Lavoro
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LA DESTRA SCAPPA DALLA REALTA'
Pur di non affrontare e discutere la proposta di legge unitaria delle opposizioni sul salario minimo, la maggioranza fugge votando la sospensiva per rinviare il dibattito chissà a quando.
Con questo voto la maggioranza di destra certifica che, di fronte a un tema reale, un tema che brucia sulla pelle dei cittadini, dei lavoratori e delle lavoratrici, un tema che il governo non può coprire con i soliti artifici mediatici e con le fake news, riesce solo a scappare.
Restano però i problemi per i 3 milioni e mezzo di lavoratrici e lavoratori che secondo l'Istat sono poveri anche se lavorano.
Esiste una questione salariale enorme, in Italia, che non può essere ignorata, che non può essere sospesa, che non può essere rinviata.
La povertà non va in vacanza, la povertà non conosce pause e la questione salariale attraversa e divide questo Paese, ruba il futuro e deprime le prospettive di crescita.
I dati di Svimez mostrano che al Sud un dipendente su quattro prende sotto i 9 euro all'ora.
Quella sul salario minimo è stata la prima proposta di legge presentata dal Partito Democratico in questa legislatura e sono passati sette mesi da quando, in questa stessa Aula, la destra ha votato contro le mozioni di tutte le opposizioni sul salario minimo.
Il voto sulla sospensiva significa che il governo volta le spalle a quei tre milioni e mezzo di lavoratrici e lavoratori che hanno salari da fame, con paghe da 4 o 5 euro all'ora.
È necessario affrontare a viso aperto il lavoro povero che la maggioranza di destra finge di non vedere; i lavoratori poveri ci sono e pur lavorando otto, nove o dieci ore al giorno non arrivano alla fine del mese, non riescono a pagare le bollette e l'affitto, non riescono a far fronte a una spesa sanitaria imprevista, rinunciano a curarsi, non sono in grado di programmare un futuro.
La proposta di legge presentata dalle opposizioni dice due cose:
- che bisogna rafforzare la contrattazione collettiva, facendo valere verso tutti i lavoratori e le lavoratrici di un settore la retribuzione complessiva prevista dal contratto firmato dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative;
- che sotto i 9 euro di minimo tabellare non si può andare, perché sotto quella soglia si calpesta la dignità del lavoro.
Il lavoro povero esiste e lo vivono sulla pelle milioni di persone. Noi saremo al loro fianco; ogni giorno, in quest'Aula e nelle piazze, chiederemo alle cittadine e ai cittadini di portare avanti insieme questa battaglia con le altre opposizioni, per un salario giusto, per un salario dignitoso, contro lo sfruttamento di donne e uomini che lavorano in quella che è una Repubblica fondata sul lavoro, sì, ma sul lavoro di qualità e dignitoso, non sullo sfruttamento.
