Dichiarazioni di voto finale
Data: 
Mercoledì, 4 Marzo, 2015
Nome: 
Gianni Farina

A.C. 2575-A

L'accordo italo israeliano, sulla previdenza sociale, firmato a Gerusalemme il 2 febbraio 2010 allo scopo di regolarizzare aspetti previdenziali della stessa specie già definiti in numerosi altri paesi del mondo, rappresenta una tappa significativa per il miglioramento dei già ottimi rapporti tra i due paesi. 

Esso parte dall'esperienza accumulata, in questo campo, dall'Italia in materia previdenziale con i grandi paesi di emigrazione italiana in Europa e nel mondo. 
Non è nemmeno pensabile una mancata ratifica dell'accordo che sarebbe, per l'Italia, una perdita grave di immagine. 
Non va assolutamente sottovalutato il pericolo di un deterioramento dei rapporti tra i due paesi, se la ratifica non venisse confermata dalla Camera dopo il voto positivo del Senato, cosa che, nell'attuale momento storico, non è auspicabile. 
L'attuazione dell'accordo in questione è, in effetti, un mero aggiornamento di un altro strumento di sicurezza sociale rappresentato dalla convenzione europea di sicurezza sociale i cui effetti sono già, generalmente, acquisiti nell'insieme dell'ordinamento italiano in materia sociale. 
Il provvedimento, che si inquadra nell'ambito della materia di politica estera e rapporti internazionali della repubblica italiana, recupera sul piano morale e umano, i diritti derivanti dai principi fissati nella carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, firmata a Nizza e parte giuridica del trattato di Lisbona che, nell'articolo 34 della sicurezza sociale e assistenza sociale afferma che l'Unione riconosce e rispetta il diritto di accesso alle prestazioni di sicurezza sociale e ai servizi sociali che assicurano protezione in casi quali la maternità, la malattia gli infortuni sul lavoro, la dipendenza e la vecchiaia oltre che in caso di perdita del posto lavoro, secondo le modalità stabilite dal diritto comunitario e dalle legislazioni e prassi nazionali. 
Nella carta, ogni individuo che risieda e si sposti all'interno dell'Unione ha diritto alle prestazioni di sicurezza sociale e ai benefici sociali conformemente al diritto comunitario e alle legislazioni locali. 
Al fine di lottare contro l'esclusione sociale e la povertà, i diritti garantiti dall'Unione, possono e debbono essere estesi nella generalità degli stati che hanno, con l'Italia, un forte rapporto d'amicizia e di collaborazione rafforzato nel corso degli anni. 
È, oltretutto il metodo più efficace per promuovere la coesione sociale all'interno dei paesi sottoscrittori di accordi di previdenza sociali come quelli che stiamo trattando. 
A nome del gruppo democratico, raccomando quindi l'approvazione alla ratifica dell'accordo italo israeliano senza modifiche già approvato dal Senato della repubblica.