Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
la Sicilia è in piena emergenza siccità. Animali che bevono fango, laghi prosciugati, raccolti di grano e foraggio azzerati. Immagini impressionanti che arrivano in questi giorni dalla regione che già a marzo 2024 aveva approvato lo stato di emergenza fino al 31 dicembre 2024. Disagi che stanno mettendo in ginocchio allevatori e agricoltori su tutto il territorio e che si riverseranno presto a cascata sul resto della comunità, già interessata dal razionamento dell'acqua potabile tra il 10 per cento e il 45 per cento e che ha coinvolto circa un milione di persone. Si parla, in particolare, delle province di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Palermo e Trapani e, in misura minore, di quelle di Messina, Catania, Ragusa e Siracusa;
tuttavia davanti alla recente gaffe del Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, che – come riportato da fonti di stampa – ha detto «Per fortuna quest'anno la siccità ha colpito alcune zone del Sud e la Sicilia in particolare e molto meno altre zone del Paese», è lecito domandarsi se l'emergenza idrica vissuta dalla Regione Siciliana si possa davvero definire un'emergenza imprevedibile o, al contrario, il risultato di mancati interventi infrastrutturali sugli invasi e sulle reti idriche, fra dighe incomplete e strutture così fatiscenti e indecorose da essere definire reti idriche «colabrodo»;
al riguardo è opportuno ricordare le importanti responsabilità del centrodestra che, con il presidente Musumeci, presentò 31 progetti al Piano nazionale di ripresa e resilienza per l'ammodernamento irriguo che furono tutti bocciati, perdendo un finanziamento di circa 400 milioni di euro;
il commissario straordinario nazionale per la siccità, per la Sicilia, ha individuato 27 interventi prioritari con un investimento di 829 milioni di euro, di cui ancora non ne risulta finanziato alcuno;
il Consiglio dei ministri ha stanziato appena 20 milioni di euro, risorse insufficienti e che non risultano nemmeno ben utilizzate a sostegno delle necessarie politiche da adottare per fronteggiare la crisi idrica;
il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti è responsabile del Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza nel settore idrico (Pnissi) e ha competenza nel finanziamento delle infrastrutture idriche primarie e di interventi volti alla riduzione delle perdite;
il piano idrico della Regione Siciliana, approvato dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e inglobato nel Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza nel settore idrico, prevede 49 interventi per finanziamenti complessivi pari a 1,6 miliardi di euro, di cui un primo stralcio, di 92 milioni di euro, sarebbe in arrivo –:
quali misure urgenti il Governo intenda adottare per fronteggiare nell'immediato l'«emergenza siccità» in Sicilia, mettendo in sicurezza la popolazione e il tessuto produttivo ed economico della regione.
Seduta del 24 luglio 2024
Illustrazione di Anthony Emanuele Barbagallo, risposta del Ministro delle Infrastutture e dei trasporti, replica di Giuseppe Provenzano
ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO, Grazie, Presidente. La Sicilia è in piena emergenza siccità, un'emergenza mai vista con queste proporzioni: animali che bevono fango, laghi prosciugati, raccolti di grano e foraggio azzerati, zone in cui l'acqua non arriva da 40 giorni, danni enormi per i produttori, i cittadini e per il turismo. Il dramma siccità in Sicilia è oggi in prima pagina su The New York Times, non serve aggiungere altro.
A nostro giudizio, c'è una responsabilità evidente del centrodestra sulla situazione di questi mesi, basti ricordare che, allora, il presidente Musumeci, presidente della regione, presentò 31 progetti e furono bocciati tutti e 31 per l'ammodernamento irriguo, così come il Commissario straordinario per la siccità ha individuato 27 interventi e fino adesso non ne è stato finanziato neanche uno.
Signor Ministro, da anni sentiamo ripetere sempre la stessa storia: stiamo insediando la cabina di regia, il tavolo tecnico sarà presto operativo. Servono non parole, ma fatti e soluzioni indifferibili, perché la Sicilia e i siciliani non possono più aspettare.
MATTEO SALVINI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie, Presidente. Ringrazio anche gli interroganti. Ci sono sia la cabina di regia, sia il tavolo tecnico, sia i finanziamenti, finalmente, dopo anni di attesa. In particolare, la situazione che riguarda la Sicilia rappresenta un'emergenza nazionale per la quale stiamo mettendo in campo ogni azione utile a superare criticità emerse ed evidenti, ahimè, da anni. Ricordo gli ultimi interventi: il Consiglio dei ministri, il 6 maggio scorso, ha deliberato per la durata di 12 mesi la dichiarazione dello stato di emergenza di rilievo nazionale, stanziando per i primi urgenti interventi 20 milioni di euro; il successivo 7 giugno, è stato approvato il piano degli interventi e delle misure più urgenti redatto dal presidente della regione, che prevede 52 interventi infrastrutturali per nuovi pozzi e 86 interventi per la manutenzione e l'acquisizione di autobotti.
