Economia
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SI METTE A RISCHIO IL FUTURO DELLìITALIA
Il PNRR rischia di diventare il Piano nazionale dei Ritardi e dei Rimpianti. A meno di un anno dalla scadenza, mancano all’appello 110 miliardi di euro da spendere e 280 obiettivi da raggiungere: un fallimento annunciato, certificato dalla nuova richiesta di revisione.
Il Ministro Foti è venuto in Parlamento con un documento vuoto, 11 pagine in cui non dice nulla sul contenuto reale di questa ennesima modifica, solo indicazioni generiche.
Tagli agli asili, alla sanità territoriale, alla transizione ecologica, alle infrastrutture nel Mezzogiorno: è inaccettabile.
Il Governo sta smantellando il Piano, anziché attuarlo.
Far fallire il Piano vuol dire bruciare la possibilità storica di migliorare le condizioni di vita nel nostro Paese.
Il modo in cui in questi anni è stata affrontata – e si sta continuando ad affrontare – la partita decisiva del PNRR, è la prova delle difficoltà che ha questo Governo nel fare le cose che servono al Paese.
Una prova che purtroppo riguarda l’occasione più delicata possibile. Fin dall’inizio, infatti, c’era piena consapevolezza del fatto che il PNRR avrebbe dovuto rappresentare l’opportunità più grande, irripetibile e per questo da non sprecare, di costruire l’Italia dei prossimi decenni, di garantire un futuro migliore, nel segno dell’equità e della sostenibilità, per le generazioni future. E rispetto alla crescita economica del Paese, basti pensare a come, nonostante i ritardi accumulati dal Governo nell’implementazione delle misure, l’apporto del PNRR, nel corso degli ultimi due esercizi, sia stato determinante per non cadere in una situazione di recessione.
I Ministeri più indietro nell’utilizzo dei fondi affidati con il PNRR sono:
- Lavoro
- Agricoltura
- Turismo
- Cultura
- Salute
Fanalino di coda è il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, guidato dalla Ministra Calderone, che a giugno 2025 era riuscito a spendere solo 990,6 milioni di euro, vale a dire l’11,8% degli 8,4 miliardi a disposizione. Il che significa che ad essere in forte difficoltà sono progetti centrali sul lavoro come il programma Gol (Garanzia occupabilità lavoratori).
Come sottolineato dai deputati PD della Commissione Lavoro il 10 settembre: “Il vero fallimento del governo Meloni è sulle politiche economiche e sociali. Cresce il lavoro povero, cresce la povertà, viene negato il salario minimo e resta drammatica l’insicurezza nei luoghi di lavoro. Questa volta le risorse per cambiare davvero ci sarebbero, ma la destra non ha mai creduto nel PNRR, perché il PNRR è coesione sociale, mentre Meloni vuole l’autonomia differenziata; il PNRR è transizione ecologica, mentre la destra continua a negare la crisi climatica. La verità è semplice: con l’11,8% di spesa da parte del Ministero del Lavoro, la destra ha scelto di non investire sul futuro del Paese”.

