A bruciapelo: sapete a quanto equivale il 15 per cento del Pil?
A una montagna di soldi, 240 miliardi di euro. Che sono poi quelli che l’Italia spende, euro più euro meno, negli appalti pubblici.
E la corruzione a quanto ammonta? Qui il calcolo è più complicato in (ovvia) mancanza di statistiche ufficiali. Ma prendendo per buone le stime accreditate dal mainstream mediatico, l’ordine è dei 60 miliardi di euro all’anno. E se queste due cifre le incrociassimo? Ecco, avremmo Expo e Mose. L’abbiamo un po’ brutalizzata, ma il succo del fenomeno corruttivo che si annida nei gangli vitali della spesa pubblica è un po’ in questi dati macro. E nell’ondata di nuovi scandali che hanno riportato in auge neologismi (ancora Tangentopoli?) che speravamo ormai confinati ai libri di storia.
Sostanzialmente parte da qui, dalla necessità di riflettere su cosa non va o non è andato nell’attuale normativa sugli appalti pubblici e proiettarsi verso un futuro dal bollino ‘corruption free’, il seminario che il gruppo del Pd, mettendo in moto le commissioni Giustizia e Ambiente, ha organizzato alla Camera – l’appuntamento è alla Sala della Regina dalle 14 in poi – per lunedì 14 luglio: “Appalti pubblici e corruzione. Dalla legittimità formale alla legalità sostanziale”.
Un seminario opportuno e tempestivo dato che nel cantiere parlamentare proprio in quei giorni entrerà nel vivo la discussione sul recente decreto P.A., il decreto – per intenderci – che tra l’altro investe l’Anticorruzione guidata da Raffaele Cantone di poteri maggiori e più incisivi. Ma opportuno e necessario anche perché si ragionerà sulle tre nuove direttive comunitarie in materia di appalti che sono in vigore lo scorso 18 aprile e dovranno essere recepite entro la primavera del 2016. Sembra un’eternità, ma è un lampo.
Il pomeriggio sarà impegnativo. Denso di spunti e sollecitazioni. A coordinare i lavori, al fianco di Ferranti e Mariani, ci sarà anche Ermete Realacci.
Quattro le sessioni: 1) Lo stato dell’arte: il codice degli appalti e le sue criticità, 2) Le nuove direttive comunitarie in materia di appalti: il recepimento italiano nel quadro di un’analisi comparata, 3) Per un processo appalti più efficiente, 4) Prevenzione e repressione della corruzione: strategie di contrasto.
Interverranno economisti, giuristi, tecnici e magistrati. Ma ci saranno anche i ministri Marianna Madia e Andrea Orlando, il viceministro Riccardo Nencini e il capo dell’Anticorruzione Cantone. Se la corruzione è prismatica e sistemica, la reazione richiede infatti ‘modelli integrati e sinergici’, che coinvolgano competenze a cavallo di più ministeri.
L’obiettivo dunque è un confronto a tutto tondo sull’universo degli appalti pubblici (non solo i lavori pubblici ma tutto l’insieme di servizi e forniture) declinato in chiave anticorruzione allo scopo di individuare le coordinate puntuali entro cui muoversi per assicurare semplificazione, trasparenza, controllo e contrasto in modo efficace ed effettivo. Lasciandosi definitivamente e finalmente alle spalle la superfetazione normativa, la frammentazione della vigilanza, il regime derogatorio ed emergenziale, simboli di interessi opachi e acceleratori di corruttele e associazioni criminali.