24/10/2017
Walter Verini
3-03325

 

Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

gli uffici di esecuzione penale esterna, a seguito del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 84 del 2015, sono divenuti articolazioni territoriali del nuovo dipartimento per la giustizia minorile e di comunità;

il principale campo di intervento degli uffici di esecuzione penale esterna è quello relativo all'esecuzione delle sanzioni penali non detentive e delle misure alternative alla detenzione; a tal fine, elaborano e propongono alla magistratura il programma di trattamento da applicare e ne verificano la corretta esecuzione da parte degli ammessi a tali sanzioni e misure; elaborano e propongono alla magistratura il programma di trattamento da applicare e ne verificano la corretta esecuzione da parte degli ammessi a tali sanzioni e misure, secondo i compiti ad essi attributi indicati dall'articolo 72 della legge 26 luglio 1975, n. 354, e dalle altre leggi in materia di esecuzione penale;

dai dati rilevabili dalle statistiche nazionali emerge l'esigenza di proporre un programma di potenziamento che consenta di gestire il flusso dei procedimenti, che hanno subito un notevole incremento dalla riforma del 1975 ad oggi;

la profonda modifica qualitativa delle caratteristiche criminologiche dei soggetti trattati ha innescato un processo di larga e progressiva trasformazione del fenomeno e, conseguentemente, del mandato conferito all'esecuzione penale esterna, rendendo di fatto inadeguato l'impianto organizzativo configurato all'epoca della riforma;

l'attuazione di tale programma riveste, allo stato, carattere di priorità;

in considerazione di quanto esposto appare, dunque, rimanendo nell'ambito di una complessiva e necessaria azione di integrazione e potenziamento degli organici del personale della giustizia, particolarmente urgente un aumento del personale appartenente alla professionalità di servizio sociale –:

quali iniziative intenda adottare il Ministro interrogato, alla luce delle criticità espresse in premessa, nonché in virtù dell'articolo 7 della legge 28 aprile 2014, n. 67, al fine di verificare la reale necessità di incremento degli organici degli assistenti sociali degli uffici di esecuzione penale esterna per consentire un migliore funzionamento del sistema delle pene che si basi anche sulle misure alternative.

 

Seduta del 25 ottobre 2017

Illustra Giuseppe Guerini, Risponde Andrea Orlando, Ministro della Giustizia, Replica Sofia Amoddio

Illustrazione

Grazie, Presidente. Gli Uffici di esecuzione penale esterna (UEPE) sono, come è noto, articolazioni territoriali del nuovo Dipartimento per la giustizia minorile di comunità e il loro principale campo di intervento è quello relativo all'esecuzione delle sanzioni penali non detentive e delle misure alternative alla detenzione.

La profonda modifica qualitativa delle caratteristiche criminologiche dei soggetti trattati nel corso di questi anni ha innescato un processo di larga e progressiva trasformazione del mandato conferito all'esecuzione penale esterna, rendendo di fatto inadeguato l'impianto organizzativo che è stato configurato all'epoca della riforma del 1975. A ciò si è aggiunto, recentemente, l'ulteriore carico di lavoro derivante dall'istituto della messa in prova per gli adulti. Quindi, in considerazione di quanto sopra e di queste criticità, interroghiamo il Ministro per sapere quali iniziative intenda adottare per incrementare gli organici degli assistenti sociali dell'ufficio esecuzione penale esterna e anche per consentire un sempre più efficace funzionamento del sistema dell'esecuzione penale medesima.

 

Risposta

Presidente. Onorevoli deputati, l'organica e strutturale revisione dell'esecuzione della pena ha in generale rappresentato e continua anche oggi a rappresentare uno dei prioritari obiettivi dell'impegno di questi anni. In particolare, a partire dalle riflessioni maturate nell'ambito degli Stati Generali sulla crisi del sistema tradizionale di repressione penale, si è inteso costituire un modello di esecuzione della pena fondato su misure alternative, che siano limitative, ma non privative, della libertà personale, e che si svolgano nel territorio, riconoscendo come estrema ratio la detenzione intramuraria.

