Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:
la terza relazione al Parlamento sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza ha certificato un grave ritardo accumulato dal Governo e l'insufficiente informazione e trasparenza dello stato di avanzamento dei progetti;
l'attuazione della missione 4 del Piano nazionale di ripresa e resilienza, quella che avrebbe dovuto dare sostegno e spinta al sistema di istruzione, è tra le voci in notevole ritardo;
da un recente dossier reso pubblico dalla Fondazione Agnelli e da Astrid, che analizza i diversi dati e le misure previste per la scuola, emerge che la misura relativa agli asili è tra quelle che hanno scontato una difficile fase di avvio, legata, principalmente, alle criticità gestionali e amministrative che hanno messo in crisi la possibilità di raggiungere gli obiettivi prefissati già per fine giugno 2023;
obiettivi che, come denunciato dal settore, non verranno raggiunti nonostante il nuovo «Piano asili nido», avviato dal decreto interministeriale 30 aprile 2024, n. 79;
l'intervento iniziale mirava a raggiungere l'obiettivo europeo del 33 per cento di copertura nei servizi per la prima infanzia, colmando il divario che esiste, in particolare, per la fascia 0-2 anni, come previsto anche dai livelli essenziali delle prestazioni;
la ripartizione iniziale delle risorse prevedeva: 3 miliardi di euro per nuovi progetti: 2,4 miliardi di euro per 0-2 anni (nidi e servizi integrativi) e 600 milioni di euro per scuola dell'infanzia; 700 milioni di euro per «progetti in essere»; 900 milioni di euro per spese di gestione; almeno il 40 per cento delle risorse destinate al Sud;
nella revisione sono stati stralciati, in quanto non rendicontabili a fini del Piano nazionale di ripresa e resilienza, i 900 milioni di euro per le spese di gestione e 455 milioni di euro di «progetti in essere», perché non destinati a nuovi posti, ma a riqualificazioni;
la Commissione europea non ha ammesso riqualificazioni di asili e scuole dell'infanzia già esistenti, ma solo riqualificazioni di edifici destinati ad altro uso e riconvertiti come asili e scuole dell'infanzia –:
quale sia lo stato di avanzamento dei singoli progetti del piano per asili nido, dove effettivamente questi posti siano stati attivati, anche al fine di perseguire l'obiettivo di coprire i divari tra Nord e Sud rispetto alla copertura del servizio.
Seduta del 12 giugno 2024
Illustrazione di Sara Ferrari, risposta del Ministro dell'Istruzione e del merito, replica di Irene Manzi
SARA FERRARI, Grazie, Presidente. Egregio Ministro, la interroghiamo per sapere quale sia lo stato di avanzamento dei singoli progetti del Piano per gli asili nido, dove effettivamente siano posti quelli davvero attivati, anche al fine di perseguire l'obiettivo di coprire i divari tra Nord e Sud rispetto alla copertura del servizio. Sì, perché sappiamo che l'ultimo dato del 2022 ci dà una copertura al Sud soltanto del 16 per cento, contro il 33 del Centro e il 37 del Nord.
La revisione che avete fatto al PNRR nel novembre scorso ha tagliato 114.000 posti di asilo nido e avete posto l'asticella al 2026, anziché al 2025, con un taglio di un miliardo e 300 milioni. Avete assicurato che non sarà definanziato alcun intervento, ma oggi sulla piattaforma governativa l'informazione pubblica manca o è incompleta. Mancano i dati sulle risorse assegnate, sullo stato dell'arte di questi investimenti, sulla spesa sostenuta e i dati fondamentali per valutare l'impatto di ogni progetto sul raggiungimento dell'obiettivo, che è quello del 33 per cento di copertura.
Sappiamo che c'è una graduatoria a scorrimento di quasi 1.900 comuni che sono idonei, dei quali però solo i primi 387 saranno davvero finanziati, gli altri solo in caso di rinunce. Ministro, noi speriamo che davvero non pensiate di sostenere la natalità facendo stare le donne a casa a fare le massaie come una volta, ma di investire invece sui servizi pubblici.
GIUSEPPE VALDITARA, Ministro dell'Istruzione e del merito. Grazie, Presidente. Consentitemi di evidenziare preliminarmente come sorprenda che nell'interrogazione si discuta di un documento che è stato pubblicato a maggio del 2023. Mi riferisco alla terza relazione al Parlamento sullo stato di attuazione del PNRR, che addirittura precede la stessa revisione del Piano. In ogni caso, in quel documento non erano contenute, come invece voi affermate, criticità riferite alle misure adottate da questo Ministero.
Nella relazione, infatti, non si parla di ritardi e vi è un solo passaggio sugli asili nido e le scuole dell'infanzia, nel quale si enfatizza, in senso positivo, il ruolo del Ministero nella semplificazione delle procedure per supportare i comuni, sulle quali abbiamo peraltro ricevuto il pieno plauso da parte di ANCI, e nel monitoraggio costante che ha poi consentito di raggiungere la milestone europea dell'aggiudicazione dei lavori nell'assoluto rispetto delle tempistiche.
