06/06/2023
Anthony Emanuele Barbagallo
BAKKALI, CASU, GHIO, MORASSUT, FERRARI e FORNARO
3-00452

Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il sistema aeroportuale è un anello fondamentale per lo sviluppo e la crescita sociale ed economica dei territori e dell'intero Paese, garantendo la mobilità dei cittadini e delle merci;

   con il Piano nazionale aeroporti il Governo deve realizzare una strategia integrata di merci e persone in grado di potenziare efficacemente la competitività del sistema economico nazionale;

   tuttavia la bozza del Piano nazionale aeroporti in consultazione propone ad avviso degli interroganti una visione «piatta», che non coglie i divari territoriali e le difficoltà di accessibilità dei territori periferici e non si configura come perno di sviluppo dell'offerta per creare sviluppo e nuova occupazione in tutti i settori produttivi legati o agevolati da una migliore connettività, attraverso la realizzazione di un piano di integrazione della logistica di tipo intermodale e di una visione che renda l'Italia hub di collegamento tra Europa e Mediterraneo;

   il Piano nazionale aeroporti sviluppa un'idea di aeroporti come monadi funzionali esclusivamente al trasporto, quasi prevalentemente con ottica turistica, senza pianificare una strategia di sviluppo della logistica integrata in cui effettivamente si muovono persone e merci, ignorando che in un sistema di mobilità integrato l'aeroporto è uno snodo fondamentale di una visione economica di sviluppo al servizio anche delle altre filiere produttive;

   inoltre, il Piano nazionale aeroporti non affronta il tema dell'incidenza sulle comunità e sugli obiettivi di transizione ecologica degli aeroporti ubicati a ridosso dei perimetri urbani;

   non sono, quindi, indicate le risorse messe a disposizione per la sua implementazione e non viene chiarito il tema della privatizzazione degli scali che rendono servizi di quasi «pubblica utilità», come può essere la mobilità da e verso le Isole che non hanno come alternativa una capacità su gomma e su ferro tale da rendere il trasporto aereo un'opzione. Con le note conseguenze sul «caro voli» che grava sulle famiglie, sui lavoratori, sulle imprese, sui cittadini tutto l'anno, non solo nei periodi festivi e crea una netta frattura di competitività tra il Sud e il Nord del Paese, a cui il Governo deve dare una risposta attraverso il Piano nazionale aeroporti –:

   quale strategia il Governo intenda sviluppare con il Piano nazionale aeroporti relativamente ai processi di privatizzazione degli scali e in che modo intenda esercitare il proprio controllo pubblico sui costi e sulle procedure, adottando iniziative di competenza per regolare i rapporti tra enti gestori degli scali, le società di handling, vettori commerciali di trasporto aereo ed ente regolatore del sistema (Enac), tenendo adeguatamente conto delle direttive europee in tema di concorrenza ed aiuti di Stato.

Seduta del 7 giugno 2023

Illustrazione di Ouidad Bakkali, risposta del Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, replica di Anthony Emanuele Barbagallo

OUIDAD BAKKALI, Grazie, Presidente. Signor Ministro, membri del Governo, il sistema aeroportuale è un anello fondamentale per lo sviluppo e la crescita sociale ed economica dei territori dell'intero Paese e, per quanto riguarda la bozza del Piano nazionale aeroporti, che abbiamo in consultazione, poniamo i seguenti quesiti: quale strategia il Governo intende sviluppare con il Piano nazionale aeroporti, relativamente ai processi di privatizzazione degli scali? In che modo intende esercitare il proprio controllo pubblico sui costi e sulle procedure, adottando iniziative di competenza per regolare i rapporti tra enti gestori degli scali, le società di handling, i vettori commerciali di trasporto aereo e l'ente regolatore del sistema, tenendo adeguatamente conto delle direttive europee in tema di concorrenza ed aiuti di Stato?

Infatti, rileviamo alcune criticità, che vado a illustrare brevemente in punti, ovvero che non vengono colti il divario territoriale e le difficoltà di accessibilità dei territori periferici e rimane non chiarito il tema della privatizzazione degli scali…

 …e come questo tema impatta rispetto alla mobilità da e verso le isole. Poi, ci sono il tema del caro voli, che sta gravando su famiglie e imprese, il tema della miglior connettività, quindi di un piano di integrazione della logistica intermodale tra i territori…

… e non sono indicate - altro punto - le risorse messe a disposizione per la sua implementazione.

