Giustizia
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La Camera approva all’unanimità
Con 237 sì la Camera ha approvato il disegno di legge che introduce nel codice penale il nuovo articolo 577-bis, ossia il femminicidio. Il reato si configura quando l’omicidio di una donna è commesso come atto di discriminazione, odio o prevaricazione; mediante atti di controllo, possesso o dominio sulla vittima in quanto donna; in relazione al rifiuto della donna di instaurare o mantenere un rapporto affettivo; come atto di limitazione delle libertà individuali della donna.
In estrema sintesi, il reato si configura quando la vittima viene uccisa perché donna, in quanto donna.
I dati Eures ci dicono che, dal 2000 ad oggi, in Italia, sono quasi 3.200 le donne vittime di femminicidio e, soltanto nel 2025, più di 90 donne sono state uccise da uomini che, per l'80 per cento, avevano un ruolo affettivo, relazionale o familiare nelle loro vite.
Secondo i dati delle Nazioni Unite, ogni 10 minuti nel mondo viene uccisa una donna perché donna, in media 140 femminicidi al giorno. Un crimine compiuto da ex fidanzati, ex mariti, familiari, conoscenti, dagli stessi compagni delle vittime, e spesso anticipato da violenze fisiche, psicologiche, sessuali ed economiche per esercitare controllo, potere e dominio.
È importante introdurre il reato autonomo di femminicidio nel codice penale, perché viene riconosciuta la matrice culturale del reato. In Aula sono state ricordate le parole di Michela Murgia, secondo la quale con femminicidio non si indica il sesso della persona morta ma il motivo per cui è stata uccisa.