Ciò detto, ribadisco anche in questa sede quanto già ho avuto modo di affermare in altre sedi: il dossier della Fondazione Agnelli e di Astrid, a cui anche qui fate riferimento nell'interrogazione, ha riportato dati palesemente parziali o comunque incompleti. Basti pensare che quel dossier formula analisi sulla spesa riferita ad una dotazione di 20 miliardi di euro, che comprende anche il MUR, mentre il PNRR Istruzione ha una dotazione complessiva di 17 miliardi e mezzo, e i ricavati precedenti a quelli del corrente anno scolastico, nel corso del quale sono stati fatti avanzamenti di spesa rilevantissimi, come nel caso degli investimenti sui divari territoriali e sul contrasto alla dispersione scolastica.
Con particolare riferimento agli asili nido, la revisione del Piano non ha abbassato le ambizioni del PNRR Istruzione, né ha ridotto gli investimenti complessivi. Abbiamo appena adottato un nuovo Piano asili del valore di 734,9 milioni di euro, finanziato con risorse nazionali ulteriori rispetto a quelle del PNRR. Con questo Piano attiviamo una significativa e aggiuntiva offerta di nuovi posti, superando l'obiettivo del 33 per cento - che voi, invece, considerate ancora da raggiungere - e avvicinandoci significativamente al raggiungimento del nuovo obiettivo di Barcellona, fissato al 45 per cento rispetto al numero di bambini residenti, e saremmo ai primi posti in Europa.
Fermo restando quanto previsto dal Piano, aggiungo che il Ministero ha già chiesto ad altri Ministeri competenti le ulteriori risorse necessarie per raggiungere l'obiettivo, concordato con la Commissione europea, di 150.000 posti. Voglio precisare che con questo Piano siamo intervenuti in modo del tutto innovativo rispetto al passato, proprio al fine di intercettare quei comuni e quelle realtà territoriali che presentavano i parametri più distanti rispetto all'obiettivo di Barcellona, proprio per colmare i divari esistenti e adeguarci ai livelli essenziali delle prestazioni.
Abbiamo, inoltre, messo a disposizione delle 14 città metropolitane una quota di risorse per attivare e potenziare gli asili nido, a prescindere dal livello di copertura del servizio già raggiunto per la fascia di età 0-2 anni. Il monitoraggio procedurale ci restituisce i dati che tutti i lavori sono stati consegnati, i cantieri risultano avviati, e anche l'avanzamento finanziario della misura è oggi significativo e si attesta nella media dell'avanzamento complessivo del PNRR a circa il 26 per cento del totale delle risorse stanziate per questo investimento.
Concludo confidando che quanto fin qui illustrato serva finalmente a stabilire un punto di verità, che dovrebbe essere responsabilmente condiviso da chiunque abbia a cuore davvero le sorti della nostra scuola, che parta dalla consapevolezza che questo Governo ha raggiunto puntualmente gli obiettivi e i target previsti sul tema degli asili nido, impiegando, peraltro, risorse aggiuntive rispetto a quanto previsto dal PNRR.
IRENE MANZI, La ringrazio, signor Presidente, e ringrazio anche il Ministro, ma non posso purtroppo dichiararmi soddisfatta, perché poche settimane fa avevamo cercato di ottenere chiarimenti e risposte dal Governo su questi aspetti e anche questa volta c'è un dato che manca. Mancano i dati, sostanzialmente, mancano gli obiettivi e la localizzazione, soprattutto, degli interventi. Dove sono stati realizzati fino ad ora? A che punto sono gli interventi? Quali sono le disparità territoriali, individuate dal PNRR, relative proprio agli asili nido? L'obiettivo originariamente ammontava a più di 260.000 posti e ora è stato ridotto - è un dato di fatto anche questo - a 150.000. Dove sono localizzati?
Penso che non sia solo il gruppo del Partito Democratico che meriti una risposta, sono i cittadini a meritare una risposta. Una risposta in linea, tra l'altro, con quell'appello che proprio poche settimane fa Alleanza per l'Infanzia ha rivolto a tutte le forze politiche in merito al riconoscimento dell'investimento nei servizi per la prima infanzia come servizio essenziale da riconoscere ad ogni bambino e ad ogni bambina all'interno del nostro Paese. Questo vuol dire non solo raggiungere quegli obiettivi, perché conosciamo il contenuto del Piano asili nido e apprezzo anche le modifiche relative al superamento del criterio del bando, per esempio, che è stato inserito.
Però, questo non toglie che quei dati che ricordava poco fa la collega Ferrari, ovvero il fatto che su 1.900 comuni individuati come idonei solo i primi 387 beneficeranno di un finanziamento, vogliono dire che, in qualche modo, quegli obiettivi non saranno raggiunti. Diritti essenziali che passano anche dalla garanzia dei costi di gestione che devono essere assegnati ai comuni per far sì che quegli edifici nuovi che verranno costruiti - quando verranno costruiti - non si trovino a rimanere vuoti perché i comuni non hanno le risorse e i fondi per poter garantire un servizio essenziale ai bambini e alle bambine, per poter garantire un servizio e un'occupazione anche di qualità agli educatori e alle educatrici che operano in quelle realtà.
Quindi, noi continueremo - in questo caso lo anticipo - a chiedere chiarezza al Governo e a sollecitare il Governo su questi punti e su questi aspetti, perché non è solo una questione delle relazioni tra maggioranza e opposizione, è un diritto essenziale che va riconosciuto alla nostra infanzia e che non può prescindere dal futuro, soprattutto, del nostro Paese e da cui non si può in alcun modo prescindere.