Discussione sulle linee generali - Relatore per la maggioranza
Data: 
Venerdì, 25 Novembre, 2016
Nome: 
Mauro Guerra

A.C. 4127-bis

Grazie Presidente. Signor Viceministro, colleghi, veniamo da qualche giorno di lavoro intenso, anche qualche notte, come precisa l'onorevole Palese, in Commissione. Io credo sia stato un lavoro utile, che si è svolto in tempi particolarmente ristretti e concentrati, con un confronto di merito sempre attento, il contributo di tutti i gruppi, di maggioranza e di opposizione, all'esame del disegno di legge. Abbiamo vissuto anche, come è normale, momenti, anche aspri, di confronto su alcuni passaggi, ma complessivamente credo che la Commissione bilancio abbia dato, nel confronto con il Governo, un contributo utile al rafforzamento e all'ulteriore miglioramento e la riqualificazione di alcuni pezzi e parti importanti della manovra.
Il tempo ristretto mi porterà ad una relazione nella quale, mi scuso anticipatamente, saranno affastellate misure, interventi, che abbiamo effettuato in Commissione, in modo non sempre ordinato. Io rimando, comunque, per quanto di più preciso, alla relazione scritta che deposito. Vorrei fare qui alcune brevissime considerazioni di carattere politico generale e richiamare i titoli sostanzialmente dei capitoli più importanti della manovra e alcune delle modifiche che abbiamo introdotto nel corso del passaggio parlamentare. 
La prima considerazione generale è che il disegno di legge di bilancio interviene in uno scenario economico che, sia a livello nazionale che sul piano internazionale, ha subito nel corso del 2016 un andamento che non ha avuto un'evoluzione complessivamente positiva; un anno, il 2016, in cui tutti i principali previsori, comprese le istituzioni internazionali – penso soprattutto lo scenario internazionale – hanno rivisto progressivamente al ribasso le previsioni rilasciate nei primi mesi dell'anno registrando un cambiamento non positivo sia sul piano della produzione che del commercio internazionale e delle sue prospettive. È evidente come questa evoluzione di quadro incroci anche, in modo sempre problematico, il sistema dei vincoli e sempre più problematico il sistema dei vincoli posti dalle regole europee di bilancio e di finanza pubblica. L'esigenza di politiche espansive da mettere in campo, sia sul versante della domanda che dell'offerta, contemporaneamente politiche attente alle necessità di tenuta della coesione sociale, rimanda ad un impegno, che è quello che il nostro Governo sta interpretando, volto a modificare complessivamente e significativamente il segno di queste regole, in uno sforzo, non semplice, che sia in grado di tenere insieme le indispensabili misure di carattere espansivo e di coesione con politiche non avventurose e non avventuriste sui versanti del debito e del deficit. È questa la partita che sta giocando in Europa il nostro Governo, in coerenza con gli indirizzi ripetutamente confermati e conferitigli dal Parlamento. Ed è anche questo il segno complessivo, ritengo dalla manovra, che interviene in un quadro di finanza pubblica che non può non risentire del mutamento in negativo di quelle prospettive macroeconomiche alle quali ho fatto riferimento all'inizio, ma che mira comunque, tuttavia, ad obiettivi programmatici che sono e devono essere ambiziosi per favorire una crescita più robusta di quella che ora sarebbe prevedibile a legislazione vigente. 
