;
   si tratta di una nuova generazione di contadini, allevatori, pescatori e pastori che non si limitano a produrre alimenti «made in Italy» ma che stanno contribuendo a difendere cultura e bellezza del Paese;
   secondo dati Ismea la tendenza è confermata anche nel 2016, con un ulteriore aumento dei giovani agricoltori che a settembre 2016 risultavano 16.200 in più rispetto al corrispondente periodo del 2015, crescendo quindi del 9,1 per cento;
   la crescita della componente giovanile in agricoltura rappresenta un fattore competitivo fondamentale confermato, negli ultimi 3 anni, dallo sviluppo del settore primario che ha registrato un aumento dell’export da 33 miliardi a 38,4 miliardi di euro;
   in base ai dati Eurostat, in Italia le aziende agricole guidate da giovani al di sotto dei 35 anni, ottengono un ricavo di 73.000 euro, a fronte di una media di 43.000 con una performance superiore anche ai pari età europei, che si attestano su una media di 44.000 euro;
   è necessario continuare a mantenere alta l'attenzione sul ricambio generazionale, con politiche a servizio dei giovani che facilitino non solo l'ingresso di quest'ultimi nel settore agricolo, ma anche attività di formazione e consulenza che li accompagnino nello sviluppo continuo della propria azienda e nel mantenimento della stessa una volta avviata;
   è necessario, inoltre, semplificare l'accesso alla terra e al credito per i giovani al fine di favorire il loro stabile inserimento nel settore –:
   quali interventi siano stati messi in campo dal Governo, con quali risultati e quali strumenti si intendano attivare nei prossimi mesi.

 

Illustra Giovanna Palma, risponde il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina e replica Giorgio Zanin

Illustrazione

Grazie. Premesso che i dati del Censimento agricoltura 2010 hanno mostrato la grande difficoltà di ricambio generazionale nel settore agricolo, dovuto, da un lato, al processo di senilizzazione, che ha determinato un freno alla competitività, e, dall'altro, ai rischi di carattere ambientale, legati all'abbandono e alla conseguente riduzione della gestione del territorio, tuttavia dobbiamo dire che, nel 2015, si è registrata un'inversione di tendenza, che ha praticamente aumentato del 35 per cento gli agricoltori al di sotto dei 35 anni, che tra imprenditori agricoli, coadiuvanti familiari e soci di cooperative agricole sono arrivati a superare le 70 mila unità. Si tratta di una nuova generazione di contadini, allevatori, pescatori e pastori, che non si sono limitati soltanto a produrre alimenti made in Italy, ma che stanno contribuendo a difendere la cultura e la bellezza del nostro Paese.

Pertanto, si rende necessario continuare a mantenere alta l'attenzione sul ricambio generazionale, con politiche a servizio dei giovani, che facilitino non solo l'ingresso di questi ultimi nel settore agricolo, ma anche attività di formazione e consulenza, che li accompagnino nello sviluppo continuo della propria azienda e nel mantenimento della stessa, una volta avviata.

Pertanto, si rende necessario, inoltre, semplificare l'accesso alla terra e al credito per i giovani, al fine di favorire il loro stabile inserimento nel settore.

Si chiede quali siano ad oggi gli interventi messi in campo dal Governo, con quali risultati e con quali strumenti si intendono attivare nei prossimi mesi.

Risposta del governo

Signor Presidente, onorevoli deputati, ringrazio gli interroganti, perché ci danno la possibilità di trattare un argomento decisivo, come il ricambio generazionale in agricoltura.

In questi anni è stato l'obiettivo prioritario di tutte le scelte fatte in politica agricola e credo che i risultati ottenuti diano conto di quanto sia importante il settore primario, anche per la più ampia strategia di crescita dell'occupazione in Italia. C'è un dato che evidenzia un impatto positivo delle scelte fatte: oggi le aziende agricole condotte da giovani nel nostro Paese superano le 70 mila unità e rappresentano il 6,6 per cento del totale. Due anni fa erano il 5 per cento del totale. È in atto, quindi, un processo di avanzamento, che va certamente seguito e incoraggiato sempre di più.

