12/07/2022
Stefano Lepri
VISCOMI, CARNEVALI, MURA, SERRACCHIANI, CARLA CANTONE, DE FILIPPO, GRIBAUDO, IANARO, LACARRA, PINI, RIZZO NERVO, SIANI, BERLINGHIERI, LORENZIN e FIANO
3-03085

Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il terzo settore in Italia rappresenta un valore importante per l'economia, l'occupazione, la coesione sociale e la costruzione di comunità solidali. Il Paese se ne è reso conto anche recentemente, durante il periodo pandemico e nell'affrontare l'emergenza dei profughi ucraini;

   per questo e dopo l'approvazione della riforma (legge delega e decreti legislativi), serve completare l'attuazione dei provvedimenti necessari per la sua completa entrata in vigore. Il 2022 è poi l'anno in cui l'Italia coordina il Comitato dei seguiti della Dichiarazione di Lussemburgo, nata nel 2015 con l'obiettivo di una prospettiva costruttiva nell'Unione europea. Gli enti del terzo settore, inoltre, hanno bisogno di dialogo, partecipazione, coprogrammazione, oltre che di risorse economiche –:

   quale sia lo stato di attuazione della riforma e, in particolare, quello relativo alle norme fiscali (che necessitano di alcune integrazioni per poter essere notificate alla Commissione europea), nonché lo stato di attuazione relativo alla strategia comune per lo sviluppo dell'economia sociale, pur nelle differenze tra i Paesi, quello concernente le risorse economiche impegnate dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali e altresì delle iniziative formative finora intraprese.

 

Seduta del 13 luglio 2002

Illustrazione di Marco Lacarra, risposta del Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Andrea Orlando, replica di Stefano Lepri

MARCO LACARRA. Grazie, Presidente. Signor Ministro, il terzo settore in Italia rappresenta un valore importante per l'economia, l'occupazione, la coesione sociale la costruzione di comunità solidali. Durante il periodo pandemico e, di recente, nell'affrontare l'emergenza dei profughi ucraini, è stato decisivo l'apporto offerto da decine di migliaia di associazioni del terzo settore.

Anche per riconoscere questo sforzo, è urgente completare l'attuazione dei provvedimenti necessari per la completa entrata in vigore della riforma del 2016. Quest'anno, peraltro, l'Italia è chiamata a coordinare il Comitato di monitoraggio dei seguiti della Dichiarazione di Lussemburgo, nato con l'obiettivo di costruire una comune consapevolezza in un riconoscimento condiviso dell'importanza dell'economia sociale nel territorio dell'Unione europea.

Con questa interrogazione, signor Ministro, chiediamo notizie sullo stato di attuazione della riforma e, in particolare, quello relativo alle norme fiscali; chiediamo quale sia lo stato attuale sulla strategia comune per lo sviluppo dell'economia sociale e quello concernente le risorse economiche impegnate dal Ministero del Lavoro; infine, chiediamo informazioni sulle iniziative formative intraprese finora.

 

ANDREA ORLANDO, Ministro del Lavoro e delle politiche sociali. Ringrazio gli onorevoli interroganti, perché mi consentono di dar conto di un impulso credo significativo che è stato dato al processo di attuazione della riforma del terzo settore da parte del Ministero e del Governo, nella consapevolezza, appunto, che l'associazionismo e le imprese sociali svolgono nel nostro sistema di welfare una imprescindibile funzione integrativa, lo hanno dimostrato nella pandemia, lo stanno dimostrando nell'accoglienza dei profughi in queste settimane.

Sono stati adottati in questo senso molti decreti attuativi attesi da tempo: le linee guida sul rapporto tra le pubbliche amministrazioni e gli enti del terzo settore, il regolamento concernente l'individuazione di criteri e limiti delle attività diverse, decreti in materia di impresa sociale, le modalità attuative del social bonus, la disciplina dei controlli, le linee guida sulla raccolta fondi. È stato inviato alla controfirma del Ministero dell'Economia e delle finanze il decreto in materia di riscossione dei contributi per l'attività ispettiva posti a carico delle imprese sociali. È in corso di elaborazione la disciplina attuativa dei controlli sugli enti iscritti al Runts. Significativi sono, poi, i progressi compiuti in ordine al miglioramento delle disposizioni fiscali. A metà giugno si è concluso il confronto con il MEF e con le rappresentanze del terzo settore - vorrei dire tutt'altro che semplice - che ha portato all'individuazione delle disposizioni correttive al Titolo X del codice e alle norme fiscali sull'impresa sociale.