D'altro canto è importante anche richiamare qui che questi indirizzi, che orientano la manovra per il prossimo triennio, si presentano in piena coerenza e continuità con quelli delle precedenti manovre proposte dal Governo e approvate dal Parlamento. Sostegno alla crescita, equità e coesione sociale, accompagnati da politiche fiscali coerenti con tali obiettivi e volte a ridurre il peso e l'onere fiscale sul nostro sistema economico e sociale, costituiscono le costanti di fondo delle ultime manovre. Da questo punto di vista merita richiamare qui anche, molto brevemente, ad esempio, tra gli altri, nel quadro di difficoltà, anche i segnali positivi che queste politiche hanno cominciato a far registrare nel nostro Paese, che vale la pena di registrare. Penso al recente rafforzamento delle tendenze della produzione industriale, al consolidamento di una consistente crescita dell'occupazione e, soprattutto, dell'occupazione dipendente a tempo indeterminato, dati che ci sono stati confermati nel corso delle audizioni che hanno preceduto l'esame della manovra. Quindi è sul terreno di un rafforzamento, di una qualificazione ulteriore, in termini di efficacia delle misure e degli obiettivi contenuti nella manovra, che abbiamo lavorato in un'opera di manutenzione e di irrobustimento della stessa. I tempi ristretti, l'intensità del confronto hanno anche comportato che qualcosa non abbiamo fatto. C’è una parte – voglio consegnarlo qui – c’è una parte della manovra che non è stata oggetto di esame nel corso del lavoro della Commissione. Ci sono temi, quindi, che consegniamo – anche in una normale staffetta parlamentare, come in altri anni è avvenuto al lavoro del Senato della Repubblica. 
Si tratta, in particolare, delle questioni comprese nell'articolo 2 del disegno di legge, tutta la parte relativa agli incentivi per la riqualificazione energetica verso la sicurezza sismica degli edifici. Lì avevamo lavorato con il Governo per elaborare un'ipotesi di intervento che portasse a coinvolgere in questa attività di risanamento del patrimonio edilizio ed urbanistico del nostro Paese anche coloro che non hanno disponibilità di reddito, i cosiddetti incapienti, soprattutto nei condomini, nei grandi palazzi delle nostre città e delle nostre periferie. Queste misure di detrazione e di agevolazione fiscale per gli interventi di ristrutturazione e riqualificazione hanno interessato il patrimonio immobiliare diffuso delle case di singola proprietà e di singola abitazione. Già con il disegno di legge di bilancio si introduce questa novità importantissima della estensione ai condomini, alle realtà condominiali. Lo sforzo, sul quale non abbiamo avuto il tempo e il modo insomma di arrivare in fondo in Commissione, ma che viene consegnato al prosieguo del lavoro sulla manovra, era quello di coinvolgere in questa operazione anche coloro che, per indisponibilità di reddito, non hanno potuto sino ad oggi accedere a questi interventi. 
L'altro tema che riconsegniamo al Senato è quello degli interventi complessivi sulle calamità naturali, sui territori interessati da eventi sismici. Nel corso del nostro esame alla Camera e al Senato contemporaneamente si esaminavano i decreti-legge riguardanti il sisma, gli eventi sismici più recenti, dal 24 agosto in poi. L'ipotesi iniziale era quella che noi alla Camera completassimo un po’ il lavoro relativo agli eventi sismici precedenti; non ce l'abbiamo fatta, forse va bene anche così, nel senso che il Senato, che già ha fatto il lavoro importante sugli eventi sismici del 2016, ha anche immediatamente presenti gli elementi di coordinamento e di organicità necessari per intervenire anche sugli eventi del passato e sulle conseguenze degli eventi del passato. 
C’è poi una parte dei temi legati agli enti locali e alle autonomie territoriali che abbiamo qui deliberatamente consegnato ad un esame successivo, essendo in corso ancora un confronto tra il Governo e le associazioni delle autonomie, dall'ANCI, all'UPI, alla Conferenza dei Presidenti delle regioni per l'allocazione delle risorse contenute nei fondi che sono appostati dentro il disegno di legge di bilancio. Abbiamo qui ritenuto – ripeto – consapevolmente che fosse opportuno lasciare spazio al confronto tra il Governo e le Autonomie per poi al Senato completare l'esame su questo versante della manovra. 