Come anche da lei ricordato, il Ministero ha concluso la fase istruttoria per il Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza del settore idrico lo scorso 29 maggio. Nella medesima seduta, quindi, meno di due mesi fa, ho presentato personalmente un primo stralcio di programmazione finanziato con circa 950 milioni di euro di risorse direttamente dal mio Ministero. Una quota importante per la Sicilia, pari a circa il 10 per cento di questo stralcio, riguarderà 7 interventi per 92 milioni di euro, su un totale di 75 opere idriche finanziate in tutta Italia. La seduta della Conferenza delle regioni prevista per domani, mi auguro che raggiungerà un'intesa. Nel contempo, il Commissario straordinario nazionale, da lei ricordato, proporrà un piano di azioni ed interventi urgenti, che ovviamente dovranno avere un periodo di attuazione di breve e brevissimo termine, vista l'emergenza che lei ben ricordava.
Pertanto, fra tavoli tecnici che attendevano la nomina da tempo, cabine di regia, finanziamenti non utilizzati e individuazione di azioni nel breve termine, negli ultimi mesi ci siamo assolutamente portati in pari. Per l'intero Governo e l'intero Parlamento, a prescindere dai colori politici, l'emergenza siciliana è una delle priorità su cui tutti stiamo lavorando.
GIUSEPPE PROVENZANO, Ministro, lei, qui, l'ha chiamata emergenza, altre volte l'avete chiamata calamità, non fatelo, perché era tutto previsto. Sono mesi che la crisi idrica è nota alla regione siciliana.
A febbraio, noi abbiamo fatto la prima interrogazione qui e il Governo non ha risposto; abbiamo presentato ordini del giorno, emendamenti - alcuni sono al Senato al decreto-legge Calamità - per mettere i soldi che sono del tutto insufficienti, Ministro. Lei oggi rompe questo irridente silenzio di mesi su questo tema per dirci che cosa? La cabina di regia, il tavolo tecnico… guardi, Ministro, da febbraio, primi atti ufficiali, avete aspettato il 7 giugno, e la regione in questi mesi non ha fatto nulla. Aspettava la pioggia? La pioggia non è arrivata. E tralascio le gravi responsabilità del passato sui mancati investimenti, sul 50 per cento di dispersione idrica nella rete. Ora, il tema è mettere in sicurezza intere comunità. Ha visto le foto, Ministro, degli invasi, dei laghi che si sono prosciugati? Lei non era quello che andava dai pastori? Ci vada, se ne ha il coraggio. Io ci sono andato, se vuole ci torniamo insieme. Di ora in ora, patiscono l'agonia delle loro bestie e se i consorzi di bonifica che voi avete occupato non portano l'acqua alle aziende zootecniche, perché invece la portano ai villini, quei pastori saranno costretti ad abbattere i loro capi. I cittadini subiscono un razionamento, hanno l'acqua ogni 10, 12, 15 giorni e forse la situazione peggiorerà e mentre un popolo ha sete e piange, c'è qualcuno che forse in questo momento sta ridendo e sta facendo affari e sono quelli della speculazione dei pozzi privati, delle autobotti private, per non parlare della questione di legalità legata ai pozzi abusivi.
Ministro, glielo dico, se è necessario, visto che ci troviamo in una crisi senza precedenti, si requisiscano, come qualcuno ha fatto, questi pozzi e si garantisca un'equa distribuzione dell'acqua per dare da bere ai cristiani e alle bestie che hanno sete. Non c'è più tempo. Ci sono zone, tra Caltanissetta ed Agrigento, Ministro, dove la poca acqua che arrivava, per settimane, è stata non potabile. Nel 2024, si stanno calpestando i diritti di cittadinanza e la stessa dignità di intere comunità. Tutto quello che c'è da fare per i prossimi mesi e che si doveva fare nei mesi scorsi, fino a ieri, lo sappiamo; ora, bisogna agire sull'emergenza.
Concludo. Ministro, se la Protezione civile siciliana non ha gli strumenti, non è in grado di intervenire, lo faccia la Protezione civile nazionale. Ci dovrebbe essere un Ministro, persino siciliano, mi pare di ricordare: si intervenga, è una questione di sicurezza di intere comunità. Intervenga il Governo nazionale in via sostitutiva, non possiamo sprecare questa crisi, partano i lavori sugli invasi in questo momento, Ministro, non c'è più tempo da perdere, è già tardi, è troppo tardi.
Vogliamo dare risposte ora, non siamo interessati alla polemica, se agite ci troverete pronti, qui, a collaborare, ma se non lo fate, un giorno, sarete chiamati a rispondere della vostra responsabilità.