08/04/2025
Stefano Vaccari
FORATTINI, MARINO, ROMEO, ANDREA ROSSI, GHIO, FERRARI, CASU e FORNARO
3-01893

Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   il Presidente degli Usa Trump ha annunciato l'imposizione di dazi del 20 per cento sui beni importati, provenienti dall'Unione europea;

   gli Stati Uniti sono il terzo Paese di destinazione delle merci italiane: negli ultimi dieci anni, le esportazioni italiane verso gli Stati Uniti sono aumentate progressivamente, raggiungendo nel 2023 un valore di 67,3 miliardi di euro;

   un'ampia quota delle eccellenze agroalimentari italiane viene esportata nel mercato statunitense. Tra i principali prodotti di esportazione negli Stati Uniti, circa la metà è rappresentata, nell'ordine, da: vino (2 miliardi di euro), olio (quasi 1 miliardo di euro), pasta (1 miliardo di euro) e formaggi (550 milioni di euro). L'export agroalimentare italiano nell'ultimo decennio è aumentato a livello globale da 28 a 70 miliardi di euro. Una barriera protezionistica così pesante negli Usa rappresenta un pericoloso stop a questo trend positivo e avrebbe ripercussioni anche sugli altri mercati, che potrebbero essere inflazionati da merci originariamente destinate al mercato americano. Questa disputa commerciale vedrà, inoltre, sullo sfondo il concreto pericolo del proliferare dell'italian sounding;

   il comparto agroalimentare italiano sta già affrontando notevoli sfide, dai crescenti costi di produzione alle pressioni legate al clima. Questi nuovi dazi aggiungeranno ulteriore incertezza e tensione finanziaria al settore, aumenteranno i prezzi e indeboliranno la resilienza delle aziende agricole, colpendo sia i produttori che i consumatori;

   le istituzioni italiane devono attivarsi immediatamente in sede europea, rafforzando la coesione tra gli Stati per contrastare questo contraccolpo, adottando tutte le misure necessarie a tutelare le esportazioni dei prodotti colpiti da questi dazi ingiustificati e per l'Italia assai penalizzanti, esplorando anche la possibilità di indirizzare l'export anche verso altri mercati internazionali;

   secondo alcune anticipazioni di stampa il Governo intende proporre una revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza al fine di liberare 10 miliardi di euro di risorse da destinare alle imprese sotto forma di incentivi –:

   quali e quante risorse intenda stanziare per affrontare le difficoltà economiche che rischiano di travolgere nei prossimi mesi migliaia di imprese e migliaia di lavoratori dell'intero comparto agroalimentare, tra i più colpiti dalla crisi dei dazi.

Seduta del 9 aprile 2025

Illustrazione di Antonella Forattini, risposta del Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, replica di Stefano Vaccari

ANTONELLA FORATTINI, Grazie, Presidente. Signor Ministro, mentre gli Stati Uniti annunciavano dazi del 20 per cento sui nostri prodotti agroalimentari, il Governo è rimasto a guardare, senza avere previsto e programmato alcuna risposta. Parliamo di un attacco diretto alle nostre eccellenze: il vino, l'olio, la pasta, i formaggi. Migliaia di imprese, già schiacciate da costi in aumento e dagli effetti della crisi climatica, rischiano adesso di essere travolte da una crisi commerciale che il Governo sembra ignorare.

Non c'è tempo da perdere, servono risorse immediate, serve una risposta forte in Europa e serve una strategia per difendere l'export e i posti di lavoro. Il silenzio del Governo è assordante e l'attendismo è imbarazzante e pericoloso. Il rischio è che, ancora una volta, a pagare siano i produttori italiani, lasciati soli di fronte ad una tempesta perfetta.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. Presidente, grazie. Onorevoli colleghi, posso rispondere che il Governo non è affatto rimasto a guardare in questi mesi e lo dimostrerò. Ma, prima di arrivare a quanto di mia competenza sulla vicenda dei dazi, ci tengo ad informare che l'Italia ha toccato il record di 70 miliardi di export nel settore agroalimentare, con un aumento del 7,5 per cento sul 2023; è il primo produttore di vino al mondo e il primo esportatore in quantità, anche qui, record 2024 toccato per export di vino; è il primo produttore di pasta di semola, con vendite all'estero che hanno raggiunto i 3 miliardi di euro, con un incremento del 3,8 per cento; è il terzo esportatore mondiale di formaggi e latticini.