In questa prospettiva sono stati adottati interventi di carattere legislativo, amministrativo ed organizzativo. Con la riforma dell'organizzazione del Ministero della giustizia, in primo luogo, è stato istituito il Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità, cui sono stati demandati, tra l'altro, la direzione e il coordinamento degli uffici dell'esecuzione penale esterna che operano sul territorio. Questo al fine di realizzare un sistema orientato a considerare la centralità della persona nei programmi trattamentali, anche attraverso il coinvolgimento della società civile. Il processo di rafforzamento del dipartimento appare, poi, tanto più essenziale in vista dell'attuazione della legge delega n. 103 del 2017, che intende, tra l'altro, ancor più valorizzare il sistema dell'esecuzione penale esterna.

L'esame dei dati statistici, relativi alla popolazione, di esecuzione penale esterna mostra già, a legislazione vigente, una notevole crescita delle sanzioni di comunità, passate da un numero pari a 31.865 nel 2014 al numero di 45.587 al 15 ottobre 2017. L'impatto della riforma sull'organizzazione dell'esecuzione penale esterna non potrà che incrementare ulteriormente il trend di crescita delle misure alternative alla detenzione. La centralità del ruolo degli operatori, il progressivo incremento delle misure di comunità e la valutazione dell'impatto della riforma rappresentano, allora, tutti indici chiari dell'esigenza di un rafforzamento delle strutture, che deve realizzarsi almeno con l'incremento degli organici attualmente previsti. A tal fine, nell'ambito dell'istruttoria del disegno di legge di bilancio in corso, il Ministero della giustizia ha proposto l'ampliamento degli organici degli uffici di servizio sociale preposti all'esecuzione penale esterna dei minori e degli adulti, con un sensibile aumento degli stanziamenti di bilancio, indispensabile per la piena realizzazione degli obiettivi di riforma.

Auspichiamo che le proposte articolate trovino riscontro nell'ambito della discussione parlamentare, intercettando tra tutte le forze presenti in Parlamento una larga condivisione sulla necessità di potenziare l'esecuzione penale esterna, che, solo grazie ad un adeguato e ambizioso piano di investimenti, potrà dispiegare la sua funzione, essenziale per la piena realizzazione di un sistema penale finalmente conforme ai principi costituzionali e convenzionali.

 

Replica

Grazie Presidente, grazie signor Ministro, noi ci riteniamo veramente soddisfatti della risposta perché gli uffici penali di esecuzione esterna sono veramente un anello fondamentale nel sistema di recupero sociale dei detenuti e il loro ruolo è delicato ed importante all'interno del sistema giudiziario. La Commissione giustizia ha portato in Parlamento diverse norme che, insieme ai decreti del Governo, hanno permesso di dare risposte concrete per diminuire il sovraffollamento carcerario e tutto questo è avvenuto anche grazie alle misure deflattive dei processi, all'ampliamento delle misure alternative della detenzione, nella certezza che l'esecuzione della pena non si verifica solo con la misura del carcere, ma, appunto, occorre dare ampio spazio alle misure alternative alla detenzione.

È un fatto, però, che, per fare funzionare adeguatamente gli uffici, che devono istruire la pratica per ogni detenuto e fornire quindi al magistrato tutti gli elementi concreti per decidere se applicare o meno la misura alternativa alla detenzione, occorre ampliare le risorse e noi prendiamo atto che il Ministro ha dichiarato che nella prossima legge finanziaria quest'incremento sarà concreto e fattivo.

Occorre dare atto - e concludo - che, anche dopo la sentenza Torreggiani, il clima italiano è cambiato e, grazie proprio alle riforme, ieri, il Vicesegretario generale del Consiglio d'Europa ha dato atto che l'Italia è divenuta il punto di riferimento importante, anche rispetto agli altri Stati, per le riforme che sono state adottate nel settore penitenziario. Io sono certa che questo lavoro, iniziato dal Ministro nel 2015 con gli Stati generali dell'esecuzione penale, continuerà a portare i suoi frutti anche prima della fine di questa legislatura e continueranno gli sforzi per lasciare un segno nella vita concreta delle persone detenute.