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Contrastare il reimpiego di denaro proveniente da attività illecite, favorire la libera concorrenza tra le imprese oneste
Reclusione fino a 8 anni, confisca dei guadagni
Attuazione di Convenzioni internazionali per la lotta alla corruzione e al crimine organizzato
SVOLTA CRUCIALE NELLA LOTTA
ALL’ILLEGALITÀ ECONOMICA
L’illegalità economica sottrae guadagni, ostacola
una tassazione equa, limita fortemente la
concorrenza. In questi anni l’abbiamo combattuta
con la reintroduzione del falso in bilancio, la creazione
dell’Autorità contro la Corruzione, la modifica del
reato di voto di scambio e l’incremento delle misure
contro l’evasione fiscale. Infine abbiamo deciso di
punire severamente l’autoriciclaggio. Il ‘lavaggio in
proprio’ di denaro sporco è infatti un crimine che
inquina fortemente il sistema produttivo del paese.
E’ uno di quei casi in cui Europa, Onu e il Fondo
Mondiale Internazionale ci chiedevano di metterci
in regola.
IL CONTENUTO DELLA NUOVA NORMA
Il reato colpisce chi impiega, sostituisce,
trasferisce il denaro o gli altri proventi derivanti da
un atto illecito da lui commesso in precedenza in
attività economiche, finanziarie, imprenditoriali o
speculative in modo da ostacolare concretamente
l’identificazione della loro origine.
PENE COMMISURATE A REATO PRESUPPOSTO
La sanzione è legata alla gravità del reato
commesso per ottenere il denaro che si vuole
riciclare: se punito con pene sopra i 5 anni o se di
natura mafiosa, per l’autoriciclaggio è prevista la
reclusione da due a otto anni e la multa da 5mila
fino a 25mila euro. Se sotto i 5 anni, reclusione e
multa si dimezzano: carcere da uno a quattro anni
e pena pecuniaria da 2.500 a 12.500 euro. La
condanna comporta obbligatoriamente la confisca
dei proventi. L’autoripulitura del ‘nero’ colpisce
anche le società, le quali, per evitare conseguenze, devono dimostrare di aver adottato adeguati
modelli organizzati di prevenzione.