Le vendite all'estero di questi prodotti hanno realizzato un valore record di oltre 5,4 miliardi di euro, con una variazione del 9,3 per cento rispetto al 2023. Nel 2024 l'export di olio d'oliva, che lei ha citato, ha evidenziato un valore delle esportazioni per oltre 3 miliardi, in crescita del 43 per cento rispetto all'anno precedente. L'Italia è il secondo produttore ed esportatore del mondo per quantità e, come dichiarato dal commissario Hansen, l'unica Nazione europea che non ha avuto un decremento della produzione e del valore.

L'Italia è leader nel settore ortofrutticolo: nel 2024 si è registrato il record di esportazioni con 12 miliardi di euro, di cui 6 miliardi con la frutta fresca. È il primo produttore europeo di mele, uva, kiwi e nocciole; in questo caso, siamo il secondo produttore mondiale. L'Italia ha raggiunto, nel 2024, il primo posto in Europa per valore aggiunto nel settore primario, superando Francia e Germania. Il valore aggiunto del settore ha toccato quota 42,4 miliardi, rispetto ai 38,9 dell'anno precedente. Il valore complessivo della produzione agricola è aumentato del 2,2 per cento.

Posso affermare, sulla base di questi dati, che l'Italia si conferma una superpotenza nel settore dell'agroalimentare. Questi risultati sono il frutto della capacità dei nostri imprenditori, ai quali il Governo Meloni in questi anni ha dato il massimo supporto. Voglio ricordare alcuni interventi assunti, perché possano dare evidenza a quanto sto affermando: abbiamo investito risorse senza precedenti, per oltre 11 miliardi di euro in 2 anni, integralmente a sostegno del comparto; abbiamo ottenuto la revisione del PNRR, per il quale precedentemente l'agricoltura era considerata un asset marginale, raddoppiando le risorse a disposizione degli agricoltori e favorendo la produzione energetica da fonti rinnovabili; abbiamo abbreviato i tempi di pagamento dei contributi agli agricoltori da parte di Agea; abbiamo lavorato con l'ICE nella promozione delle nostre imprese all'estero, aprendo nuovi mercati e consolidando i mercati già esistenti; abbiamo garantito la tutela normativa delle DOP e delle indicazioni geografiche. Questo in modo trasversale e ringrazio tutti i colleghi di tutte le forze politiche in Europa che hanno lavorato a questo.

Siamo intervenuti con circa 700 milioni, che svilupperanno un investimento di almeno il doppio a supporto della produzione di macchine agricole, utili a migliorare la produzione con minore impatto ambientale, abbassando i costi per i nostri imprenditori. Solo quest'anno, 120 milioni investiti per alleviare gli effetti drammatici della siccità, centinaia di milioni investiti per sostenere i settori in crisi e molto altro che, per ragioni di tempo, non elencherò. È suonata la campanella.

