Diritti
MODIFICA DELLA COSTITUZIONE IN MATERIA DI ATTIVITÀ SPORTIVA
Questo progetto di legge costituzionale, approvato in prima deliberazione dal Senato nella seduta dello scorso 22 marzo, interviene sull’articolo 33 della Costituzione per aggiungervi, attraverso un unico articolo, un nuovo comma in base al quale la Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme.
Il testo costituisce la sintesi di sei differenti, ma convergenti, disegni di legge costituzionale, tra cui quelli presentati dalle senatrici del Pd Daniela Sbrollini e Caterina Biti.
La principale differenza tra questi disegni di legge riguardava la scelta della sede della materia. Scelta caduta, alla fine, sull’articolo 33 della Costituzione, per il suo contenuto più ampio ed eterogeneo (arte, scienza, istruzione, alta cultura).
Va ricordato che nel testo originale del 1948, la Costituzione non conteneva alcun riferimento all’attività sportiva. A pesare furono, verosimilmente, sia la recente esperienza del fascismo, che dello sport aveva fatto uno dei principali strumenti di propaganda e veicolo della propria ideologia, sia le difficili condizioni economiche e sociali dell’immediato dopoguerra.
Ora, con questa modifica, ad essere affermata in Costituzione è la dimensione “individuale” dell’attività sportiva e la sua possibile configurazione in termini di diritto soggettivo, o di diritto fondamentale di rango costituzionale.
L’effetto più importante che si ora può auspicare è di iniziare a rimuovere tutti gli ostacoli che oggi non rendono l'attività sportiva realmente e fino in fondo un'attività universale e accessibile a tutti.
Questo perché lo sport, per il suo valore sociale di prevenzione per la salute e per il suo valore educativo e culturale è un tassello di primaria importanza della nostra cultura, della nostra identità nazionale, un pezzo dell'economia del nostro Paese, ma è anche soprattutto una risorsa sociale preziosa per le nostre comunità.
