Sviluppo

Ex Ilva: il governo colpisce al cuore una città già ferita

01/03/2023

A TARANTO LA SITUAZIONE NON E' SOTTO CONTROLLO E NON LO E' MAI STATA

 

Il governo Meloni, con la complicità di tutta la maggioranza, ha vigliaccamente scelto, da lontano, di piegare le ragioni della comunità di Taranto alla ragion di Stato.

Eppure decine e decine di studi e relazioni avvertono che a Taranto la situazione non è sotto controllo e non lo è mai stata.

La maggioranza di destra non ha accolto nessuna delle nostre proposte.

Con questo provvedimento sferra tre pugnalate profonde al cuore di una città già ferita:

  • reintroduce lo scudo penale;
  • distorce il senso della Costituzione, spacciando la prosecuzione dell’attività come un bene da ‘bilanciare’ con i diritti a salute, ambiente e vita;
  • non offre nulla per una prospettiva a zero emissioni.

 

Abbiamo invano proposto un accordo di programma. Un tavolo per riunire vertici dell’azienda, enti locali e sindacati, e parlare di decarbonizzazione, bonifiche, tutela della salute e dell’occupazione.

Hanno bocciato anche questo emendamento.

C’erano le risorse per far cambiare strada a Ilva, almeno per condizionare e correggere le disfunzioni più macroscopiche. E invece il governo ha deciso di usarle per pagare le bollette e così comprare un po’ di tempo. Ma il tempo non utilizzato per costruire strategie è tempo sprecato.

Noi crediamo che questo sia il tempo di mettere in campo nuove politiche industriali e per questo diciamo no ad un provvedimento che suona come una capitolazione della politica, oltre che come una occasione sprecata.

Sull’acciaio, e non solo sull’acciaio, alla luce dell’aumento del costo strutturale dell’energia, di quello dei noli marittimi di fronte ad una guerra commerciale che non accenna a placarsi o ai piani protezionistici di alcuni paesi concorrenti come gli Stati Uniti e la Germania e in conseguenza dei ritardi nell’attuazione del PNRR, che fa l’Italia?

Su quale piattaforma porta avanti una battaglia per nuovi strumenti in Europa, per difendere e potenziare le filiere strategiche, per garantire gli approvvigionamenti, per conquistare produzioni mentre si riorganizzano le catene a livello globale?

Questa sarebbe la discussione da fare.

 

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