Abbiamo sempre dichiarato il nostro disaccordo rispetto alla scelta dell'amministrazione americana di imporre nuovi dazi ai prodotti provenienti dall'Unione europea. A questa scelta risponderemo, in ambito europeo, con approccio determinato, che, però, considera la guerra commerciale l'ultima delle possibilità. Manterremo sempre aperto il dialogo con gli Stati Uniti a difesa dei valori comuni, oltre che degli interessi commerciali, a prescindere da chi viene eletto Presidente dal popolo americano. Il Governo ha presentato un articolato piano di azione per rafforzare le esportazioni, focalizzato sui mercati emergenti, ovviamente senza rinunciare al mercato statunitense. Il miglior modo per affrontare…

…la situazione contingente è quello di difendere ed evidenziare l'eccellenza dei nostri prodotti e del modello italiano di produzione. In questo senso, siamo convinti che il mercato statunitense non rinuncerà ad un bene prezioso e unico, rappresentato dal nostro agroalimentare, per gran parte inimitabile e non delocalizzabile. Chiudo con un'ultima considerazione. Anche nel 2019…

…furono imposti - un secondo - dazi simili alle merci italiane dallo stesso Presidente Trump. Per gli analisti sarebbe utile verificare quali furono le iniziative del Governo di cui voi facevate parte, e si noterà la differenza, ma vi assicuro che le associazioni agricole, come loro stesse ieri hanno sottolineato, l'hanno già notata.

STEFANO VACCARI, Grazie, Presidente. Signor Ministro, per responsabilità sospendiamo il giudizio sulla sua risposta perché, se dovessimo farlo sulla base di come si è mosso il Governo di cui lei fa parte, non potremmo che esprimere una totale insoddisfazione. Abbiamo ascoltato dalla Presidente del consiglio, dai due Vice Presidenti, dichiarazioni finora inadeguate ed assurde, che vanno dall'elogio dei dazi come opportunità, al sostenere l'equidistanza tra l'Europa e l'America, alla minimizzazione degli effetti sull'economia italiana, all'invito a non scatenare guerre commerciali.

Le do una notizia, Ministro: la guerra commerciale c'è già e l'ha innescata Trump, sfidando le leggi dell'economia e i principi che, fino ad ora, hanno animato i mercati. A Trump servono le trattative bilaterali per disintegrare le aggregazioni politiche ed economiche degli Stati, che rappresentano un freno alle sue mire imperialiste. Trump lo ha detto volgarmente ed in modo irricevibile anche ieri sera, alla cena dell'assemblea congressuale dei repubblicani, insultando la Premier e gli italiani, per suo tramite. E sapere che la Premier si recherà a Washington il prossimo 17 aprile non ci tranquillizza affatto, perché quell'incontro si muove lontano dalle necessità di costruire, in Europa, una posizione ferma, unitaria, mirata e graduale. E questa linea ondivaga dell'Italia non solo la indebolisce nell'Europa, ma produrrà l'isolamento del nostro Paese.

Su questo ci aspettavamo e ci aspettiamo ancora un coinvolgimento, anche dell'opposizione e dei sindacati, oltre che delle rappresentanze datoriali, per fare squadra e sostenere le parole ferme ed esplicite del Presidente Mattarella, che ha detto che i dazi sono un “errore profondo” e che da parte europea “serve una risposta compatta, serena e determinata”.

Oggi ci dite soltanto che rimodulerete le risorse e gli interventi del PNRR e dei fondi di coesione, ma, come nel gioco delle tre carte, le risorse in più non ci sono e, di fatto, rimpastate stanziamenti già in essere, senza chiarire tempi e modi che invece, nel bel mezzo di una crisi, sono decisivi. Non ci dite quali proposte porterete in Europa perché, nei fatti, il vostro Governo non ha una linea comune. Noi le idee chiare, invece, le abbiamo su eventuali contromisure, per alimentare un fondo che azzeri gli effetti dei dazi, proteggendo le imprese e lavoratori, per chiedere all'Unione europea di accelerare i nuovi accordi commerciali, come il Mercosur, per mettere più risorse sulle nuove OCM, a partire da quelle sul vino e per consentire di aprire nuovi mercati. E altre ancora.

Lo torniamo a dire con parole delle imprese agricole, che anche lei ha ascoltato: in ballo c'è l'interesse nazionale. Toglietevi la maglietta dei sovranisti e mettetevi, assieme a noi, quella degli italiani convinti europeisti.