Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 18 Giugno, 2014
Nome: 
Giuseppe Guerini

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Signor Presidente, sottosegretario Biondelli, colleghi, innanzitutto dichiaro di accettare la riformulazione proposta dal Governo rispetto alla mozione a prima firma Berlinghieri, e poi cerco di entrare subito nel merito della dichiarazione di voto riguardo alle mozioni citando un paio di dati statistici che ritengo estremamente significativi e autoesplicativi pur nella loro semplicità.
  Secondo il rapporto mondiale dell'OIL 2014-2015, circa tre quarti della popolazione mondiale non è coperta da alcun sistema di welfare e di conseguenza, osserva l'ONU; il diritto umano fondamentale alla sicurezza sociale rimane insoddisfatto per la grande maggioranza della popolazione mondiale.
  Si calcola inoltre che il 50 per cento delle risorse finanziarie investite per il welfare sia europeo, il che equivale ad affermare che solo nel nostro continente vengono effettuati la metà degli investimenti finalizzati al sostegno concreto e alla promozione attiva del diritto alla salute, all'educazione, alla previdenza e all'assistenza. Ciò non deve stupire più di tanto se consideriamo la storia così come si è evoluta nel corso del Novecento e le ragioni fondanti che hanno condotto alla nascita dell'Unione europea. È solo di pochi giorni fa la chiusura della campagna elettorale per le elezioni europee, è ancora nelle nostre orecchie, tutti noi abbiamo sentito i continui richiami ai settant'anni di pace e prosperità garantiti dall'Europa sopravvissuta alla tragedia di due guerre mondiali ravvicinate e soprattutto il modello sociale europeo basato sui principi della solidarietà e della coesione è iscritto nei valori fondamentali dell'ordinamento dell'Unione e ne rappresenta l’ubi consistam, il prodotto migliore e più avanzato delle politiche di protezione sociale a livello globale, sia da un punto di vista di valori che da quello dell'efficienza economica.
  In un contesto europeo di questo tipo, nel quale esiste una differenziazione tra le reti diverse di protezione sociale offerte dai singoli Stati europei e in un quadro che è stato sensibilmente aggravato e messo a durissima prova dalla crisi economica degli ultimi anni, assistiamo tuttavia allo sviluppo di tendenze anti-europeiste inaccettabili e semplicistiche, che postulano l'impossibilità materiale di sostenere un modello di welfare universale e mirano in ultima analisi a limitare la libertà di circolazione e il diritto dei lavoratori di cercare un impiego in tutto il territorio dell'Unione, in un goffo tentativo di minare alla base i pilastri dell'Europa unita.
  La ricetta delle destre antieuropeiste si mostra controproducente e anacronistica e fa il paio con la politica economica portata avanti negli ultimi anni, improntata all'austerità e al rigoroso contenimento dei bilanci statali, con risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Noi, il Partito Democratico, siamo portatori di una visione diametralmente opposta, che possa coniugare l'efficienza e la doverosa sostenibilità dell'azione amministrativa con politiche attive di stimolo e di investimento a favore della ripresa e della crescita, in particolar modo nei paesi dell'Europa mediterranea.
  Mi avvio a concludere ricordando che fra meno di due settimane l'Italia assumerà la Presidenza del Consiglio dell'Unione europea, è un appuntamento estremamente rilevante, non c’è bisogno che mi intrattenga a spiegarlo, e sarà soprattutto il banco di prova più importante per misurare la nostra capacità di imprimere all'Europa una robusta inversione di rotta nelle politiche economiche.
  Quindi, nell'annunciare il voto favorevole del Partito Democratico alla nostra mozione e a tutte le altre tranne che a quella della Lega, ribadisco che l'attenzione del nostro gruppo sarà massima affinché il Governo si renda protagonista di un impegno concreto per promuovere un nuovo patto sociale per un new deal europeo. Per una volta non ce lo chiede l'Europa, ma è il nostro Paese, senza nessuna presunzione ma con grande consapevolezza del nuovo ruolo che possiamo e dobbiamo giocare a Bruxelles, che chiede all'Unione Europea di non abdicare ai propri valori fondanti e in definitiva di essere all'altezza della propria storia e della propria missione. Vede, onorevole Fedriga, la differenza fra il PD e la Lega è proprio questa: noi non consideriamo gli altri cittadini europei come dei vicini di casa, perché noi siamo convinti che l'Europa è la nostra casa comune.