Io rivendico con decisione le scelte che abbiamo fatto insieme, in particolare dal 2014 in poi. Penso all'aumento del 25 per cento dei contributi europei per gli agricoltori under 40, allo sgravio del 19 per cento per l'affitto dei terreni, alle agevolazioni per le assunzioni stabili dei giovani, che nel 2015 hanno reso l'agricoltura un laboratorio sperimentale di politiche poi estese anche ad altri settori. Per favorire l'accesso al credito, già dal 2015, abbiamo messo in campo i mutui a tasso zero. Con l'Inail abbiamo stanziato 5 milioni di euro per l'acquisto di macchinari agricoli più sicuri e più efficienti, dedicandoli proprio ai giovani imprenditori.

Penso, poi, alla scelta che abbiamo fatto nella scorsa legge di bilancio di azzerare i contributi previdenziali per tre anni per le nuove imprese di giovani, che ha avuto un risultato del 50 per cento più alto rispetto alle aspettative; hanno beneficiato di questa misura 9 mila under 40 contro i 6 mila inizialmente stimati.

Abbiamo potenziato ulteriormente la misura di primo insediamento, che costituisce uno degli strumenti più importanti nell'ambito delle politiche destinate al ricambio generale in agricoltura. Nel periodo 2007-2015 sono stati erogati contributi pari a circa 700 milioni di euro, di cui hanno beneficiato circa 22 mila nuove aziende agricole condotte da giovani. Altrettante risorse sono state stanziate attraverso i programmi di sviluppo rurale per il periodo 2015-2020. Tutte le regioni, nell'attuale fase di programmazione dei fondi strutturali, risultano già aver attivato la misura con almeno un primo bando emanato. In più, nelle prossime settimane prenderà il via la procedura competitiva della Banca della terra, con la quale saranno messi a disposizione oltre 8 mila ettari e concessa la possibilità di acquisto attraverso un mutuo erogato dall'ISMEA.

Inoltre, al fine di sviluppare e consolidare l'imprenditorialità giovanile in agricoltura, il Governo, con l'approvazione dell'ultimo “decreto Mezzogiorno”, ha potenziato lo strumento dell'autoimprenditorialità e del subentro in agricoltura con ulteriori 50 milioni di euro. Credo che la complessità di queste misure renda conto più di tante mie parole dello sforzo che abbiamo fatto, sia da parte del Parlamento che dal Governo.

Replica

Grazie, Ministro. Sono particolarmente soddisfatto della risposta che attesta quanto il Governo sia consapevole dell'importanza di politiche che assicurino il necessario ricambio generazionale, rendendo così protagoniste le giovani generazioni di una nuova fase dell'agricoltura italiana. Anche lei ha riconosciuto che il Parlamento ha accompagnato questo percorso che ha, peraltro, nel Paese un'attestazione di largo interesse da parte dei giovani, a dimostrazione anche del fatto che l'attività in campo agricolo è un fattore tradizionale ma che ha futuro nel nostro Paese.

In particolare, i dati delle iscrizioni agli istituti tecnici, i cui studenti in generale per constatazione diretta - le riferisco - chiedono un aumento della pratica nell'attività didattica ma anche nelle università di scienze agrarie, le cui aziende sperimentali svolgono spesso ruoli cruciali, hanno tutti trend in crescita e questo è un dato fondamentale di osservazione.

Per condurre un'azienda agricola in maniera efficiente occorre oggi avere un grado elevato di conoscenza specialistica. Più giovani in agricoltura significa, tra l'altro, maggiore innovazione, cioè attenzione alle multifunzionalità e consapevolezza dell'impronta ecologica, vale a dire del ruolo sociale dell'impresa agricola. Più giovani in agricoltura significa anche maggiori capacità di cogliere le necessità e le opportunità poste dalle culture e dai metodi imposti dalla transizione climatica e dagli stimoli proposti anche dalla tecnologia. Io faccio un riferimento recente al tema dell'Industria 4.0, che vede anche quei tipi di manufatti. Mai quanto adesso la terra può sposare il progresso tecnologico per investire in qualità e innovazione non disperdendo al tempo stesso il patrimonio acquisito. Io credo che sia necessario proseguire su questa strada per restituire al nostro Paese questa forza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).