Il decreto-legge 21 giugno 2022, n. 73 contiene la disposizione che esplicita l'applicabilità immediata agli enti neoiscritti al RUNTS delle disposizioni fiscali del codice non soggette ad autorizzazione dell'Unione europea e si confida che, in sede di conversione - diciamo qualcosa in più che “si confida” - possa essere accolto l'emendamento che racchiude tutte le restanti disposizioni fiscali condivise all'esito del sopracitato processo di confronto. Concluso positivamente questo iter, ciò permetterà al Ministero di presentare alla Commissione europea la richiesta di autorizzazione, il cui rilascio è subordinato all'efficacia di alcune disposizioni in materia di fiscalità del Terzo settore. Nel frattempo sono già stati anche attivati i contatti con la Commissione in questo senso. L'attuazione di una riforma di così ampio respiro investe anche un profilo culturale, che richiede lo sviluppo di iniziative formative, come ricordano gli interroganti, capace di orientare al meglio sia i pubblici funzionari che gli operatori del Terzo settore nell'ambito del nuovo quadro. In questa prospettiva il Ministero ha considerato prioritari due assi di intervento: il nuovo sistema di registrazione degli enti del Terzo settore, avviato lo scorso novembre; gli istituti dell'amministrazione condivisa, che introducono un nuovo paradigma relazionale tra la pubblica amministrazione e il Terzo settore, basato sulla logica collaborativa della coprogrammazione e della coprogettazione. Con riguardo a questo secondo asse di intervento, in attuazione del PON Inclusione, è stato sottoscritto tra il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali e l'ANCI un accordo di collaborazione per la realizzazione del progetto “Formazione sulla riforma del codice del Terzo settore”, rivolto a tutti gli enti territoriali locali e del Terzo settore.

A livello internazionale l'Italia ha assunto nel 2022 la presidenza del Comitato dei seguiti della dichiarazione di Lussemburgo. In questa prospettiva l'anno di presidenza vedrà diversi momenti di riflessione, dalla configurazione dei rapporti tra Terzo settore e pubblica amministrazione all'utilizzo della leva fiscale per il sostegno alla crescita di soggetti dell'economia sociale, al ruolo dell'economia sociale quale fattore di sviluppo locale, con particolare riguardo alle aree rurali e interne. In questo percorso sono stati coinvolti ANCI, Conferenza delle regioni e Forum del Terzo settore nell'organizzazione di seminari sui temi al centro del dibattito italiano e internazionale sull'economia sociale. Il tutto si concluderà il prossimo 21 ottobre a Bologna, con la ministeriale dei Paesi membri che hanno aderito alla dichiarazione di Lussemburgo. L'Italia intende evidenziare, nel confronto con gli altri Paesi cofirmatari, uno degli aspetti più pregnanti dell'economia sociale, ovvero la centralità della persona che deve essere coinvolta nei processi e nei percorsi di decisione, di crescita e di sviluppo. Da ultimo ricordo che, per quanto riguarda il tema delle risorse economiche, nel 2022, è stata ripristinata la dotazione originaria del fondo per il finanziamento di progetti e di attività di interesse generale nel Terzo settore, che negli anni scorsi era stata erosa da sopravvenuti provvedimenti legislativi nell'ottica del contenimento della spesa pubblica. Si tratta di 40 milioni annui.

 

STEFANO LEPRI. Grazie Presidente. Grazie, signor Ministro, noi crediamo che le precisazioni e le risposte che ha fornito il Ministro siano soddisfacenti, anzitutto perché il Ministro e il Ministero hanno avuto di fronte una grande sfida, 42 decreti ministeriali, quindi una sorta di grande testo unico, che credo siamo ormai prossimi a vedere completato. Ho motivo di credere che entro la fine naturale della legislatura sarà possibile veder completato questo impegno molto concreto e difficile. In questo impegno concreto e difficile annotiamo anche la sfida particolarmente complessa della riforma fiscale, che, grazie al lavoro dei due Ministeri e anche all'emendamento in discussione in queste ore nel “decreto Semplificazioni fiscali”, se il Parlamento vorrà, troverà finalmente un suo esito positivo, così che il Ministero possa notificare l'accordo sulla riforma fiscale.

Così pure è importante l'articolo 26, sempre del “decreto Semplificazioni”, che interviene sull'articolo 104 del codice del Terzo settore per rimuovere tutti gli ostacoli per l'applicazione della parte fiscale senza la necessità di notifica. È molto importante ciò che ricordava prima il Ministro, su alcune sfide che sono già realtà, per esempio, il funzionamento del consiglio nazionale del Terzo settore, il quasi completamento del registro unico del Terzo settore, le linee guida che sono state emanate, che consentono una nuova capacità di collaborare in termini cooperativi tra pubblica amministrazione e Terzo settore.

Bene anche il ricco programma che il Ministro ha illustrato, che fa seguito all'impegno del Comitato di Lussemburgo.

L'Italia può essere certamente un riferimento: lo è sia per la sua biodiversità sociale, del Terzo settore, sia per le norme che la legge delega e il decreto legislativo hanno contribuito a definire.

Infine, bene anche l'impegno che il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha annunciato per garantire risorse a favore del Terzo settore. Siamo convinti che il completamento delle misure, in particolare delle norme fiscali, consentirà il pieno impiego delle risorse previste nella riforma e che al momento, per diverse ragioni, solo in parte sono impiegate. Raccomandiamo in particolare al Ministero e al Ministro il completamento del pagamento dei “ristori”, a seguito delle misure prese durante la pandemia, un'attenzione particolare nel destinare risorse europee del Piano nazionale ripresa e resilienza, magari anche dedicandole al Terzo settore e una speciale attenzione alla formazione degli operatori della pubblica amministrazione del Terzo settore, per realizzare pienamente quel codice cooperativo, contenuto negli articoli 55 e seguenti del codice del Terzo settore, che è una vera rivoluzione perché consente davvero di superare logiche competitive, che pubblica amministrazione e Terzo settore, se possibile, non devono praticare.