Venendo al contenuto poi invece del lavoro, dell'altro lavoro che abbiamo svolto, non posso iniziare senza rimandare a una considerazione di metodo generale, nel senso che questo era il primo esperimento della manovra con la nuova legislazione di bilancio. All'esito faremo una valutazione più tranquilla delle norme, del loro impatto sulle modalità del lavoro del legislatore, sulle nostre abitudini insomma di intervento. Anche noi abbiamo da guadagnare in cultura dell'approccio rispetto a questo nuovo sistema. Fatemi solo dire una battuta 
rispetto a questa cosa: dentro il quadro di un assetto delle procedure di bilancio che mira a concentrare il dibattito e il confronto sul merito delle grandi questioni e delle grandi scelte di politiche pubbliche del Paese, c’è un'abitudine inerziale nostra, del Parlamento, di intervenire con interventi invece minori, c’è anche un incentivo – fatemelo dire – che viene da logiche, quale quella alla open polis per la quale il lavoro dei parlamentari e il lavoro parlamentare viene misurato in termini di produttività esclusivamente quantitativa: tanti ordini del giorno, tante interrogazioni, tanti emendamenti, in particolare come primi firmatari, e si guadagnano e si scalano posizioni e si diventa dei parlamentari perfetti rispetto a quelli che invece magari lavorano concretamente e seriamente sulle cose, spostano, ottengono risultati, ma non stanno a riempire le carte del loro nome.
Fatemelo dire perché questo sembra pericoloso per la cultura del lavoro parlamentare e dell'attività parlamentare e gli effetti si vedono nella proliferazione degli emendamenti, nella gara ad avere il primo nome, per cui magari sullo stesso tema parlamentari anche degli stessi gruppi presentano lo stesso emendamento per avere ciascuno il primo nome e quindi essere conteggiati nella classifica di open polis. 
Finisco con questo accostamento, ma quando valuteremo insomma l'effetto dell'impatto delle nuove norme anche del bilancio, di come funziona, eccetera, comunque in generale una riflessione su come queste cose incidono sulla efficacia e sulla qualità del lavoro del legislatore, del lavoro del Parlamento che è quello poi di fare le leggi, non di misurare la quantità di atti che si lasciano alla cronaca e ai libri, deve essere fatta. 
Ciò detto, la manovra dicevo che è volta a mantenere gli obiettivi di sostegno alla crescita, prefigurati nei documenti programmatici di bilancio, rispetta tutti gli indicatori, i livelli, le quote, le cifre di deficit, eccetera che abbiamo inserito nella Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, rispetta gli orientamenti espressi, i saldi fissati nella risoluzione approvata dal Parlamento. Abbiamo avuto una fase iniziale un po’ concitata, nella quale ci sono state previsioni dell'ufficio parlamentare del bilancio, c’è stata grande passione attorno a quello 0,1 o 0,2 per cento di PIL di crescita in più o in meno che era credibile, non credibile, poco credibile e poi l'Europa cosa dirà ? Io su questo dico così: insomma, rispetto alla esclusione delle spese straordinarie per i migranti, legate agli eventi sismici che sono stati un pezzo del confronto con l'Unione europea e sono un pezzo sulla validazione, diciamo, dei saldi complessivi della manovra, devo dire che il Governo si è mosso intanto dentro pienamente gli orientamenti e al mandato che ha ricevuto dal Parlamento, e devo dire che il reso della Commissione, il 16 novembre, sul documento programmatico di bilancio dà conto, comincia a dare conto del fatto che le cose funzionano e stanno in piedi nella direzione che era stata indicata dal Governo. Come è noto, il disegno di legge di bilancio è suddiviso in due parti: la prima sezione con l'insieme delle manovre e la seconda sezione di bilancio, che però, diversamente dal passato, ha anche funzioni sostanziali (nella seconda sezione si muovono sostanzialmente le risorse, non si registrano soltanto). Sulla prima parte alcuni capitoli per rapidissimi cenni: per quanto riguarda gli enti locali intanto cambia un paradigma e si conferma che non siamo più nel periodo dei tagli, siamo nella fase nella quale si cercano di liberare investimenti, viene istituito un Fondo che consente spazi finanziari da utilizzare agli enti locali (700 milioni di euro); lì abbiamo lavorato anche indicando alcuni ordini di priorità per l'accesso a questo Fondo, per esempio pensando ai comuni istituiti a seguito di fusione, ai comuni più piccoli, che hanno facilità nell'accesso al debito e, sempre sul piano degli investimenti per gli enti locali, una misura importante è data dalla possibilità messa a regime sostanzialmente quest'anno di includere le entrate del Fondo pluriennale vincolato dentro il calcolo dei saldi utili ai fini della valutazione del pareggio di bilancio, cosa che la legge n. 243 prevedeva a partire dal 2020. Lo abbiamo fatto già dal 2017/2019 e questo contribuirà a liberare spazi finanziari per investimenti degli enti locali che rappresentano i due terzi degli investimenti pubblici del nostro Paese, che possono portare un sostegno rilevante alla ripresa, oltre che contribuire all'opera di rammendare il Paese insomma, di riqualificarlo e di fare interventi molto importanti. Quindi, un primo blocco di interventi riguarda gli investimenti. 
