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Piano Periferie

Riqualificazione,
innovazione, sviluppo

Obiettivo

Garantire qualità della vita e sicurezza urbana

Chi ne beneficia

Le nostre città

Risultati

7 miliardi di euro per strade, scuole, impianti sportivi e riqualificazione urbana

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Nel 2015, dopo gli attacchi terroristici di Parigi, partiti e concepiti nei sobborghi di Parigi, la decisione di investire sulle periferie si concretizzò con l’annuncio di Matteo Renzi: per ogni euro in più investito in sicurezza, un euro in più investito in cultura. Da quel momento ci siamo impegnati attivamente e abbiamo trovato le risorse per la riqualificazione urbana, sociale e culturale di molti centri urbani.

BANDO PER LE PERIFERIE
Nel maggio del 2016 viene pubblicato il “Bando per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie” e i progetti presentati dai Comuni italiani segnano un punto di svolta nella storia delle politiche urbane in Italia. Per la prima volta, i progetti di rigenerazione urbana integrano interventi fisici di trasformazione e riqualificazione a interventi immateriali di welfare, innovazione, sviluppo economico. Il bando stanziava 500 milioni di euro e individuava cinque tipologie di azione:

1. progetti di miglioramento del decoro urbano;
2. progetti di riuso e ri-funzionalizzazione di strutture e aree esistenti;
3. progetti per la sicurezza del territorio;
4. progetti per il potenziamento dei servizi e del welfare;
5. progetti per la mobilità sostenibile.

Risultati? 120 elaborati presentati (107 presentati da Comuni e 13 da Città Metropolitane), 445 Comuni interessati e 22.913.218 abitanti coinvolti.

CONVENZIONI CON GLI ENTI LOCALI
Il budget per gli interventi di riqualificazione dei quartieri delle nostre città è arrivato a circa 3,9 miliardi grazie anche alla firma, nel marzo 2017, delle Convenzioni con gli Enti locali. L’accordo con 24 sindaci italiani ha permesso di stanziare sulle periferie 2,1 miliardi, integrati da altri fondi pubblici di varia natura, locali e nazionali, e da fondi privati, a cui si sommano i fondi per l’edilizia scolastica e per il dissesto idrogeologico e gli investimenti degli Enti locali, ripartiti dopo lo sblocco del Patto di stabilità dello scorso anno e che l’Anci calcola in 2 miliardi nel 2016 e 2 miliardi nel 2017. Al netto della situazione data, si tratta senza dubbio di una delle azioni più espansive che si potevano mettere in campo, in un momento in cui è fondamentale sostenere la crescita.




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