MATTEO SALVINI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie. Il nuovo Piano nazionale degli aeroporti è il frutto di un approfondito confronto con i rappresentanti dei vari operatori del comparto e delle organizzazioni sindacali. Le parole chiave del Piano, che contiamo di approvare entro la fine dell'anno con la collaborazione di tutti, sono interconnessione nazionale e internazionale e strutturazione di reti aeroportuali modulate secondo effettive esigenze di mercato. Particolare attenzione, come lei sottolineava, sarà posta alle esigenze delle aree territoriali più remote, quali le isole, che spesso non hanno accesso a modalità alternative di trasporto.

Quanto al tema della privatizzazione, segnalo, come tutti sanno, che lo Stato ha avviato un processo di riforma del regime degli aeroporti fin dal lontano 1993, sotto il Governo Ciampi. Sulla base di questa cornice regolatoria nel corso degli anni la stragrande maggioranza degli aeroporti è stata interessata da operazioni di dismissione di partecipazioni pubbliche con collaborazione dei privati. Siamo, quindi, di fronte a un fenomeno che compie 30 anni, che il pubblico ha il dovere di seguire e regolamentare.

Attualmente, oltre il 50 per cento delle società di gestione è a maggioranza di capitale privato, appunto figlio di questa norma di 30 anni fa.

Indipendentemente dall'assetto societario, le società di gestione aeroportuale vedono di regola una partecipazione giusta degli enti territoriali o delle camere di commercio. Tale partecipazione rappresenta un fondamentale rispetto e presidio dell'interesse pubblico e, in ogni caso, per gli aeroporti che presentano particolari criticità, perché situati in regioni remote o a scarso traffico, lo strumento della continuità territoriale, a cui sono e siamo particolarmente attenti, può essere d'ausilio. Ovviamente, in questo quadro non si può prescindere dal mantenimento di elevati standard di controllo e di vigilanza pubblica.

Ultima riflessione. L'attività di verifica e controlli è attribuita in prima istanza all'ENAC che svolge funzioni di vigilanza per profili autorizzatori e di sicurezza anche rispetto al variegato mondo degli operatori economici e probabilmente non sempre, in passato, l'ha svolta fino in fondo. Su questo, come sapete, il MIT presenta alle Camere una relazione semestrale. L'obiettivo del Ministero, anche attraverso il Piano, è rafforzare al massimo le proprie funzioni di indirizzo e vigilanza sull'ENAC. Intendiamo riaffermare con forza il controllo sull'intero settore, affinché su attività di primario rilievo per la qualità dei servizi e delle infrastrutture aeroportuali siano garantiti massimi criteri di trasparenza, efficacia ed efficienza. Così, purtroppo, non sempre è stato in passato. Stiamo lavorando perché così sia nel presente e in futuro.

ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO, Grazie, signor Presidente. Non siamo per nulla soddisfatti della risposta del Governo. Nella bozza del Piano nazionale aeroporti mancano una visione, una strategia di insieme del sistema degli aeroporti italiani. Il Piano nazionale degli aeroporti dovrebbe, appunto, caratterizzarsi per potenziare e garantire lo sviluppo del trasporto aereo e del sistema aeroportuale, riducendo i divari di mobilità dei territori con particolare attenzione a quelli legati al Mezzogiorno, all'insularità e alla scarsa connettività delle isole. Nel Piano non sono indicate per nulla le risorse messe a disposizione né, come sappiamo, vi è una specifica linea di intervento del PNRR per sostenere la realizzazione. Quindi, signor Ministro, a nostro giudizio, proprio nel tempo che rimane, da adesso all'approvazione del Piano, bisognerà dare concreta risposta anche al reperimento delle risorse.

Sui percorsi di privatizzazione, a cui lei ha fatto cenno, saremo particolarmente vigili, anche nell'esercizio del controllo che il Governo della Nazione è chiamato ad effettuare.

Resta, però, certamente senza risposte il tema del caro voli, nonostante le eloquentissime direttive europee in materia di concorrenza e di aiuti di Stato. Inoltre, nonostante il Piano sia chiamato a delineare l'orizzonte temporale fino al 2035, sono scarsi e insoddisfacenti i riferimenti alla transizione ecologica, alla sostenibilità ambientale e alla digitalizzazione. Resta anche il tema di mancate valorizzazioni clamorose di alcuni aeroporti del Mezzogiorno, quali Comiso, Lamezia, Crotone, Reggio Calabria e Pescara.

Concludo, Presidente, con l'ultima grande preoccupazione, che è quella per i numerosi bacini di lavoratori che, in maniera duratura e stagionale, interessano gli scali. Per lo più, si tratta di popolazioni fragili, donne e over 50. Su di loro nel Piano nazionale degli aeroporti non c'è neanche un rigo. Il Partito Democratico, dentro e fuori il Palazzo, si farà carico di una mobilitazione per incalzare il Governo su un modello di sviluppo del sistema aeroportuale italiano credibile, sostenibile e funzionale.