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Politiche di prevenzione più forti
Rafforzati i poteri di vigilanza, regolazione, sanzione.
Nel 2016, 1.388 interventi su casi di possibile corruzione
LA NUOVA ANAC PERNO DEL CONTRASTO ALLA
CORRUZIONE
La corruzione è un male che attanaglia la nostra
società e sottrae ogni anno ingenti risorse che
potrebbero essere utilizzate per politiche di sviluppo
e di equità. Centinaia di appalti, che vogliono dire
lavoro, occupazione, ripresa, restano spesso fermi a
causa di illegalità e conseguenti inchieste. Combattere
la corruzione è stata quindi una priorità nella nostra
azione di governo e la nascita dell’Anac, con la guida
assegnata a Raffaele Cantone, ha permesso di dotarci
di strumenti ancora più efficaci rispetto ad altri Paesi
contro questa piaga e di liberare la realizzazione di
grandi opere da continui stop. Senza l’istituzione
dell’Anac infatti molto probabilmente progetti come
quello che ha dato vita al grande successo dell’Expo
di Milano o quello del Mose Venezia sarebbero rimasti
al palo. L’Anac diventa perno di questo nuovo sistema
grazie al decreto Madia del 2014 che trasforma e
ridefinisce quanto ereditato dalle legge Severino, con
nuovi compiti e attribuzioni.
POTERI RAFFORZATI IN MATERIA
DI ANTICORRUZIONE
All’Anac è affidato un vasto complesso di compiti,
tra cui: a) ricevere notizie e segnalazioni di illeciti da
parte dei dipendenti pubblici; b) ricevere notizie e
segnalazioni da ciascun avvocato dello Stato che
venga a conoscenza di violazioni di legge o altre
irregolarità relative a contratti pubblici; c) applicare
sanzioni amministrative in caso di omessa adozione
da parte delle amministrazioni dei piani di prevenzione
della corruzione, dei programmi di trasparenza o dei
codici di comportamento.
IL COMMISSARIAMENTO DELLE IMPRESE
INDAGATE
Del tutto innovativo è il potere di disporre in funzione
di anticorruzione il commissariamento di nei casi in cui la magistratura proceda per accertare delitti contro la
Pa oppure si registrino rilevanti anomalie o comunque
sintomatiche di condotte illecite, il presidente dell’Anac
può proporre al prefetto di assumere direttamente il
controllo di un’impresa attraverso un’amministrazione
straordinaria temporanea oppure di ordinare il rinnovo
degli organi sociali. Negli appalti sopra la soglia
comunitaria (5.225.000 euro) le stazioni appaltanti
hanno l’obbligo di segnalare all’Anac, per valutazioni
ed eventuali provvedimenti, le varianti in corso d’opera.
LE MISURE DI CONTROLLO SUGLI APPALTI
I poteri di controllo e conoscitivi sono rafforzati dalla
legge anticorruzione (n. 69/2015) che attribuisce
all’Anac compiti di vigilanza anche sui contratti pubblici
(es. contratti secretati) a cui non si applica il codice
degli appalti e impone a suo favore specifici obblighi
informativi a carico delle stazioni appaltanti (bandi di
gara, partecipanti, importi di aggiudicazione, tempi di
completamento dell’opera), dei giudici amministrativi
(notizie su condotte di scarsa trasparenza nelle
controversie sull’aggiudicazione dell’appalto) e dei
pm (notizie sull’esercizio dell’azione penale per fatti
di corruzione). In base al nuovo codice degli appalti
(d.lgs n. 50/2016), se ritenga che violino le norme in
materia di contratti pubblici l’Anac può agire in giudizio
contro i bandi e i provvedimenti di qualsiasi stazione
appaltante.
I RISULTATI NEL 2016
Ogni anno l’Anac presenta una relazione al Parlamento.
Nel 2016, secondo gli ultimi dati, sono state emanate
1.388 delibere (provvedimenti di vigilanza, pareri, linee
guida, sanzioni, ecc.) e nei primi 5 mesi di quest’anno
si è superata quota 600. Sul fronte della vigilanza
anticorruzione, sono state avviate 845 istruttorie
(comuni, strutture sanitarie, società pubbliche) per
un totale di 12 sanzioni, segno di un elevato livello di
adeguamento alle richieste dell’Autorità. In crescita le
segnalazioni di illeciti da parte di dipendenti pubblici:
235 nel 2015, 252 nel 2016 e nei primi 5 mesi di
quest’anno oltre 260.