Su questo blocco di interventi rimane un tema, che abbiamo cominciato ad affrontare in Commissione, ma che dovrà essere oggetto di un ulteriore lavoro anche da parte del Governo, lo abbiamo detto tutti: il tema della ristrutturazione e della riqualificazione del debito degli enti locali. Noi abbiamo oggi enti che viaggiano con un tasso di interesse medio sul debito che va attorno al 4 per cento, molto più alto di quello dei titoli di Stato e del debito statale. 
In alcuni casi abbiamo enti locali che viaggiano con indebitamenti sui quali pagano tassi del 6 per cento. Noi abbiamo previsto la possibilità della rinegoziazione dei mutui e della destinazione dei risparmi derivanti dalla rinegoziazione dei mutui anche a diverse attività, anche alla parte corrente dell'attività degli enti locali, ma un ragionamento più complessivo come si è fatto con le regioni, provare a riportare a livelli diversi, attraverso qualche operazione, il carico e il peso del debito degli enti locali, credo sia una riflessione importante. Sugli enti locali ancora due cose soltanto: dentro la legge di bilancio c’è un fondo di 969 milioni di euro da destinare agli enti locali. 
È quel fondo il cui riparto abbiamo deciso di lasciare al confronto tra il Governo e le autonomie; è il fondo che potrà dare risposte importanti, da un lato, alla situazione di sofferenza degli enti in transizione, le province-enti di area vasta, in modo da garantire loro le risorse non per il mantenimento di un ente, naturalmente, ma per garantire le funzioni fondamentali che alla fine del percorso del processo di riforma saranno e sono lasciate in capo a loro, dall'edilizia scolastica alle strade provinciali e alle politiche ambientali. 
Lì potranno trovare risposta queste esigenze, così come quelle delle aree metropolitane, che hanno necessità anche loro, oltre ad alcune esigenze importanti di alcuni comuni. Questo è un tema. La manovra di bilancio interviene, poi, sull'altro pezzo del finanziamento della finanza locale, il Fondo di solidarietà comunale. Per quello che riguarda i comuni, qui c’è un tema che è aperto ancora e che sta dentro quel confronto che è stato sollevato da ANCI più volte su come si gestisce il riparto del Fondo in relazione a un obiettivo importante, il superamento del riparto in linea con la spesa storica, ma rapportandosi ai fabbisogni standard e alle capacità fiscali degli enti. 
Avevo presente relazioni che comportavano tempi un po’ più lunghi, ma la prendo così. Io ho un testo scritto, non mi sarei dilungato così tanto sugli enti locali se avessi fatto i conti con questi tempi. Ci sono importantissime misure in materia di sostegno agli investimenti privati, oltre che agli investimenti pubblici, gli investimenti delle aziende, la riqualificazione del nostro sistema produttivo, ci sono interventi di politica sociale estremamente importanti dentro la legge di bilancio. Finisco nei venti secondi che mi mancano dicendo che questa è una legge di bilancio importante per il nostro Paese, che ha dentro il segno di un tentativo, di una speranza di rimettere l'Italia su un percorso più solido di risanamento, riqualificazione e di rilancio della sua economia e della sua tenuta della sua coesione sociale.